Schiava dell'amica e dei suoi genitori (parte 2)

di
genere
sadomaso

L’asta, per molti un evento carico di eccitazione e promesse di piaceri, fu vissuto da Giulio e Noemi come un momento grigio.
Non avevano mai preso parte ad eventi simili in quanto da sempre contrari alla schiavitù.
Per questo, a differenza di molti loro amici, non avevano mai acquistato una schiava o uno schiavo.
Il processo era finito male e l’ultima volta che si erano visti, Giulio aveva promesso a Matteo che avrebbero cercato di comperare anche sua moglie Simona, così ne avrebbero salvate due. Non avevano molti soldi ma ci volevano provare, anche considerando che il danaro per acquistare Erica glielo avevano dato loro.
Simona era ancora una bella donna nonostante i suoi quasi 45 anni. Aveva avuto la figlia quando era molto giovane e si era sempre tenuta bene.
Venne portata sul palco per la vendita con un collare nero al quale furono attaccate due catenelle che terminavano con morsetti attaccati ai capezzoli.
La donna doveva soffrire molto. Aveva anche sottili polsiere e cavigliere che la rendevano eccitante e desiderabile.
Le schiave non più giovanissime ma ancora attraenti venivano preparate e rese desiderabili con strumenti simili. Il colore nero si abbinava perfettamente al biondo curato dei capelli.
L’imbonitore ne reggeva il guinzaglio e, appena entrata, la fece inginocchiare. Per eccitare i presenti in sala, le ordinò di posare la fronte a terra mettendole la scarpa sulla testa mentre leggeva le sue caratteristiche.
Simona fu abbagliata dalle luce in sala, tutte puntate sul palco per illuminare bene la merce in vendita.
L’incertezza venne superata da un piccolo ma deciso strattone al guinzaglio che la portò al centro della scena.
Aveva il cuore a mille, lì, esposta a coloro tra i quali vi era il suo futuro Padrone o Padrona che avrebbe potuto disporre di lei a piacimento, dopo una vita passata a selezionare i propri partner ed amanti.
Sapeva che in sala c’erano anche i suoi amici e che avrebbero fatto una offerta.
Quando era ancora una persona libera, ne avevano parlato. Pur rincuorata dalla possibilità, si era raccomandata di non rilanciare eccessivamente ma di tenere il denaro per la figlia Erica. Nel caso in cui il prezzo di quest’ultima fosse salito, avrebbero magari potuto usare i loro soldi, in aggiunta a quelli che gli avevano dato, per acquistare e salvare almeno lei.
Fu scossa da brividi quando, sul tacco 12 che le avevano fatto indossare, venne portata al guinzaglio in giro per la sala, in modo che gli interessati all’acquisto potessero vederla bene e, all’occorrenza, anche toccarla per accertarsi della solidità del suo corpo nonostante l’età dichiarata.
Si sapeva muovere bene sui tacchi così alti. Li aveva indossati ogni volta che andava ad incontrare Luca, il suo amante col quale aveva un rapporto BDSM che, però, vedeva lei quale Mistress.
Sapeva di essere eccitante con quelle scarpe che slanciavano le sue lunghe gambe e che eccitavano il suo schiavo costretto a leccarle e a subire il tacco sul suo cazzo rigido.
Il fatto che in sala ci fossero anche i suoi più cari amici la confondeva ulteriormente, facendola sentire maggiormente nuda ed esposta, trovando abissale la differenza tra l’esposizione a sconosciuti e a persone con le quali aveva condiviso tanti momenti di amicizia.
Quando l’imbonitore passò davanti a loro, istintivamente Noemi allungò una mano per accarezzarla, gesto che il venditore scambiò per interesse, facendola così fermare ed inginocchiare davanti a coloro che, secondo l’uomo, avrebbero potuto essere probabili acquirenti.
Ci fu un momento di emozione nell’averla davanti, a terra, con quegli ornamenti che avevano il solo scopo di aumentare la nudità ed esposizione, trasformandola in un oggetto di piacere.
A Simona si fermò il cuore e il Padrone dovette con stizza tirare il guinzaglio per farla abbassare a terra.
Noemi si lasciò scappare una carezza sul viso dell’amica.
Un interesse ancora male interpretato che convinse il venditore ad ordinare alla schiava di baciare loro le scarpe.
Simona aveva paura di essere frustata davanti a loro, con quel immancabile frustino dal quale l’imbonitore non si staccava mai ed usava facilmente anche solo per convincere gli acquirenti sulla bellezza del potere che la frustata trasmette, con quel suono pieno che non può non scaldare le parti dedicate all’eccitazione.
Così si chinò, come le era stato insegnato ed omaggiò con un bacio le scarpe di Giulio e la pelle del piede di Noemi.
Solo mesi dopo i due coniugi ammisero reciprocamente che quell’atto di sottomissione aveva dato una scarica di eccitazione ad entrambi che, nell’immediato, loro stessi si rifiutarono di riconoscere ma che, col tempo, non poterono che dargli quel nome.
Il fatto che fosse un’amica non diminuì il potere della scarica ma, forse, la aumentò, in quanto la schiavitù ed il potere su altre persone è eccitante di per sé.
La schiava ricevette qualche colpo di frustino più avanti, non tanto per sbagli commessi, quanto per eccitare la gente seduta. La lontananza dal tavolo degli amici lenì il segno all’orgoglio che un colpo in pubblico inevitabilmente lascia.
L’asta non fu serratissima, anche perché in vendita c’erano molte giovani schiave, tra le quali la figlia Erica. Tuttavia il prezzo salì oltre quel limite che, prima della condanna, avevano ipotizzato come massimo, nella speranza di lasciare libero maggior capitale per acquistare la ragazza.
Simona si sentì mancare quando sentì che veniva offerta una somma superiore a quella che avevano concordato. Per un attimo sperò che i suoi amici avessero fatto comunque un rilancio contravvenendo agli accordi. Si pentì subito, però, perché questa azione avrebbe potuto distrarre fondi per l’acquisto della figlia.
Lei, come gli acquirenti, aveva visto la merce esposta e, in quel lotto, Erica era tra le più belle, quindi era ovvio che il prezzo sarebbe stato alto.
Il mancamento venne notato dagli occhi esperti dell’imbonitore che, prima che se ne accorgessero in sala, cercò di giustificare il cambio di postura con un colpo secco di frustino, dato, apparentemente, per eccitare il pubblico.
Cosa che riuscì posto che arrivò subito altra offerta alla vista della sua reazione al colpo.
Solo Simona sentì il venditore chiamarla “stupida bestia”, cosa che, da quel momento, lei si sentì dopo la speranza iniziale con la quale si era approcciata alla serata della vendita.
I suoi amici, dimentichi del momento di eccitazione quando Simona aveva baciato loro i piedi, la videro portare col guinzaglio davanti ad un uomo grasso ed anziano.
Fu necessario un colpo forte di frustino per farla accucciare ai piedi del suo nuovo Padrone.
di
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2022-11-28
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