Schiava dell'amica e dei suoi genitori (Parte 1 - Prologo)

di
genere
sadomaso

Matteo si soffermò ad osservare una foto che ritraeva lui, la moglie e la figlia Erica, unitamente agli amici da tanti anni, scattata nel corso dell’ultima vacanza, sulla barca che avevano noleggiato per fare il giro del Mediterraneo.
Alle spalle la meravigliosa Mykonos, nella quale si erano fermati due giorni tanto era splendida.
La prese in mano e la osservò con nostalgia, quale prova di un passato che, in quel momento, era lontanissimo e non solo risalente a qualche mese addietro.
Ci sono cose, momenti, sensazioni che, uniti, fanno maggiormente sentire il peso del presente, come se quell’attimo fosse la rappresentazione non di un momento ma di un’epoca intera, posta a raffronto con la situazione attuale che, quindi, sembra ancora più insopportabile.
In quel giorno di Natale era attesa la neve ma, smentendo ogni aspettativa, c’era solo un cielo grigio e troppo caldo perché i fiocchi potessero fare la loro comparsa.
Da 3 anni le due famiglie trascorrevano quella giornata insieme, tanta e tale era l’amicizia sorta, sviluppata e consolidata. Anche le due figlie, quasi coetanee, erano molto amiche pur frequentando università diverse.
Matteo ripose la foto con lo sforzo di chi chiude definitivamente una porta su un periodo per voltarsi e, lasciatolo alle spalle, iniziarne uno nuovo, sicuramente oscuro.
“Giulio, ti posso parlare?”.
Il padrone di casa, che aveva notato il senso di oppressione che caratterizzava l’amico negli ultimi tempi, intuì che quell’invito avrebbe portato qualcosa di negativo.
Si ritirarono nello studio, avendo cura di non essere visti per evitare di essere cercati, così da parlare tranquillamente.
“Sai Giulio, le cose stanno andando male. Il processo sta prendendo una brutta piega e temo che saremo tutti condannati. Purtroppo anche mia figlia Erica è stata coinvolta”.
Da anni il mondo era cambiato. I condannati ad una pena rilevante in un processo civile o penale, venivano venduti come schiavi.
“Ero convinto che si fossero messe bene le cose”.
“Anche io, invece no. Senti, ho messo da parte una quantità di denaro in nero. Te lo darei così che tu possa acquistare mia figlia. Ha appena iniziato l’ultimo anno di università e vorrei che riuscisse a finirlo. Di voi mi fido, so che in questa casa è tra amici. I soldi vi basteranno anche per mantenerla per qualche anno, non solo per acquistarla”.
“E’ terribile questa cosa, certo, volentieri. La terremo qui con noi e la tratteremo come fosse nostra figlia, lo sai. E voi?”.
“Non ho abbastanza soldi per farvi acquistare anche noi. E’ già un miracolo che sia riuscito a nascondere quelli”.
Il peso dell’amico si era trasferito sul padrone di casa che, a fatica, riuscì a mostrarsi sereno per non rovinare quella che per i loro ospiti avrebbe potuto essere l’ultima festa in famiglia tra amici.
Quella sera, nell’intimità del calore del letto, Giulio incontrò il consenso di Noemi la quale, come immaginava, era affranta da quanto sarebbe accaduto, conservando la speranza che qualcosa avrebbe potuto cambiare in meglio.
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scritto il
2022-11-27
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