Les "Cocottes" III. Valeria.
di
Sir Wilfred
genere
etero
Il "fatale andare del Tempo" aveva fatto il suo corso: tante cose aveva portato via con sé e tante cose nuove aveva con sé recato.
Avevo cominciato, con quell'entusiasmo che, ancora oggi, serbo intatto nel cuore, la professione forense; Verità mi impone di ammettere come nulla si sarebbe potuto verificare se, nella fatidica primavera del 1989, non avessi incontrato "Lei", "Lady Rowena", oggi "Lady Wilfred".
Beninteso: io mi innamorai, letteralmente, a prima vista, ma ai suoi occhi, per lungo tempo, fui, solo ed esclusivamente, un "amico".
Nessun lettore potrà mai immaginare, neppure lontanamente, quanto dolore avesse arrecato al mio cuore il sentire pronunziare, dalla voce della donna che adoravo, adoro ed adorerò sempre, la frase: "siamo soltanto amici".
Mi rendevo. tuttavia, conto che, Lady Rowena non era del tutto sincera: con sé stessa e, di conseguenza, con me.
Certe confidenze, certe "ipotesi" di "modus gerendi" di una "futuribile" vita matrimoniale, mi facevano ben sperare pel futuro: era il "presente" duro da gestire!
Durante il periodo della nostra "amicizia", neppure mi potevo sognare di scambiare con lei anche il più casto dei baci.
Tuttavia, non essendo fatto di legno, il mio impegno di castità, assunto in assoluto rispetto al sentimento da me nutrito per Lady Rowena, non durò a lungo.
Per tanto, ripresi, con la più totale segretezza, a frequentare "certi ambienti", sempre guidato dagli annunci economici.
Fui, a mio modo fortunato: mi capitò di vedere reclamizzata una casa situata non troppo lontano dal tribunale.
Vi andai una mattina di primavera, dopo una breve, noiosa, udienza di prima comparizione.
La porta mi venne aperta da quella che, a tutta prima, mi sembrò una ragazza di circa venti, massimo venticinque, anni, capelli castani, occhi castani e che al stento arrivava al metro e settanta: una corporatura, per intenderci, assai simile a quella di Lady D.
Indossava ancora un paio di pantaloni ed una polo a maniche corte, segno che era appena arrivata.
- Salve, mi chiamo Valeria...
- Piacere...è disponibile ora o desidera che ritorni più tardi?...
- No, prego, si accomodi...
E mi guidò verso la stanza da letto.
Mi invitò a spogliarmi mentre si accingeva ad entrare nella piccola "toilette" da cui si accedeva dall'interno della stanza da letto stessa.
- Aspetti - le dissi, e, "d'emblée", la presi per un braccio, la trassi a me e la baciai. Mi corrispose in un modo affatto spontaneo: nulla di artificiosamente "professionale" vi era nel suo atteggiamento. Mi parve, da subito, essere il bacio di una quindicenne innamorata: uno dei quei baci di cui, purtroppo, a suo tempo, mai ebbi a gustare il sapore.
Continuammo per ben più di un minuto e quando si staccò le dissi:
- Abbiamo voglia, a quanto vedo...
- Proprio così: e tu?...
- Sentimi...
E le presi la mano e la portai sulla patta dei miei pantaloni...
- Wow... vado subito a prepararmi...spogliati...
Tornò, poco dopo, indossando un completo di "lingerie" assolutamente non provocante ma che, tuttavia, valorizzava, al massimo, le sue forme adolescenziali.
La presi sotto le ascelle e la sollevai di peso, portando, di nuovo, le sue labbra all'altezza delle mie; la baciai ancora una volta. per poi deporla sul letto.
- Il sacerdote deve preparare a dovere l'animale prima del sacrificio - mormorai, ed iniziai ad accarezzarla, dappertutto.
Nonostante qualche rughetta attorno alla bocca, aveva, effettivamente, il corpo di una quindicenne ed i suoi seni, a stento, raggiungevano la seconda misura: seppi, in seguito che aveva, seppur da pochi anni, doppiato i quaranta.
Il suo vello era folto e castano, con qualche pelucchio tendente al rosso.
Mentre le mie mani correvano sul suo corpo, la sua voce iniziò a mormorare una catena di si; sembrava quasi pregasse: la "vittima sacrificale" pregava, anzi, implorava "il sacerdote" affinché, penetrandola, avesse portato i suoi sensi a quel parossismo che, nelle sue punte più alte, non è poi molto lontano dagli spasimi della morte.
- Ti prego, ti prego, prendimi...
Crudele, continuai nei preliminari fino a quando mi tuffai in un "cunnilingum" magistrale. La sua vagina era lubrificata a dovere, per cui, indossato il profilattico, la feci mettere nella posizione " a la levrette" ed entrai in lei. Ebbe come un sussulto cui fece seguito un lunghissimo siiii!
A dire il vero la posizione in argomento, non sarebbe la mia preferita: in essa, infatti, il membro maschile non viene completamente circondato dai muscoli vaginali rimanendo, nella sua parte inferiore, allo scoperto.
Di contro, viene a soddisfare, superlativamente, la "partner".
Proprio per questo, vado ad assumerla, più che volentieri, quando si tratta di soddisfare, sino al più completo annientamento, una "partner" d'eccezione, come Valeria stava dimostrando di essere.
Mi fermai qualche secondo, per poi andare "alla carica".
Attesi quasi tutto il primo minuto prima di "attaccare" il clitoride: l'"animale da sacrificio" doveva essere "scaldato" a dovere...
Valeria, allora, gridò:
- Ooooh - per poi continuare - non ti fermare, non ti fermare, avanti...
Non mi fermai: continuai a penetrarla: "selvaggiamente". Sentivo, colpo dopo colpo, che stavo vincendo le sue forze e che presto, prestissimo, pochi secondi ancora, i suoi sensi, la sua mente, tutta intera la sua persona, sarebbero esplose in un orgasmo a dir poco devastante.
Ma, oggi, dopo quasi trenta anni, comprendo che, nella mia irruenza, vi era anche l'odioso, inconscio, disprezzo per quella "femmina" che, sia pure per un breve periodo, aveva distratto, la mia anima e, soprattutto, il mio corpo, dalla mia adorata Lady Rowena.
L'orgasmo arrivò: sentii Valeria tremare gridando; un vero e proprio terremoto fisico che, partendo dal suo basso ventre giungeva sino al suo cervello, devastandolo. Assestai gli ultimi colpi ad un corpo di donna ridotto ad un vero e proprio straccio, pressoché inanimato, infine le esplosi dentro.
Grazie anche al lungo periodo di forza castità, mi produssi in un vero e proprio "tsunami" di sperma, per poi ritirarmi andandomi a sdraiare accanto alla mia "vittima sacrificale".
Mi assopii, come al solito e, quando mi riebbi, trovai Valeria completamente vestita che mi guardava sorridendo.
- Wow...giornata iniziata nel modo migliore! Credo che, se non dovesse venirmi a trovare un altro uomo pari tuo, oggi morirò di noia... erano mesi che non mi capitava un primo cliente così...
- Caldo?
- Rovente...ho goduto come una pazza...non mi capita tutti i giorni, sono sincera!
Un quarto d'ora dopo, ero in strada, cigolante, in cerca di una cabina telefonica per chiamare Lady Rowena. La sua sola voce mi avrebbe riconciliato, con la vita e con il sentimento stesso dell'amore, dopo quella mattinata di sesso mercenario, invero squallido, anche se "al calor bianco".
* * *
Per le ragioni suesposte, continuai, per alcuni anni, a frequentare Valeria, ed ogni nostro incontro ebbe, sempre, carattere "pirotecnico" anche se, ovviamente, seguito dall'immancabile senso di colpa.
Continuai a frequentare Valeria fino al giorno in cui, Lady Rowena mi confessò di essersi innamorata di me: da allora, "insalutata ospite", Valeria uscì dalla mia vita.
Purtroppo, dopo il matrimonio, potei accorgermi della personalità, per così dire "asessuata", della donna con cui avevo deciso di vivere il resto della mia vita. Accettai, di ottimo grado, la situazione: l'amore, l'affetto, l'amicizia che Lady Rowena mi dona ogni giorno, da quasi vent'anni, meritano un tal sacrificio.
Avevo cominciato, con quell'entusiasmo che, ancora oggi, serbo intatto nel cuore, la professione forense; Verità mi impone di ammettere come nulla si sarebbe potuto verificare se, nella fatidica primavera del 1989, non avessi incontrato "Lei", "Lady Rowena", oggi "Lady Wilfred".
Beninteso: io mi innamorai, letteralmente, a prima vista, ma ai suoi occhi, per lungo tempo, fui, solo ed esclusivamente, un "amico".
Nessun lettore potrà mai immaginare, neppure lontanamente, quanto dolore avesse arrecato al mio cuore il sentire pronunziare, dalla voce della donna che adoravo, adoro ed adorerò sempre, la frase: "siamo soltanto amici".
Mi rendevo. tuttavia, conto che, Lady Rowena non era del tutto sincera: con sé stessa e, di conseguenza, con me.
Certe confidenze, certe "ipotesi" di "modus gerendi" di una "futuribile" vita matrimoniale, mi facevano ben sperare pel futuro: era il "presente" duro da gestire!
Durante il periodo della nostra "amicizia", neppure mi potevo sognare di scambiare con lei anche il più casto dei baci.
Tuttavia, non essendo fatto di legno, il mio impegno di castità, assunto in assoluto rispetto al sentimento da me nutrito per Lady Rowena, non durò a lungo.
Per tanto, ripresi, con la più totale segretezza, a frequentare "certi ambienti", sempre guidato dagli annunci economici.
Fui, a mio modo fortunato: mi capitò di vedere reclamizzata una casa situata non troppo lontano dal tribunale.
Vi andai una mattina di primavera, dopo una breve, noiosa, udienza di prima comparizione.
La porta mi venne aperta da quella che, a tutta prima, mi sembrò una ragazza di circa venti, massimo venticinque, anni, capelli castani, occhi castani e che al stento arrivava al metro e settanta: una corporatura, per intenderci, assai simile a quella di Lady D.
Indossava ancora un paio di pantaloni ed una polo a maniche corte, segno che era appena arrivata.
- Salve, mi chiamo Valeria...
- Piacere...è disponibile ora o desidera che ritorni più tardi?...
- No, prego, si accomodi...
E mi guidò verso la stanza da letto.
Mi invitò a spogliarmi mentre si accingeva ad entrare nella piccola "toilette" da cui si accedeva dall'interno della stanza da letto stessa.
- Aspetti - le dissi, e, "d'emblée", la presi per un braccio, la trassi a me e la baciai. Mi corrispose in un modo affatto spontaneo: nulla di artificiosamente "professionale" vi era nel suo atteggiamento. Mi parve, da subito, essere il bacio di una quindicenne innamorata: uno dei quei baci di cui, purtroppo, a suo tempo, mai ebbi a gustare il sapore.
Continuammo per ben più di un minuto e quando si staccò le dissi:
- Abbiamo voglia, a quanto vedo...
- Proprio così: e tu?...
- Sentimi...
E le presi la mano e la portai sulla patta dei miei pantaloni...
- Wow... vado subito a prepararmi...spogliati...
Tornò, poco dopo, indossando un completo di "lingerie" assolutamente non provocante ma che, tuttavia, valorizzava, al massimo, le sue forme adolescenziali.
La presi sotto le ascelle e la sollevai di peso, portando, di nuovo, le sue labbra all'altezza delle mie; la baciai ancora una volta. per poi deporla sul letto.
- Il sacerdote deve preparare a dovere l'animale prima del sacrificio - mormorai, ed iniziai ad accarezzarla, dappertutto.
Nonostante qualche rughetta attorno alla bocca, aveva, effettivamente, il corpo di una quindicenne ed i suoi seni, a stento, raggiungevano la seconda misura: seppi, in seguito che aveva, seppur da pochi anni, doppiato i quaranta.
Il suo vello era folto e castano, con qualche pelucchio tendente al rosso.
Mentre le mie mani correvano sul suo corpo, la sua voce iniziò a mormorare una catena di si; sembrava quasi pregasse: la "vittima sacrificale" pregava, anzi, implorava "il sacerdote" affinché, penetrandola, avesse portato i suoi sensi a quel parossismo che, nelle sue punte più alte, non è poi molto lontano dagli spasimi della morte.
- Ti prego, ti prego, prendimi...
Crudele, continuai nei preliminari fino a quando mi tuffai in un "cunnilingum" magistrale. La sua vagina era lubrificata a dovere, per cui, indossato il profilattico, la feci mettere nella posizione " a la levrette" ed entrai in lei. Ebbe come un sussulto cui fece seguito un lunghissimo siiii!
A dire il vero la posizione in argomento, non sarebbe la mia preferita: in essa, infatti, il membro maschile non viene completamente circondato dai muscoli vaginali rimanendo, nella sua parte inferiore, allo scoperto.
Di contro, viene a soddisfare, superlativamente, la "partner".
Proprio per questo, vado ad assumerla, più che volentieri, quando si tratta di soddisfare, sino al più completo annientamento, una "partner" d'eccezione, come Valeria stava dimostrando di essere.
Mi fermai qualche secondo, per poi andare "alla carica".
Attesi quasi tutto il primo minuto prima di "attaccare" il clitoride: l'"animale da sacrificio" doveva essere "scaldato" a dovere...
Valeria, allora, gridò:
- Ooooh - per poi continuare - non ti fermare, non ti fermare, avanti...
Non mi fermai: continuai a penetrarla: "selvaggiamente". Sentivo, colpo dopo colpo, che stavo vincendo le sue forze e che presto, prestissimo, pochi secondi ancora, i suoi sensi, la sua mente, tutta intera la sua persona, sarebbero esplose in un orgasmo a dir poco devastante.
Ma, oggi, dopo quasi trenta anni, comprendo che, nella mia irruenza, vi era anche l'odioso, inconscio, disprezzo per quella "femmina" che, sia pure per un breve periodo, aveva distratto, la mia anima e, soprattutto, il mio corpo, dalla mia adorata Lady Rowena.
L'orgasmo arrivò: sentii Valeria tremare gridando; un vero e proprio terremoto fisico che, partendo dal suo basso ventre giungeva sino al suo cervello, devastandolo. Assestai gli ultimi colpi ad un corpo di donna ridotto ad un vero e proprio straccio, pressoché inanimato, infine le esplosi dentro.
Grazie anche al lungo periodo di forza castità, mi produssi in un vero e proprio "tsunami" di sperma, per poi ritirarmi andandomi a sdraiare accanto alla mia "vittima sacrificale".
Mi assopii, come al solito e, quando mi riebbi, trovai Valeria completamente vestita che mi guardava sorridendo.
- Wow...giornata iniziata nel modo migliore! Credo che, se non dovesse venirmi a trovare un altro uomo pari tuo, oggi morirò di noia... erano mesi che non mi capitava un primo cliente così...
- Caldo?
- Rovente...ho goduto come una pazza...non mi capita tutti i giorni, sono sincera!
Un quarto d'ora dopo, ero in strada, cigolante, in cerca di una cabina telefonica per chiamare Lady Rowena. La sua sola voce mi avrebbe riconciliato, con la vita e con il sentimento stesso dell'amore, dopo quella mattinata di sesso mercenario, invero squallido, anche se "al calor bianco".
* * *
Per le ragioni suesposte, continuai, per alcuni anni, a frequentare Valeria, ed ogni nostro incontro ebbe, sempre, carattere "pirotecnico" anche se, ovviamente, seguito dall'immancabile senso di colpa.
Continuai a frequentare Valeria fino al giorno in cui, Lady Rowena mi confessò di essersi innamorata di me: da allora, "insalutata ospite", Valeria uscì dalla mia vita.
Purtroppo, dopo il matrimonio, potei accorgermi della personalità, per così dire "asessuata", della donna con cui avevo deciso di vivere il resto della mia vita. Accettai, di ottimo grado, la situazione: l'amore, l'affetto, l'amicizia che Lady Rowena mi dona ogni giorno, da quasi vent'anni, meritano un tal sacrificio.
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