Love Granny 6 - Un weekend al mare

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incesti

Un weekend al mare

Alla fine la zia Flo cede alle insistenze della sorella e al caldo afoso della città e si decide di fare una capatina alla casa al mare almeno per un fine settimana.
La nostra seconda casa al mare in realtà è l’abitazione di mia nonna, lo è stata per anni, ma una volta rimasta vedova e sola ha preferito trasferirsi nella trifamigliare (non so se esita come termine ma ben definisce la nostra casa di famiglia con tre appartamenti uno sopra l’altro e un giardino in comune dove viviamo) che dividiamo mia madre, mia zia ed io. Anche mia sorella maggiore viveva con noi ma adesso si sta facendo le vacanze a Londra con degli amici e a fine estate si trasferirà in Belgio per uno scambio culturale che durerà almeno due anni.
Dunque a casa saremo solo nonna, zia, mamma ed io così come adesso alla casa al mare.
Due parole su mia nonna Dora. Ha cinque anni più della sorella Flo quindi viaggia più verso i 70 che i 60. Fisico giunonico come la sorella, per dirla tutta un culone che fa provincia e due tettone che hanno un’orbita propria. Ammetto, da ragazzino, di aver tanto osservato e spiato lei quanto zia Flo da ragazzino soprattutto quando si sedeva sulla poltrona a guardare la tv e inconsapevolmente (o no?) allargava le gambe oscenamente facendo sollevare la gonna abbastanza per vedere il lembo bianco delle mutande.
Non che fosse così interessante. Quei mutandoni bianchi a fiori non mi suscitano davvero nulla a parte magari scorgere qualche pelo pubico che esce incontenibile però c’erano le calze. L’aggancio fra il bustino e la giarrettiera con quegli elastici che sorreggevano il nylon era davvero estatico e penso di aver dedicato alla cosa un discreto numero di seghe come ne ho dedicate a zia Flo. Una sorta di par condicio della masturbazione adolescenziale diciamo.
Da quando ho iniziato a scopare zia Flo mi sono chiesto se anche la sorella sia altrettanto porca e penso che zia Flo lo abbia capito visto che in un paio di occasioni si è messa a parlare di Emma mentre facevamo sesso.
Tipo una volta in cui la stavo prendendo a pecora da dietro, lei nuda con le sole calze nere chinata sul tavolo, io col cazzo dritto nel suo ano e la mano vogliosa che le accarezzava le gambe inguantate nelle calze.
Ci stavo dando ben bene preparandomi a farle un clistere di sborra quando ha esclamato “quando mi accarezzi così le calze nere pensi a nonna vero?”.
In effetti nei miei ricordi infantili sia aveva sempre il nylon color carne (ma sulla scatola c’è scritto Daino) e la nonna nere o di un marroncino molto scuro quindi si, guardare le calze nere, toccarle, accarezzarle, annusarle mi ricorda molto la nonnina anche mentre inculo la zietta ma, ovviamente, preferisco non dirlo.
“Guarda che non c’è nulla di male se pensi a mia sorella. Abbiamo lo stesso fisico è ovvio che ti stuzzichi quanto me” dice come nulla fosse e a me viene in mente nonna a gambe larghe e inconsciamente parte la sborrata dritta e potente dentro zia Flo.
“Io comunque ho le tette più grosse” ridacchia.
“È non so, le sue al naturale non le ho mai viste tanto bene” minimizzo…
“Ti assicuro che è vero”.o
“E io ti assicuro che ci credo zietta”.

La mattina dopo, col sole che ancora non è sorto, per evitarci il caldo, si parte verso il mare. Sono circa 4 ore di macchina quasi tutta in autostrada e di certo non faremo tutta una tirata perché siamo in vacanza e non a una marcia forzata. Io sono in pantaloni neri di tela molto leggeri, sandali con gancetto dietro perché devo guidare è una canotta bianca molto comoda. Niente slip così anche il cazzo viaggia più comodo. La zia ha un vestito blu intero, una specie di camicione, zoccole ai piedi e basta. Ho dato una spiata mentre si chinava e penso non abbia gli slip neanche lei. Tanto meglio, significa che ha intenzioni bellicose anche oggi. Il reggiseno non c’è l’ha di sicuro perché appena apre due bottoni del camicione la latteria pare quasi esca fuori e a ogni sobbalzo le poppe fanno una sorta di balletto molto carino. Il viaggio inizia bene, parliamo del più e del meno, ce la spassiamo spensierati e il traffico non è opprimente quindi possiamo viaggiare serenamente senza troppi cazzi.
Prima pausa in autogrill dopo circa un ora. La zia va in bagno con una certa premura mentre io ordino due cappucci e due brioche. Torna e ho già messo tutto su un tavolino.
“Le pillole per la pressione mi fanno correre dieci volte al giorno” dice.
Annuisco senza fare commenti e me la immagino che spara piscio a tutto spiano nel cesso pubblico. Una scena a cui avrei volentieri assistito.
Si riparte finita la colazione, la nonna forse per noia si assopisce un po’. Russa.
Si accascia anche un po’ su un lato e con la scollatura aperta il risultato è che dopo un po’ ha praticamente una tetta fuori dal vestito.
Non posso fare a meno di guardarla anche se con l’altro occhio tengo d’occhio la strada. Ora sarà la tetta o le buone abitudini che ho preso in questi mesi ma sotto e bello duro…
Dopo un po’ si sveglia, mi guarda, si guarda… “ops ma qui stiamo dando spettacolo” sorride fissandosi il seno.
“In effetti ho visto qualche camionista che sbandava”.
“Non fare lo sciocco” ribatte ma ride anche lei.
“Mi sa che al prossimo autogrill dobbiamo fare un’altra tappa caro”.
“Di nuovo le pastiglie zia?”.
“Sono tremende” annuisce lei.
Poco dopo un cartello indica il prossimo locale a 35 km. “Ci vorrà un po’ se resisti”.
“Resisterò” annuisce.
Ma a me viene un’idea migliore, un km più avanti c’è un’area di sosta alberata “Che ne dici se ci fermiamo lì?“.
“Ma non c’è niente li solo alberi e un prato, non c’è nemmeno un bagno chiuso”.
“Potresti andare dietro a un albero e farla” propongo.
Lei mi fissa dritto negli occhi “tu hai in mente qualcosa vero porcello?”.
“Mi piacerebbe vederti orinare all’aria aperta”.
“E magari smanazzarti ben bene per tutto il tempo immagino”.
Ovviamente immagina bene.
“Allora che faccio? Mi fermo?” chiedo poco dopo.
“Considerato che nel weekend non potrai usarlo posso concederti almeno questo. Accosta ma mi raccomando che non ci sia nessuno”.
“Si zia” annuisco felice.

Sul fatto di non usarlo nel week end è un discorso che ci siamo fatti ieri sera dopo una soddisfacente chiavata.
“Le mura di quella casa sono troppo sottili e tua nonna ha pure io sonno leggero. Non possiamo fare cose caro” mi ha detto mentre si strusciava a me nuda come una gatta in calore.
“Lo so”.
“Immagina mia sorella o peggio mia nipote, tua madre, che entra in camera e ti trova lì a cavalcarmi come un cowboy con la sua giumenta”.
“Non sarebbe bello” annuisco, anche se, in verità l’idea di mia madre che mi guarda montare mia zia ha un che di eccitante.
“Vorrà dire che farò con la mano” concludo.
“Si ma metti un asciugamano. Me li ricordo i tuoi regalini quando cambiavo le lenzuola”.
“Beh ti stavo pensando zietta” dico mentre le accarezzo le poppe.
Alla fine con questi discorsi è finita che me la sono fatta ancora una volta…

Ci allontaniamo dalla macchina. Sul fondo dell’area di sosta deserta c’è un filare di alberi che delimitano l’inizio del prato. Le abitazioni sono molto lontane e non ci vede nessuno.
Zia si mette dietro a un albero, solleva il vestito e siccome non ha le mutande la patata è già in bella vista quando si china per orinare.
Io come nulla fosse le apro i bottoni del vestito.
“A porco ma mi vuoi proprio nuda?”.
“O si…”.
Decide di darmela vinta e si slaccia lesta tutti e nove i bottoni. Ora il vestito le si solleva da dietro retto solo dalle braccia nelle maniche ma il suo giunonico corpo è tutto un programma mentre divarica bene le gambe per fare la sua pisciata.
Io abbasso appena i pantaloni di tela e ho già il bastone duro in mano.
“Ma che porco di nipote che ho, anche il piscio delle nonne lo eccita”.
“O si, non sai quanto” mormoro mentre già mi sego a tutta birra.
Zia apre la diga e un fiume in piena di orina gialla le scorre fuori. Io più eccitato che mai godo lo spettacolo e ne approfitto per metterle la mano libera su una tetta.
Lo spettacolo si conclude poco dopo e si conclude con le dita della zietta che sgrullano ben bene le labbra vaginali per far cadere le ultime gocce.
Io sono lì a pochi centimetri col bastone in mano e non resisto, visto che la sua testa è all’altezza giusta mi faccio avanti e punto alla sua bocca. Senza fare obiezioni la zietta ingoia una buona porzione di uccello e inizia a succhiare ben bene mentre le mie mani la stringono una per pera.
Naturalmente poco dopo scopiamo.
La zia sollevata con le mani poggiate sul tronco della pianta e lo sguardo attento a eventuali auto che dovessero fermarsi.
Io dietro, con le mani sui suoi grossi fianchi e il cazzo piantato nel suo utero che pompo a tutta forza. “Lo immaginavo che sarebbe finita così” sospira.
“Infatti eri già senza mutande” le faccio notare mentre le mie palle sbattono decise sulla sua vagina. “Volevo darti uno zuccherino prima di arrivare al mare, non pensavo certo a una trombata in mezzo a un prato” mi fa notare un po’ scocciata anche se, sotto sotto, la cosa la eccita e gode…
Quando soddisfatti torniamo alla macchina mi fa aprire il bagagliaio della BMW e rovista un po’ nella valigia fin che non ne tira fuori un paio di mutandoni bianchi modello antistupro coi fiorellini e, poggiata con una mano alla macchina, se le infila una gamba alla volta.
“Adesso negozio chiuso per davvero” sorride.
Io penso che ci metterei meno di tre secondi a strappargliele ma faccio finta di stare al gioco e ripartiamo.
Per l’ora di pranzo siamo alla casa al mare. Baci e abbracci fra le due sorelle che si rivedono dopo un paio di mesi, un bacio della mamma, tanta allegria e felicità.
La nostra casa, come dicevo, è un ex cascinale dove nonno allevava polli e capre e coltivava la terra ma è a trecento metri dal mare circondata da un fitto bosco sui lati. Con un po’ di lavoro vi abbiamo ricavato una sorta di battigia privata di circa sessanta metri da cui si può sia fare il bagno che prendere il sole. La casa è vecchia coi suoi difetti e i suoi spifferi ma è pur sempre una abitazione affacciata al mare perfetta per una vacanza rilassante lontani dalla folla.
Il paese più vicino è a cinque chilometri e ci andiamo giusto per gli approvvigionamenti o la sera quando mamma si mette in tiro e va a ballare in una discoteca lì vicino.
Non la biasimo, ha solo 41 anni, vedova ma ancora piacente quindi capisco che cerchi un po’ di compagnia maschile.
Io faccio il bravo. Mi sono portato un po’ di roba da leggere perché non c’è nulla di più rilassante che starsene spaparanzati al sole con una bibita è un buon libro. Le nonne chiacchierano, cucinano, si inventano sempre qualcosa da fare in casa che, in un casolare di 200 anni non è poi così difficile.
Ovviamente vado di mano con una certa frequenza. In un fine settimana penso di esserne e fatte una decina, forse di più. Nel mio lettino, nella camera all’ultimo piano in totale solitudine.
Per qualche giorno va bene così.
Solo l’ultimo giorno, lunedì, e la notte precedente accadono un paio di fatti che andranno a modificare la mia storia.
Il primo, molto semplice, mamma si è trovata un compagno e vuole vivere con lui. Lo rivela a tutti noi a pranzo con un po’ di timidezza. Il tizio vive qui in zona e vende case, come lei.
Si sono trovati, si sono piaciuti e ora vorrebbe trasferirsi qui al mare a tempo pieno dove potrà comunque svolgere il suo lavoro, anzi, pensa persino di fare più affari visto che qui il mercato immobiliare è più florido. Forse andranno a vivere nella nostra casa, forse la ristruttureranno, ancora non si sa. Fatto sta che mamma a settembre non tornerà in città. È deciso.
Ovviamente questo comporterà mille cambiamenti ma ciò che più le preme è che io accetti la cosa. Naturalmente lo faccio. Non posso biasimarla se desidera avere ancora una vita sessuale e amorosa attiva. Le do la mia benedizione e ci diamo un bacino…
L’altro fatto strano è accaduto qualche ora prima e riguarda mia nonna ma è una cosa che merita di essere raccontata con una storia a se stante appena ne avrò l’occasione.
Verso sera ripartiamo zia ed io direzione casa. Viaggiamo col buio perché è più fresco e in poche ore siamo a casa. Per chi se lo stesse chiedendo: si.
Ci siamo fermati in un autogrill e, complice l’oscurità, ci siamo ficcati in un bagno pubblico per una veloce pecorina che ha appagato entrambi. Poi siamo ripartiti sorridenti e qualche ora dopo eravamo a casa pronti per fare sesso… ancora e ancora.


Per commenti: Keysevenfans@gmail.com
scritto il
2023-03-12
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