"Festa di laurea" con sorpresa.
di
Sir Wilfred
genere
etero
Come accennato in un mio precedente scritto, intitolato "Donna Rebecca. III Parte", nel primi giorni dell'estate del 1987, sostenni l'esame di laurea. Dopo, circa, una settimana, tornai "sul luogo del delitto" al fine di informarmi, presso la Segreteria della Facoltà, degli adempimenti "post lauream".
Nell'incamminarmi verso casa, decisi di entrare nella Facoltà, in quella Facoltà di Giurisprudenza in cui avevo trascorso tante ore della mia vita giovanile, in quella Facoltà da cui tante volte ero uscito vittorioso dopo un esame superato, in quella Facoltà ove, purtroppo, tanto avevo sofferto a causa della viltà altrui.
Varcato l'ingresso posteriore, provai una sensazione del tutto inaspettata: mi sembrava che ogni corridoio, ogni aula, ogni minimo ambiente, mi fosse, nel breve volgere di poco più di una settimana, divenuto estraneo.
Si, io avevo frequentato quell'edificio per oltre un lustro, entrandovi poco più che ragazzo ed uscendovi uomo, ma, al momento, sentivo il ricordo di quel periodo, come, incredibilmente, appartenente ad un altro.
Guadagnai l'ingresso principale e mi trovai nel punto esatto ove, quel "fatidico" tredici febbraio 1984, ricevetti una pugnalata in pieno cuore.
Come per magia, mi parve che quell'episodio non mi appartenesse più.
I Lettori perdonino la reminescenza "giacosiana", ma mi parve che, l'autrice di quel gesto, malvagio e vile, fosse stata, per sempre, portata via dal vento, come una foglia secca d'autunno, e che non avesse più alcuna relazione con la mia vita: passata, presente e, speravo, soprattutto futura.
Almeno da questo punto di vista, mi sentii di molto rinfrancato e cominciai a provare un certo "languorino" nella zona pubica.
Decisi, per tanto, di far vela verso la "casa" di Donna Alessandra, con la segreta speranza di poter avere, con la stessa, un "incontro ravvicinato": una "festa di laurea" privata, lontano da occhi indiscreti.
Fu proprio lei ad aprirmi la porta.
Rimasi sorpreso di vedere come avesse scelto un abbigliamento un po' meno "didattico" delle volte precedenti.
Ferma restando la consueta sobrietà del trucco, aveva indossato uno "chemisier" color sabbia, stretto in vita da una cintura, ed un paio di "stuzzicanti" sandaletti con tacchi a spillo, allacciati alla caviglia.
Non appena la vidi, mi produssi in un baciamano d'alta scuola e le chiesi:
- Sola, oggi, niente cameriera?
O, forse...si è impiegata al Museo Egizio di Torino in qualità di mummia?
Donna Alessandra rise, per poi rispondere:
- No, niente Museo Egizio; arriverà più tardi, è andata a fare un poco di spesa...
- Dopo...potremmo appartarci insieme...
- Perché no? Ma, se permette, vorrei prima presentarle una persona...poi deciderà: liberamente.
Sorrisi, per domandare subito dopo:
- Benone, ma...niente gelosie...poi?
- Nella nostra professione, la gelosia è, puramente e semplicemente, inutile.
Rimasi colpito dal tono con cui vennero pronunziate queste parole: mi parve nascondesse, in sé, come una recondita melanconia, causata da una situazione, ritenuta ineluttabile, che pur garantendole il benessere, le avesse impedito lo sviluppo di un qualsivoglia sentimento d'amore.
E rimasi, altresì, meravigliato dell'uso della parola "professione": data l'assoluta proprietà di linguaggio di Donna Alessandra, quel sostantivo aveva molto più contenuto di un'opera in più volumi.
Chiacchierammo, del più e del meno, per qualche minuto, fino a quando non fummo interrotti dal trillo del campanello.
Donna Alessandra uscì dal salottino d'attesa, ne chiuse la porta ed andò nel vestibolo; la sentii parlare per qualche minuto, poi apri la porta e disse:
- Signorino, le presento la Signora Lina...
La riconobbi immediatamente: la "Signora Lina" altri non era che la sorella del Signor Gino, il marito della Signora Dina, la mia vecchia "nave scuola".
- Che signora "charmante" - esclamai - vogliamo accomodarci?
- Andiamo subito - disse lei, e ci dirigemmo verso la camera da letto.
Debbo, a questo punto, specificare che la Signora Lina è un pochino meno alta della cognata, due splendide gambe, un seno di tutto rispetto, un sedere da applauso, le chiome ramate ed una notevole somiglianza facciale con Carmen Russo.
Tuttavia, se nella loro totalità, tutte le "operatrici", da me incontrate in quella casa, "in primis" Donna Alessandra stessa, potevano dirsi accomunate da un elevato "tasso di regalità", la Signora Lina appariva, nel suo complesso, più "ordinaria", seppur
di pochissimo.
Si potrebbe scrivere, esagerando di sicuro, ma nella certezza di aver messo il Lettore in grado di comprendere appieno, "più volgare".
Ciò, seduceva il "cliente" a tenere atteggiamenti meno "formali", a cominciare dal linguaggio adoperato nei momenti più "caldi".
Truccatissima, ma con buon gusto, indossava, anche lei, uno "chemisier", verde chiaro, e gli eroticissimi sandaletti.
Quando fummo in camera da letto, mi andai a lavare e, quando tornai, le dissi:
- Se permette, la spoglio io...
Piazzatomi alle sue spalle, iniziai a slacciarle la cinghia.
Fu quando giunsi ai bottoni che ebbi la prima sorpresa:
sotto il vestito indossava, soltanto, un "cache sexe" rosso, a forma di cuore, acquistato, evidentemente, in un "sexy shop" e, decisamente, di cattivo gusto.
Quel capo d'abbigliamento copriva, a malapena, il vello rossiccio della Signora Lina e mi sembrava esserne, in qualche modo, l'"autobiografia"
L'insieme induceva a saltare, a piè pari, i preliminari.
Infatti, le sfilai l'indumento intimo e, con la più totale eccitazione, la sollevai per farla ricadere sul mio scettro, assolutamente rigido.
La donna accolse la penetrazione dapprima gridando e digrignando i denti, per poi gettare la rossa testa all'indietro.
Sempre mantenendo la posizione, la posai sul ripiano del cassettone ed iniziai a cavalcarla.
- Si, si, ancora, non ti fermare...che stallone che sei...
- Son almeno dieci anni che sogno questo momento, da quando andavamo al mare insieme con sua cognata...
- Ma non ti bastava lei?...
- Sa anche questo?...Ma volevo anche lei...
- Si, a suo tempo, Dina mi disse tutto: al suo racconto mi sono bagnata come una fontana per poi masturbarmi per due ore...
- Sarebbe bastato che si fosse "fatta avanti" - dissi io
La Signora Dina non rispose mentre le sue secrezioni scendevano, abbondantissime.
Fu allora che la staccai dal cassettone per adagiarla sul letto; le feci assumere la posizione "a la levrette" per poi penetrare, d'un colpo, nel suo ano col mio scettro abbondantemente lubrificato.
Lo sfintere cedette con assoluta tranquillità, il che la diceva lunghissima, e mi parve circondare, ed ingoiare, il mio sesso, con ferina avidità.
Appena sodomizzata, la Signora Lina, senza "sollevare obiezione" alcuna, aveva iniziato a gridare:
- Si, si, sfondami, sfondami tutta...
Fu quando iniziai ad agire sul suo clitoride, che guardai i suoi occhi riflessi nello specchio sopra il cassettone: erano, oltre misura, dilatati e la sua bocca, spalancata, gridava ancora:
- Si, si, sono una troia, una vacca, sfondami, sfondami tutta...
Decisi, allora, di avviarmi al "gran finale" ed, uscito dal suo orifizio anale, presentai il mio scettro alle sue labbra.
Iniziò a succhiarlo come un'aspirapolvere, ma io resistevo per portare al massimo la spermatogenesi.
Il "duello" durò per circa cinque minuti: quando sentii montare lo sperma uscii da lei e le irrorai le labbra, ed il mento, con una quantità oceanica di seme.
Incredibilmente, mantenni l'erezione e decisi il colpo finale.
Posizionai il mio scettro tra le sue "generose" mammelle e le dissi:
- Dai, troia, fammi una spagnola...
La Signora Lina obbedì, docilmente; il suo agire durò una decina di minuti poi, nonostante la precedente, una seconda eiaculazione, incredibilmente abbondante, uscì dalle chiuse del mio corpo per inondare i seni della donna...
"Quant'è bella giovinezza"...
L'ultima cosa che vidi, prima di crollare addormentato, fu la Signora Lina che, con l'indice della mano destra, raccoglieva il mio seme per portarselo alla bocca.
- Non sapevo che fosse una bevitrice di sperma... - mormorai con voce molto assonnata.
- Lo adoro...specie quello dei giovani stalloni.
Al risveglio, trovai entrambe della stanza, sedute sul letto.
Donna Alessandra, quasi ridendo, mi disse:
- Sa che lei è uno dei miei "migliori" clienti?
- Grazie - farfugliai.
La Signora Lina soggiunse:
- Per quanto mi riguarda, potrebbe anche essere meglio di Mark, se non altro...non è gay...- disse la Signora Lina.
- Povero Mark, finirete col distruggerlo - esclamai con una punta di ironia.
La Signora Lina rispose:
- Nooo! Ma lo sa che, il mese scorso, in un pomeriggio, ha soddisfatto, completamente, me, mia cognata, mio cognato e mia nipote venendo, in tutto, più di dieci volte?
- Beato lui...
- Beh...i negri sono quello che sono...
- Perché non lo fa venire a Roma per farlo collaudare, contemporaneamente, da Donna Alessandra e da Eleonora? - domandai.
- Perché, ne sono sicura, lo annienteremmo di certo...poverino...
come si suol dire, non non facciamo prigionieri - disse, ridendo, Donna Alessandra.
Dopo pochi minuti, uscì dalla stanza ed io e la Signora Lina rimanemmo soli.
- Detesto ripetermi, ma è da quando avevo quindici anni, che la sognavo...e che "speravo" di incontrarla in un "ambiente" come questo...magari insieme a sua cognata...in fondo le loro "inclinazioni"...traspaiono "decisamente"...
- Davvero? Beh, come hai potuto vedere, qualche volta, i sogni si realizzano... comunque, io e Dina ne abbiamo fatte poche di "marchette" insieme...Mi ricordo una volta, a Napoli, ci siamo portate a letto tre soldati statunitensi di colore a testa: quando finimmo, eravamo, letteralmente, coperte di sperma...
- Ma...potrei sapere come cominciaste?
- Cominciai per prima io, a Pescara, in zona porto, era il 1962,...c'era la fila, tutti i giorni.
Un bel giorno, la tenutaria mi disse che, data la massiccia affluenza di clientela, aveva assunto una seconda ragazza.
Non mi risentii: il lavoro non mancava; fu così che conobbi Dina.
Ci piacemmo subito: la prima notte la trascorremmo a lesbicare...
Girammo tutta l'Italia, ma lavorammo anche all'estero: a Tunisi poco ci mancava che ci erigessero un monumento...eravamo sempre in coppia...poi presentai mio fratello a Dina...
- A proposito di sua cognata...
- Non verrà più, purtroppo, non è stata bene, ora è guarita ma...
- Capisco...
- E...Valentina?
- È giovane...per ora si limita ad accompagnarsi, nei weekend, a dei signori molto facoltosi: si paga gli studi, impingua il conto in banca e "fa pratica"... è molto più "calda" della madre e conosce tutte le posizioni... ovviamente, gliele ho insegnate io...stavo pensando di consigliarle di venire a studiare a Roma cosicché... comunque, Donna Alessandra ha già avuto modo di "collaudarla":
trenta, lode e bacio accademico!
- Uhm...una buona "scuola" è la base di tutto...ed il giovane Pino?...
- Ottimamente, grazie, si avvia a diventare uno stallone di tutto rispetto: lo sto istruendo io...
- E la figlia del Commendatore?...
- Lei ed il marito collezionano amanti: di entrambi i sessi lei e belle ragazze lui...è dotatissimo...ho collaudato personalmente entrambi...
- Insieme o...
- No, non insieme. La moglie è stata la prima... è bisessuale completa ed è una "virtuosa dell'olisbo"...il suo "pezzo forte" è la visita ginecologica...fece impazzire, letteralmente, me e Dina...a turno, ovviamente...
- Ed il marito?
- Diciamo così che è un "negro bianco": potrebbe girare film porno...io e mia cognata abbiamo avuto un "flirt" anche con lui...
- Però...ed i figli?...
- Sono sicura che, prima o poi, me li "affideranno": la madre me ne ha già parlato...mi ha anche detto che una volta in cui entrambi avevano bagnato il letto, l'odore di sperma nella stanza era tale che le dette alla testa. Menomale che il marito era in casa: si accoppiarono per otto volte!
I ragazzi, del resto, cominciano ad avere quattordici anni...non vedo l'ora: li ho visti in costume da bagno...tutti i loro padre...
- Non sapevo che lei fosse l'unica "nave scuola" del suo circondario...
- La sola no, la migliore si...del resto, mia cognata è, ormai, fuori giuoco...
- Purtroppo...
Scambiammo qualche altra banalità,
poi mi vestii ed uscii.
Quando fui in strada pensai:
- Soddisfatti e disgustati...
Nell'incamminarmi verso casa, decisi di entrare nella Facoltà, in quella Facoltà di Giurisprudenza in cui avevo trascorso tante ore della mia vita giovanile, in quella Facoltà da cui tante volte ero uscito vittorioso dopo un esame superato, in quella Facoltà ove, purtroppo, tanto avevo sofferto a causa della viltà altrui.
Varcato l'ingresso posteriore, provai una sensazione del tutto inaspettata: mi sembrava che ogni corridoio, ogni aula, ogni minimo ambiente, mi fosse, nel breve volgere di poco più di una settimana, divenuto estraneo.
Si, io avevo frequentato quell'edificio per oltre un lustro, entrandovi poco più che ragazzo ed uscendovi uomo, ma, al momento, sentivo il ricordo di quel periodo, come, incredibilmente, appartenente ad un altro.
Guadagnai l'ingresso principale e mi trovai nel punto esatto ove, quel "fatidico" tredici febbraio 1984, ricevetti una pugnalata in pieno cuore.
Come per magia, mi parve che quell'episodio non mi appartenesse più.
I Lettori perdonino la reminescenza "giacosiana", ma mi parve che, l'autrice di quel gesto, malvagio e vile, fosse stata, per sempre, portata via dal vento, come una foglia secca d'autunno, e che non avesse più alcuna relazione con la mia vita: passata, presente e, speravo, soprattutto futura.
Almeno da questo punto di vista, mi sentii di molto rinfrancato e cominciai a provare un certo "languorino" nella zona pubica.
Decisi, per tanto, di far vela verso la "casa" di Donna Alessandra, con la segreta speranza di poter avere, con la stessa, un "incontro ravvicinato": una "festa di laurea" privata, lontano da occhi indiscreti.
Fu proprio lei ad aprirmi la porta.
Rimasi sorpreso di vedere come avesse scelto un abbigliamento un po' meno "didattico" delle volte precedenti.
Ferma restando la consueta sobrietà del trucco, aveva indossato uno "chemisier" color sabbia, stretto in vita da una cintura, ed un paio di "stuzzicanti" sandaletti con tacchi a spillo, allacciati alla caviglia.
Non appena la vidi, mi produssi in un baciamano d'alta scuola e le chiesi:
- Sola, oggi, niente cameriera?
O, forse...si è impiegata al Museo Egizio di Torino in qualità di mummia?
Donna Alessandra rise, per poi rispondere:
- No, niente Museo Egizio; arriverà più tardi, è andata a fare un poco di spesa...
- Dopo...potremmo appartarci insieme...
- Perché no? Ma, se permette, vorrei prima presentarle una persona...poi deciderà: liberamente.
Sorrisi, per domandare subito dopo:
- Benone, ma...niente gelosie...poi?
- Nella nostra professione, la gelosia è, puramente e semplicemente, inutile.
Rimasi colpito dal tono con cui vennero pronunziate queste parole: mi parve nascondesse, in sé, come una recondita melanconia, causata da una situazione, ritenuta ineluttabile, che pur garantendole il benessere, le avesse impedito lo sviluppo di un qualsivoglia sentimento d'amore.
E rimasi, altresì, meravigliato dell'uso della parola "professione": data l'assoluta proprietà di linguaggio di Donna Alessandra, quel sostantivo aveva molto più contenuto di un'opera in più volumi.
Chiacchierammo, del più e del meno, per qualche minuto, fino a quando non fummo interrotti dal trillo del campanello.
Donna Alessandra uscì dal salottino d'attesa, ne chiuse la porta ed andò nel vestibolo; la sentii parlare per qualche minuto, poi apri la porta e disse:
- Signorino, le presento la Signora Lina...
La riconobbi immediatamente: la "Signora Lina" altri non era che la sorella del Signor Gino, il marito della Signora Dina, la mia vecchia "nave scuola".
- Che signora "charmante" - esclamai - vogliamo accomodarci?
- Andiamo subito - disse lei, e ci dirigemmo verso la camera da letto.
Debbo, a questo punto, specificare che la Signora Lina è un pochino meno alta della cognata, due splendide gambe, un seno di tutto rispetto, un sedere da applauso, le chiome ramate ed una notevole somiglianza facciale con Carmen Russo.
Tuttavia, se nella loro totalità, tutte le "operatrici", da me incontrate in quella casa, "in primis" Donna Alessandra stessa, potevano dirsi accomunate da un elevato "tasso di regalità", la Signora Lina appariva, nel suo complesso, più "ordinaria", seppur
di pochissimo.
Si potrebbe scrivere, esagerando di sicuro, ma nella certezza di aver messo il Lettore in grado di comprendere appieno, "più volgare".
Ciò, seduceva il "cliente" a tenere atteggiamenti meno "formali", a cominciare dal linguaggio adoperato nei momenti più "caldi".
Truccatissima, ma con buon gusto, indossava, anche lei, uno "chemisier", verde chiaro, e gli eroticissimi sandaletti.
Quando fummo in camera da letto, mi andai a lavare e, quando tornai, le dissi:
- Se permette, la spoglio io...
Piazzatomi alle sue spalle, iniziai a slacciarle la cinghia.
Fu quando giunsi ai bottoni che ebbi la prima sorpresa:
sotto il vestito indossava, soltanto, un "cache sexe" rosso, a forma di cuore, acquistato, evidentemente, in un "sexy shop" e, decisamente, di cattivo gusto.
Quel capo d'abbigliamento copriva, a malapena, il vello rossiccio della Signora Lina e mi sembrava esserne, in qualche modo, l'"autobiografia"
L'insieme induceva a saltare, a piè pari, i preliminari.
Infatti, le sfilai l'indumento intimo e, con la più totale eccitazione, la sollevai per farla ricadere sul mio scettro, assolutamente rigido.
La donna accolse la penetrazione dapprima gridando e digrignando i denti, per poi gettare la rossa testa all'indietro.
Sempre mantenendo la posizione, la posai sul ripiano del cassettone ed iniziai a cavalcarla.
- Si, si, ancora, non ti fermare...che stallone che sei...
- Son almeno dieci anni che sogno questo momento, da quando andavamo al mare insieme con sua cognata...
- Ma non ti bastava lei?...
- Sa anche questo?...Ma volevo anche lei...
- Si, a suo tempo, Dina mi disse tutto: al suo racconto mi sono bagnata come una fontana per poi masturbarmi per due ore...
- Sarebbe bastato che si fosse "fatta avanti" - dissi io
La Signora Dina non rispose mentre le sue secrezioni scendevano, abbondantissime.
Fu allora che la staccai dal cassettone per adagiarla sul letto; le feci assumere la posizione "a la levrette" per poi penetrare, d'un colpo, nel suo ano col mio scettro abbondantemente lubrificato.
Lo sfintere cedette con assoluta tranquillità, il che la diceva lunghissima, e mi parve circondare, ed ingoiare, il mio sesso, con ferina avidità.
Appena sodomizzata, la Signora Lina, senza "sollevare obiezione" alcuna, aveva iniziato a gridare:
- Si, si, sfondami, sfondami tutta...
Fu quando iniziai ad agire sul suo clitoride, che guardai i suoi occhi riflessi nello specchio sopra il cassettone: erano, oltre misura, dilatati e la sua bocca, spalancata, gridava ancora:
- Si, si, sono una troia, una vacca, sfondami, sfondami tutta...
Decisi, allora, di avviarmi al "gran finale" ed, uscito dal suo orifizio anale, presentai il mio scettro alle sue labbra.
Iniziò a succhiarlo come un'aspirapolvere, ma io resistevo per portare al massimo la spermatogenesi.
Il "duello" durò per circa cinque minuti: quando sentii montare lo sperma uscii da lei e le irrorai le labbra, ed il mento, con una quantità oceanica di seme.
Incredibilmente, mantenni l'erezione e decisi il colpo finale.
Posizionai il mio scettro tra le sue "generose" mammelle e le dissi:
- Dai, troia, fammi una spagnola...
La Signora Lina obbedì, docilmente; il suo agire durò una decina di minuti poi, nonostante la precedente, una seconda eiaculazione, incredibilmente abbondante, uscì dalle chiuse del mio corpo per inondare i seni della donna...
"Quant'è bella giovinezza"...
L'ultima cosa che vidi, prima di crollare addormentato, fu la Signora Lina che, con l'indice della mano destra, raccoglieva il mio seme per portarselo alla bocca.
- Non sapevo che fosse una bevitrice di sperma... - mormorai con voce molto assonnata.
- Lo adoro...specie quello dei giovani stalloni.
Al risveglio, trovai entrambe della stanza, sedute sul letto.
Donna Alessandra, quasi ridendo, mi disse:
- Sa che lei è uno dei miei "migliori" clienti?
- Grazie - farfugliai.
La Signora Lina soggiunse:
- Per quanto mi riguarda, potrebbe anche essere meglio di Mark, se non altro...non è gay...- disse la Signora Lina.
- Povero Mark, finirete col distruggerlo - esclamai con una punta di ironia.
La Signora Lina rispose:
- Nooo! Ma lo sa che, il mese scorso, in un pomeriggio, ha soddisfatto, completamente, me, mia cognata, mio cognato e mia nipote venendo, in tutto, più di dieci volte?
- Beato lui...
- Beh...i negri sono quello che sono...
- Perché non lo fa venire a Roma per farlo collaudare, contemporaneamente, da Donna Alessandra e da Eleonora? - domandai.
- Perché, ne sono sicura, lo annienteremmo di certo...poverino...
come si suol dire, non non facciamo prigionieri - disse, ridendo, Donna Alessandra.
Dopo pochi minuti, uscì dalla stanza ed io e la Signora Lina rimanemmo soli.
- Detesto ripetermi, ma è da quando avevo quindici anni, che la sognavo...e che "speravo" di incontrarla in un "ambiente" come questo...magari insieme a sua cognata...in fondo le loro "inclinazioni"...traspaiono "decisamente"...
- Davvero? Beh, come hai potuto vedere, qualche volta, i sogni si realizzano... comunque, io e Dina ne abbiamo fatte poche di "marchette" insieme...Mi ricordo una volta, a Napoli, ci siamo portate a letto tre soldati statunitensi di colore a testa: quando finimmo, eravamo, letteralmente, coperte di sperma...
- Ma...potrei sapere come cominciaste?
- Cominciai per prima io, a Pescara, in zona porto, era il 1962,...c'era la fila, tutti i giorni.
Un bel giorno, la tenutaria mi disse che, data la massiccia affluenza di clientela, aveva assunto una seconda ragazza.
Non mi risentii: il lavoro non mancava; fu così che conobbi Dina.
Ci piacemmo subito: la prima notte la trascorremmo a lesbicare...
Girammo tutta l'Italia, ma lavorammo anche all'estero: a Tunisi poco ci mancava che ci erigessero un monumento...eravamo sempre in coppia...poi presentai mio fratello a Dina...
- A proposito di sua cognata...
- Non verrà più, purtroppo, non è stata bene, ora è guarita ma...
- Capisco...
- E...Valentina?
- È giovane...per ora si limita ad accompagnarsi, nei weekend, a dei signori molto facoltosi: si paga gli studi, impingua il conto in banca e "fa pratica"... è molto più "calda" della madre e conosce tutte le posizioni... ovviamente, gliele ho insegnate io...stavo pensando di consigliarle di venire a studiare a Roma cosicché... comunque, Donna Alessandra ha già avuto modo di "collaudarla":
trenta, lode e bacio accademico!
- Uhm...una buona "scuola" è la base di tutto...ed il giovane Pino?...
- Ottimamente, grazie, si avvia a diventare uno stallone di tutto rispetto: lo sto istruendo io...
- E la figlia del Commendatore?...
- Lei ed il marito collezionano amanti: di entrambi i sessi lei e belle ragazze lui...è dotatissimo...ho collaudato personalmente entrambi...
- Insieme o...
- No, non insieme. La moglie è stata la prima... è bisessuale completa ed è una "virtuosa dell'olisbo"...il suo "pezzo forte" è la visita ginecologica...fece impazzire, letteralmente, me e Dina...a turno, ovviamente...
- Ed il marito?
- Diciamo così che è un "negro bianco": potrebbe girare film porno...io e mia cognata abbiamo avuto un "flirt" anche con lui...
- Però...ed i figli?...
- Sono sicura che, prima o poi, me li "affideranno": la madre me ne ha già parlato...mi ha anche detto che una volta in cui entrambi avevano bagnato il letto, l'odore di sperma nella stanza era tale che le dette alla testa. Menomale che il marito era in casa: si accoppiarono per otto volte!
I ragazzi, del resto, cominciano ad avere quattordici anni...non vedo l'ora: li ho visti in costume da bagno...tutti i loro padre...
- Non sapevo che lei fosse l'unica "nave scuola" del suo circondario...
- La sola no, la migliore si...del resto, mia cognata è, ormai, fuori giuoco...
- Purtroppo...
Scambiammo qualche altra banalità,
poi mi vestii ed uscii.
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