La vera storia di MATILDE (la hippy)
di
Occhi di Smeraldo
genere
etero
Il caldo estivo è sempre stato un catalizzatore di sesso. Non c’è stata un’estate in cui non abbia avuto una storia con qualche ragazza.
Ho conosciuto da poco Matilde a casa di amici.
Non posso dire che sia una ragazza che fa colpo, perché ha un modo di vestire tutto sommato leggermente confusionario e non certo pensato per mostrarsi, tutt’altro: Matilde porta abiti larghi e lunghi, con le maniche lunghe svasate e pantaloni a campana come quelli hippy degli anni ’70 oppure si potrebbe definire come uno stile grunge degli anni ‘90. Una moda tutta sua costruita sull’anti eleganza.
Però, ha la capacità di magnetizzarmi con i suoi dolci occhi di un azzurro ceruleo, di eccitarmi solo leccandosi le labbra spesse o lasciando libere le tette generose e farle intravedere da scollature ampie.
È colta, un’intellettuale con la quale è un piacere parlare di cinema o di teatro di cui già insegna, giovanissima, all’università.
È spiritosa, entusiasta della vita e del proprio corpo che gestisce in totale libertà: trovarmici a letto è stato un attimo. Vive in un bilocale pieno zeppo di libri stipati ogni dove. Ha un grande letto che usa in tanti modo non convenzionali tra i quali il più sano, oltre a dormire, che è quello di fare sesso, tanto.
Ha un corpo poco caratterizzato: normale.
Capelli lunghi castani mossi, belle tette gonfie, il culo forse un po’ basso, ma pieno, un cespuglio al naturale che le contraddistingue il pube e delle gambe snelle non proprio lunghissime.
Ma a letto è una vera indiavolata.
Lo si intuisce dai complimenti espliciti che fa degli uomini e direttamente agli uomini, ma soprattutto dal modo diretto in cui ti comunica che vuole scopare.
Una sessantottina ibernata e risvegliata al giorno d’oggi.
Le cene da lei sono eclettiche come pure i dopocena: serie viste sul pc fino a notte fonda, commenti letterari, discussioni politiche. Non ci si annoia mai. E poi si scopa.
Lei si sveste sempre completamente nuda togliendosi mutandoni inguardabili e reggipetti sformati ed è allora che comincia a dare il meglio di sé.
Il suo sguardo lentamente si intorbidisce mentre abbassa un po’ la testa e fa calare ai lati dl volto i capelli vaporosi. Socchiude la bocca e si sfiora lentamente le labbra carnose con una lingua rosa lunga e sensuale. Si trasforma in una porca incredibile che si tocca le tette con carezze di una carnalità esagerata. Si succhia le dita e se le passa sui capezzoli, ruotandoci intorno e cercando li leccarli, ma siccome non ci arriva se non con la punta della lingua, ci fa colare sopra la saliva e poi se la spande tutt’intorno. Non è raro andare in bagno per poi trovarla che si masturba nel letto prona, con le chiappe sollevate, e le dita che saettano tra la fica ed il buco del culo.
Stasera la vedo proprio così che si infila due dita nella fica, passando la mano da sotto la pancia, ed altre due nel culo con il braccio poggiato sul fondoschiena.
Sta già godendo. Ha la faccia ruotata di lato premuta sul lenzuolo e mi guarda sorridendo mentre continua a sollazzarsi. Io comincio a spogliarmi sentendo i battiti del cuore accelerare e gonfiarmi l’uccello che prendo la mano, cercando di raggiungere un’erezione adeguata.
Con lo spettacolo di questa maialina in calore che si sditalina a fondo non ci metto molto a farmi venire un bel mattarello duro e pronto, mi basta guardare le sue dita che scompaiono nell’anello scuro del suo culo soffice proprio sopra alle altre che scivolano lucide dentro e fuori la fica eccitata.
Lei ha uno sguardo che sprizza sesso a mille e ansima forte. Mi abbasso e le bacio le chiappe, le mordicchio piano poi le scosto le mani e sostituisco le sue dita con la mia lingua e le mie dita: la prima dritta nel culo fino a dove riesco a penetrarla e le altre nella passera succosa che si contrae di piacere.
L’anello accoglie la mia lingua e vibra piano facendomi eccitare più della fica bagnata attorno alle mie dita che la esplorano ovunque.
Le scopo il culo con la lingua dura come le piace, senza togliere indice e medio dalla sua passera goduriosa, le tocco il clitoride col pollice, facendola vibrare di più. Lei è tutta un fremito mentre lo scorrimento multiplo nei suoi buchetti vogliosi la sta mandando in estasi. Io ho il cazzo teso e duro a forza di leccarle il culo e decido di sostituire la lingua con il mio attrezzo. Con le ginocchia ai lati della sue cosce le appoggio la cappella sul buco del culo e la spingo appena un po’ per farla entrare in quel nido accogliente: come mi piace guardare la mia cappella rossa scomparire nello sfintere che si allarga e mi stringe il cazzo.
Le si rimette le dita nella fica e comincia subito a gemere mentre le faccio scorrere lentamente l’uccello dentro il culo caldo per un po’ per poi estrarlo e rimetterlo una decina di volte, facendole aumentare la voglia di affondarglielo ben, bene. Così è lei che spinge indietro il culo per farselo riempire a fondo. Adoro scoparle il culo quando ne ha così tanta voglia. Non ho nessuna fretta e le spingo l’uccello dentro con un bel ritmo adeguato tenendola saldamente per le chiappe che cedono sotto la pressione delle mie dita dandomi una presa salda e soddisfacente.
Matilde ansima ed emette l’aria sonoramente ad ogni spinta accompagnandola con vocali allungate “ah, aah, aaah” che mi mantengono ben tosto il cazzo. Con lei godo a lungo, senza troppa foga, ma con corposa consapevolezza del piacere.
Percepisco con l’uccello il costante movimento delle sue dita nella passera: sono sicuro che se ci fosse un altro uomo si farebbe penetrare contemporaneamente da entrambi e magari lo succhierebbe anche ad un terzo.
Mi sento investito di una grande responsabilità ed accelero il ritmo e l’ampiezza delle spinte per regalarle un bell’orgasmo che le sconquassi il ventre. Lei lo sente arrivare e geme forte toccandosi con entrambe le mani dentro e fuori la fica mentre le pompo dentro il culo il cazzo senza sosta. Come un uragano scuote le foreste, l’orgasmo scuote il corpo intero di Matilde che vibra, come poche donne fanno, gemendo forte di piacere.
Resisto alla voglia di sborrarle nel culo perché so che l’attesa mi ripagherà.
Infatti, lei dopo poco si gira, si mette a quattro zampe, alza una mano e mi prende l’uccello, lo soleva e mi succhia entrambe le palle, tenendole contemporaneamente in bocca, e menandomi il cazzo con cura.
Mi guarda dritta negli occhi mentre me le succhia con maestria, con uno sguardo da vera porca.
Questo trattamento sembra farmele gonfiare tanto che le escono dalla bocca e comincia e leccarle con la sua bella lingua lunga. Lecca, come leccherebbe un gelato, anche l’uccello fino a slinguazzarmi la cappella alternando veloci ciucciate a scorribande di lingua sul glande tenendo ben stretta l’asta nella mano che la mena. Le guardo la schiena ed il culo rivolto in su: lo raggiungo con le dita e ci entro dentro aumentando la mia foga sentendolo caldo e accogliente. Di nuovo due penetrazioni contemporaneamente.
Dopo tante giravolte si fa scivolare il cazzo in gola facendomi godere di una lunga sequenza di ingoi profondi che mi attizzano sempre di più.
A questa variante aggiunge una diversa posizione: si mette in ginocchio e mi manipola con l’altra mano le palle sempre più cariche. Mi dispiace un po’ non farle scorrere le dita tra le chiappe, ma è letteralmente tutto nelle sue mani (e nella sua bocca).
Sto per venire, lo sento, e mi preparo ad ingolfarle la faringe, ma Matilde si discosta e mi lascia andare. Mi prende le mani e mi sospinge a sdraiarmi. Io mi faccio spostare e mi sdraio con le gambe larghe e l’uccello dritto come un obelisco. Lei si diverte nuovamente a leccarmi le palle e insalivarmi per bene la cappella per poi farsela scivolare nella fica, sedendosi su di me. Mi cavalca come se fossi un puledro, ondeggiando col bacino avanti e indietro facendo scorrere il mio cazzo ormai cotto a puntino nella sua passerina vorace.
Si muove con eleganza e determinazione scopandomi e guardando che effetto hanno su di me i suoi colpi di fica. Io me la sto godendo: la prendo per le chiappe e la accompagno nel suo ritmo. Ora le infilo di nuovo due dita nel culo, che lei accoglie con un bel sorriso ansante, facendomi rapidamente salire su di giri.
Mi torna in mente l’idea dei tre cazzi e così le mette altre due dita dell’altra mano nella bocca. Lei le succhia e le lecca come se fossero un uccello gonfio: lo sapevo che una fantasia simile lel deve essere passata per la testa anche a lei.
Forse dovrei trovare un paio di amici per fare una bella orgetta.
Intanto me la scopo io, supplendo ai cazzi assenti con le dita che ho a disposizione e che credo di usare a dovere.
Tutta piena dappertutto, Matilde gode molto e rapidamente. Io dal mio canto, non ho più risorse e non vedo l’ora di venire, ma cerco di aspettarla e attendo i segnali del suo orgasmo che, per mia fortuna, non tarda a venire consentendomi di godere venendole con grande soddisfazione nella sua insaziabile fica succulenta.
Ho conosciuto da poco Matilde a casa di amici.
Non posso dire che sia una ragazza che fa colpo, perché ha un modo di vestire tutto sommato leggermente confusionario e non certo pensato per mostrarsi, tutt’altro: Matilde porta abiti larghi e lunghi, con le maniche lunghe svasate e pantaloni a campana come quelli hippy degli anni ’70 oppure si potrebbe definire come uno stile grunge degli anni ‘90. Una moda tutta sua costruita sull’anti eleganza.
Però, ha la capacità di magnetizzarmi con i suoi dolci occhi di un azzurro ceruleo, di eccitarmi solo leccandosi le labbra spesse o lasciando libere le tette generose e farle intravedere da scollature ampie.
È colta, un’intellettuale con la quale è un piacere parlare di cinema o di teatro di cui già insegna, giovanissima, all’università.
È spiritosa, entusiasta della vita e del proprio corpo che gestisce in totale libertà: trovarmici a letto è stato un attimo. Vive in un bilocale pieno zeppo di libri stipati ogni dove. Ha un grande letto che usa in tanti modo non convenzionali tra i quali il più sano, oltre a dormire, che è quello di fare sesso, tanto.
Ha un corpo poco caratterizzato: normale.
Capelli lunghi castani mossi, belle tette gonfie, il culo forse un po’ basso, ma pieno, un cespuglio al naturale che le contraddistingue il pube e delle gambe snelle non proprio lunghissime.
Ma a letto è una vera indiavolata.
Lo si intuisce dai complimenti espliciti che fa degli uomini e direttamente agli uomini, ma soprattutto dal modo diretto in cui ti comunica che vuole scopare.
Una sessantottina ibernata e risvegliata al giorno d’oggi.
Le cene da lei sono eclettiche come pure i dopocena: serie viste sul pc fino a notte fonda, commenti letterari, discussioni politiche. Non ci si annoia mai. E poi si scopa.
Lei si sveste sempre completamente nuda togliendosi mutandoni inguardabili e reggipetti sformati ed è allora che comincia a dare il meglio di sé.
Il suo sguardo lentamente si intorbidisce mentre abbassa un po’ la testa e fa calare ai lati dl volto i capelli vaporosi. Socchiude la bocca e si sfiora lentamente le labbra carnose con una lingua rosa lunga e sensuale. Si trasforma in una porca incredibile che si tocca le tette con carezze di una carnalità esagerata. Si succhia le dita e se le passa sui capezzoli, ruotandoci intorno e cercando li leccarli, ma siccome non ci arriva se non con la punta della lingua, ci fa colare sopra la saliva e poi se la spande tutt’intorno. Non è raro andare in bagno per poi trovarla che si masturba nel letto prona, con le chiappe sollevate, e le dita che saettano tra la fica ed il buco del culo.
Stasera la vedo proprio così che si infila due dita nella fica, passando la mano da sotto la pancia, ed altre due nel culo con il braccio poggiato sul fondoschiena.
Sta già godendo. Ha la faccia ruotata di lato premuta sul lenzuolo e mi guarda sorridendo mentre continua a sollazzarsi. Io comincio a spogliarmi sentendo i battiti del cuore accelerare e gonfiarmi l’uccello che prendo la mano, cercando di raggiungere un’erezione adeguata.
Con lo spettacolo di questa maialina in calore che si sditalina a fondo non ci metto molto a farmi venire un bel mattarello duro e pronto, mi basta guardare le sue dita che scompaiono nell’anello scuro del suo culo soffice proprio sopra alle altre che scivolano lucide dentro e fuori la fica eccitata.
Lei ha uno sguardo che sprizza sesso a mille e ansima forte. Mi abbasso e le bacio le chiappe, le mordicchio piano poi le scosto le mani e sostituisco le sue dita con la mia lingua e le mie dita: la prima dritta nel culo fino a dove riesco a penetrarla e le altre nella passera succosa che si contrae di piacere.
L’anello accoglie la mia lingua e vibra piano facendomi eccitare più della fica bagnata attorno alle mie dita che la esplorano ovunque.
Le scopo il culo con la lingua dura come le piace, senza togliere indice e medio dalla sua passera goduriosa, le tocco il clitoride col pollice, facendola vibrare di più. Lei è tutta un fremito mentre lo scorrimento multiplo nei suoi buchetti vogliosi la sta mandando in estasi. Io ho il cazzo teso e duro a forza di leccarle il culo e decido di sostituire la lingua con il mio attrezzo. Con le ginocchia ai lati della sue cosce le appoggio la cappella sul buco del culo e la spingo appena un po’ per farla entrare in quel nido accogliente: come mi piace guardare la mia cappella rossa scomparire nello sfintere che si allarga e mi stringe il cazzo.
Le si rimette le dita nella fica e comincia subito a gemere mentre le faccio scorrere lentamente l’uccello dentro il culo caldo per un po’ per poi estrarlo e rimetterlo una decina di volte, facendole aumentare la voglia di affondarglielo ben, bene. Così è lei che spinge indietro il culo per farselo riempire a fondo. Adoro scoparle il culo quando ne ha così tanta voglia. Non ho nessuna fretta e le spingo l’uccello dentro con un bel ritmo adeguato tenendola saldamente per le chiappe che cedono sotto la pressione delle mie dita dandomi una presa salda e soddisfacente.
Matilde ansima ed emette l’aria sonoramente ad ogni spinta accompagnandola con vocali allungate “ah, aah, aaah” che mi mantengono ben tosto il cazzo. Con lei godo a lungo, senza troppa foga, ma con corposa consapevolezza del piacere.
Percepisco con l’uccello il costante movimento delle sue dita nella passera: sono sicuro che se ci fosse un altro uomo si farebbe penetrare contemporaneamente da entrambi e magari lo succhierebbe anche ad un terzo.
Mi sento investito di una grande responsabilità ed accelero il ritmo e l’ampiezza delle spinte per regalarle un bell’orgasmo che le sconquassi il ventre. Lei lo sente arrivare e geme forte toccandosi con entrambe le mani dentro e fuori la fica mentre le pompo dentro il culo il cazzo senza sosta. Come un uragano scuote le foreste, l’orgasmo scuote il corpo intero di Matilde che vibra, come poche donne fanno, gemendo forte di piacere.
Resisto alla voglia di sborrarle nel culo perché so che l’attesa mi ripagherà.
Infatti, lei dopo poco si gira, si mette a quattro zampe, alza una mano e mi prende l’uccello, lo soleva e mi succhia entrambe le palle, tenendole contemporaneamente in bocca, e menandomi il cazzo con cura.
Mi guarda dritta negli occhi mentre me le succhia con maestria, con uno sguardo da vera porca.
Questo trattamento sembra farmele gonfiare tanto che le escono dalla bocca e comincia e leccarle con la sua bella lingua lunga. Lecca, come leccherebbe un gelato, anche l’uccello fino a slinguazzarmi la cappella alternando veloci ciucciate a scorribande di lingua sul glande tenendo ben stretta l’asta nella mano che la mena. Le guardo la schiena ed il culo rivolto in su: lo raggiungo con le dita e ci entro dentro aumentando la mia foga sentendolo caldo e accogliente. Di nuovo due penetrazioni contemporaneamente.
Dopo tante giravolte si fa scivolare il cazzo in gola facendomi godere di una lunga sequenza di ingoi profondi che mi attizzano sempre di più.
A questa variante aggiunge una diversa posizione: si mette in ginocchio e mi manipola con l’altra mano le palle sempre più cariche. Mi dispiace un po’ non farle scorrere le dita tra le chiappe, ma è letteralmente tutto nelle sue mani (e nella sua bocca).
Sto per venire, lo sento, e mi preparo ad ingolfarle la faringe, ma Matilde si discosta e mi lascia andare. Mi prende le mani e mi sospinge a sdraiarmi. Io mi faccio spostare e mi sdraio con le gambe larghe e l’uccello dritto come un obelisco. Lei si diverte nuovamente a leccarmi le palle e insalivarmi per bene la cappella per poi farsela scivolare nella fica, sedendosi su di me. Mi cavalca come se fossi un puledro, ondeggiando col bacino avanti e indietro facendo scorrere il mio cazzo ormai cotto a puntino nella sua passerina vorace.
Si muove con eleganza e determinazione scopandomi e guardando che effetto hanno su di me i suoi colpi di fica. Io me la sto godendo: la prendo per le chiappe e la accompagno nel suo ritmo. Ora le infilo di nuovo due dita nel culo, che lei accoglie con un bel sorriso ansante, facendomi rapidamente salire su di giri.
Mi torna in mente l’idea dei tre cazzi e così le mette altre due dita dell’altra mano nella bocca. Lei le succhia e le lecca come se fossero un uccello gonfio: lo sapevo che una fantasia simile lel deve essere passata per la testa anche a lei.
Forse dovrei trovare un paio di amici per fare una bella orgetta.
Intanto me la scopo io, supplendo ai cazzi assenti con le dita che ho a disposizione e che credo di usare a dovere.
Tutta piena dappertutto, Matilde gode molto e rapidamente. Io dal mio canto, non ho più risorse e non vedo l’ora di venire, ma cerco di aspettarla e attendo i segnali del suo orgasmo che, per mia fortuna, non tarda a venire consentendomi di godere venendole con grande soddisfazione nella sua insaziabile fica succulenta.
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