Quell'estate del 1976. III parte.
di
Sir Wilfred
genere
prime esperienze
Nelle successive settimane, la Signora Dina, con la sua più totale "professionalità didattica", si diede a rendermi edotto dei segreti dell' "ars amandi".
Dalla facile, ed ovvia, posizione "del missionario", passammo a quella "del cigno", con reciproca soddisfazione, date la nostra pressoché uguale altezza.
Diversamente, ancora oggi, dopo ben quarantasei anni di "onorata carriera", ritengo da sconsigliare alle coppie di evidente diversa altezza, a meno che, il "partner" più basso, non voglia servirsi di uno sgabello o montare su di una scala.
Passammo poi alla classicissima posizione "a la levrette", "vulgo": pecorina.
Ricordo perfettamente il pomeriggio in cui la sperimentai per la prima volta.
Dopo esserci, entrambi, denudati, la Signora Dina si era sdraiata, a pancia sotto, sul letto; io, rimanendo in piedi sul pavimento, in posizione perpendicolare al suo corpo e seguendo le sue istruzioni, le avevo carezzato tutte le membra: dal collo ai talloni.
Lei aveva, quasi subito, iniziato a mugolare e ad accelerare il respiro: nel contempo, facendo forza su gomiti e ginocchia si era, molto lentamente, messa in posizione.
Dal mio canto, avevo preso a carezzarle le natiche stringendogliele,di tanto in tanto, leggermente.
Fu lei a chiamare:
- Dai, vieni...entra in me...
Non me lo feci dire due volte: senza staccarmi dai glutei, mi ero girato di novanta gradi andandomi a collocare proprio dietro di lei.
- Su, da bravo ...
Impugnai lo scettro e mi introdussi tra le cosce, poco sotto l'orifizio anale.
Fu la Signora Dina che, girandosi, parzialmente,verso sinistra, prese in mano il mio sesso e lo portò nel fondo del suo.
Subito mi arrestai, per gustare, ancora una volta, il calore di quel magico antro, poi iniziai a muovermi, dopo aver messo le mie mani sui suoi i fianchi.
Verità mi impone di scrivere che, la Signora Dina, era adusa a secernere abbondanti secrezioni vaginali che mi facilitarono, e di non poco,il lavoro.
Intanto godeva, ansimando e gridando:
- Forza, non ti fermare, vai fino in fondo, dai, dai..
Fu allora che mi venne un idea, diremo così, pazzerellona: staccai la mano destra dai fianchi e la diressi verso la zona pubica.
Grazie alle sue "lezioni di anatomia sessuale", il dito medio trovò subito il clitoride ed iniziò a vellicarlo col massimo impegno.
- Dai, dai! Mi stai facendo morire, non ti fermare.
- No, no che non mi fermo, stavolta voglio proprio annientarti, maledetta zoccola!
- Si, si, sono una zoccola, dai, dai, annientami...
Debbo, a questo punto, doverosamente specificare di aborrire il c. d. "dirty talking"; ciò in quanto ritengo che la donna, solo perché tale, meriti, sempre, il più assoluto rispetto.
Relativamente a quanto sopra narrato, invoco l'attenuante, si badi: non l'esimente, della giovane età in unione con quella del "rovente momento erotico".
Continuai nella penetrazione per diversi altri minuti fino a quando gridai:
- Non c'è la faccio più ... sto venendo..
- Aspetta, aspetta! Dai, esci... sai cosa voglio...
- Si, si, ora esco...
E mi sfilai contemplando, davvero per un millisecondo, il mio sesso tutto lucido di secrezioni.
Nel contempo,la Signora Dina si era girata a in posizione supina.
Fu allora che, con il pene ben stretto in mano, mi avvicinai al suo corpo e, finalmente, mi liberai del mio seme inondandola dal seno in giù.
Dopo oltre mezz'ora, mi riebbi, accorgendomi di giacerle accanto.
Lei mi guardava negli occhi, sorridendomi.
- Sai, quasi quasi invidio la donna che sarà tua moglie...
Risposi:
- Per ora godiamoci questi giorni d'estate, in tutti i sensi. Comunque, bando a gelosie ed invidie: come saprai, i miei mi hanno imposto di frequentare una scuola privata solo maschile, per cui sarà piuttosto difficile che, durante il prossimo inverno, possa sorgere all'orizzonte una qualche "concorrente".
- Se non è che per questo, posso stare tranquilla: sono sicura che, il prossimo anno, arriverai qui come un vulcano di sesso pronto ad esplodere...
E ridemmo.
Mi venne, allora, l'idea di domandarle:
- Hai mai fatto l'amore con una donna?
Ridacchiò e rispose:
- Fammi capire: con chi ti piacerebbe vedermi fare sesso?
Prontamente, risposi:
- Beh...con tua cognata...
La cognata aveva, più o meno, la sua età, un corpo davvero eccitante, come avevo potuto constatare sulla spiaggia e, "last but not least", una notevole rassomiglianza facciale con Carmen Russo.
La Signora Dina dette in una gran risata e mi disse:
- Povero Gino: proprio con sua sorella...un'altra?
- La figlia del Commendatore...
- Già: è una vita che ci sta provando con me...
- Ed allora, perché no?
- Perché ha sempre rifiutato lo scambismo. Si vuole tenere stretto il marito...
- Non capisco...
- È bisessuale: è attratta fortemente da me ma, nel contempo, è gelosissima del marito il quale, sottolineo, è decisamente dotato...
Affettai un sorrisetto di circostanza e pensai:
- Per la serie "Le belle Famiglie Italiane" abbiamo trasmesso...
Dalla facile, ed ovvia, posizione "del missionario", passammo a quella "del cigno", con reciproca soddisfazione, date la nostra pressoché uguale altezza.
Diversamente, ancora oggi, dopo ben quarantasei anni di "onorata carriera", ritengo da sconsigliare alle coppie di evidente diversa altezza, a meno che, il "partner" più basso, non voglia servirsi di uno sgabello o montare su di una scala.
Passammo poi alla classicissima posizione "a la levrette", "vulgo": pecorina.
Ricordo perfettamente il pomeriggio in cui la sperimentai per la prima volta.
Dopo esserci, entrambi, denudati, la Signora Dina si era sdraiata, a pancia sotto, sul letto; io, rimanendo in piedi sul pavimento, in posizione perpendicolare al suo corpo e seguendo le sue istruzioni, le avevo carezzato tutte le membra: dal collo ai talloni.
Lei aveva, quasi subito, iniziato a mugolare e ad accelerare il respiro: nel contempo, facendo forza su gomiti e ginocchia si era, molto lentamente, messa in posizione.
Dal mio canto, avevo preso a carezzarle le natiche stringendogliele,di tanto in tanto, leggermente.
Fu lei a chiamare:
- Dai, vieni...entra in me...
Non me lo feci dire due volte: senza staccarmi dai glutei, mi ero girato di novanta gradi andandomi a collocare proprio dietro di lei.
- Su, da bravo ...
Impugnai lo scettro e mi introdussi tra le cosce, poco sotto l'orifizio anale.
Fu la Signora Dina che, girandosi, parzialmente,verso sinistra, prese in mano il mio sesso e lo portò nel fondo del suo.
Subito mi arrestai, per gustare, ancora una volta, il calore di quel magico antro, poi iniziai a muovermi, dopo aver messo le mie mani sui suoi i fianchi.
Verità mi impone di scrivere che, la Signora Dina, era adusa a secernere abbondanti secrezioni vaginali che mi facilitarono, e di non poco,il lavoro.
Intanto godeva, ansimando e gridando:
- Forza, non ti fermare, vai fino in fondo, dai, dai..
Fu allora che mi venne un idea, diremo così, pazzerellona: staccai la mano destra dai fianchi e la diressi verso la zona pubica.
Grazie alle sue "lezioni di anatomia sessuale", il dito medio trovò subito il clitoride ed iniziò a vellicarlo col massimo impegno.
- Dai, dai! Mi stai facendo morire, non ti fermare.
- No, no che non mi fermo, stavolta voglio proprio annientarti, maledetta zoccola!
- Si, si, sono una zoccola, dai, dai, annientami...
Debbo, a questo punto, doverosamente specificare di aborrire il c. d. "dirty talking"; ciò in quanto ritengo che la donna, solo perché tale, meriti, sempre, il più assoluto rispetto.
Relativamente a quanto sopra narrato, invoco l'attenuante, si badi: non l'esimente, della giovane età in unione con quella del "rovente momento erotico".
Continuai nella penetrazione per diversi altri minuti fino a quando gridai:
- Non c'è la faccio più ... sto venendo..
- Aspetta, aspetta! Dai, esci... sai cosa voglio...
- Si, si, ora esco...
E mi sfilai contemplando, davvero per un millisecondo, il mio sesso tutto lucido di secrezioni.
Nel contempo,la Signora Dina si era girata a in posizione supina.
Fu allora che, con il pene ben stretto in mano, mi avvicinai al suo corpo e, finalmente, mi liberai del mio seme inondandola dal seno in giù.
Dopo oltre mezz'ora, mi riebbi, accorgendomi di giacerle accanto.
Lei mi guardava negli occhi, sorridendomi.
- Sai, quasi quasi invidio la donna che sarà tua moglie...
Risposi:
- Per ora godiamoci questi giorni d'estate, in tutti i sensi. Comunque, bando a gelosie ed invidie: come saprai, i miei mi hanno imposto di frequentare una scuola privata solo maschile, per cui sarà piuttosto difficile che, durante il prossimo inverno, possa sorgere all'orizzonte una qualche "concorrente".
- Se non è che per questo, posso stare tranquilla: sono sicura che, il prossimo anno, arriverai qui come un vulcano di sesso pronto ad esplodere...
E ridemmo.
Mi venne, allora, l'idea di domandarle:
- Hai mai fatto l'amore con una donna?
Ridacchiò e rispose:
- Fammi capire: con chi ti piacerebbe vedermi fare sesso?
Prontamente, risposi:
- Beh...con tua cognata...
La cognata aveva, più o meno, la sua età, un corpo davvero eccitante, come avevo potuto constatare sulla spiaggia e, "last but not least", una notevole rassomiglianza facciale con Carmen Russo.
La Signora Dina dette in una gran risata e mi disse:
- Povero Gino: proprio con sua sorella...un'altra?
- La figlia del Commendatore...
- Già: è una vita che ci sta provando con me...
- Ed allora, perché no?
- Perché ha sempre rifiutato lo scambismo. Si vuole tenere stretto il marito...
- Non capisco...
- È bisessuale: è attratta fortemente da me ma, nel contempo, è gelosissima del marito il quale, sottolineo, è decisamente dotato...
Affettai un sorrisetto di circostanza e pensai:
- Per la serie "Le belle Famiglie Italiane" abbiamo trasmesso...
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