L'intervista

di
genere
trans

Un periodo della mia vita ho vissuto a Bologna, ero giovane, avevo 22 anni, e ormai il mio lato femminile stava prendendo il sopravvento. Condividevo l'appartamento con un'amica conosciuta in chat, avevamo il nostro lavoro, ma nel tempo libero ci divertivamo a fare le puttane. Mettevamo annunci on line e ospitavamo nel nostro appartamento. Adoravo indossare lingerie femminile, truccarmi e uscivo sempre più spesso en femme con Cristina, la mia amica...parrucchiera...truccatrice. Un periodo rimasi sola, Cristina dovette tornare al suo paese per un funerale di una vecchia zia, e si prese qualche giorno per stare un po' dai suoi. Io andavo al lavoro normalmente, e la sera se non avevo appuntamenti facevo qualche passeggiata. Poi venni contattata da un tipo, che mi voleva conoscere. Era un giornalista, ed era un periodo che la diversità di genere stava suscitando parecchio interesse, e voleva farmi un intervista. Logicamente senza usare il mio vero nome, dicendo che l'avrebbe pubblicata su una rivista che stava approfondendo l'argomento. Prendemmo appuntamento a casa mia dopo aver parlato un po' al telefono, e Paolo, così si chiamava, sarebbe venuto dopo cena a trovarmi. Io ero già eccitata dalla situazione, e cominciai a prepararmi al meglio per fare una buona impressione. Dopo una doccia e una depilazione completa, presi il mio intimo più bello e cominciai a prepararmi. Indossai calze e reggicalze, perizoma reggiseno, una vestaglietta di raso, tutto sul nero. La mia parrucca bionda, e un bel trucco, come mi aveva insegnato Cristina. Allo specchio mi vidi bellissima, con le mie gambe lunghe che i tacchi risaltavano meravigliosamente.
Alle 21 suonò il campanello, e come ad ogni appuntamento, una strana eccitazione pervase tutto il mio corpo, anche se questa volta non era un incontro di sesso, come al solito.
Aprii la porta, e rimasi un attimo disorientata. Avevo parlato si con Paolo, ma non mi aspettavo un uomo enorme. Era alto almeno un metro e ottanta, e sicuramente pesava più di 100 kg. Un gigante. Dopo i primi convenevoli lo feci accomodare, e ci sedemmo sul divano in salotto. Lui mi disse di avere 62 anni. Prendemmo qualcosa da bere, e cominciammo a chiacchierare. Mi fece un po' di domande, che scrupolosamente annotava, e senza che ce ne accorgessimo, ci eravamo finiti una bottiglia di vodka. Eravamo brilli, parlavamo molto, ridevamo e scherzavamo. Eravamo seduti vicini, e le mie gambe strusciavano le sue. Ogni tanto mi accarezzava le gambe, stupito di quanto fossero belle e sensuali, dicendomi che ero veramente molto femminile. All'ennesimo bicchierino, mi alzai per andare in cucina, e lui mi venne dietro. Stavo prendendo qualcosa quando lui mi strinse i fianchi da dietro, e cominciò ad accarezzarmi. Mi girai e lo avevo di fronte, era enorme, mi strinse le braccia, ed io rimasi inerme, quasi non riuscivo a muovermi. Sei bellissima mi disse, e avvicinò il suo viso al mio per baciarmi...ma cercavo di scansarmi, non baciavo mai gli uomini. Lui mi bloccò con una mano la faccia e mi baciò in bocca. Sentivo la sua lingua spingere contro le mie labbra per aprirle, e alla fine cedetti, aprii la bocca e cominciammo a limonare, avevo tutta la sua lingua in bocca, aveva un sapore forte, di alcool e tabacco, ma anche di uomo maturo. Le sue mani mi passavano su tutto il corpo, e anch'io cercavo di accarezzarlo, ma era veramente grande. Mentre mi baciava si sbottonò i pantaloni e li fece scendere, prese le mie mani e se le portò sul pacco, e le infilò dentro le mutande. Sentivo il suo cazzo che si stava indurendo, era molto peloso e il sudore aveva bagnato tutto. Volevo scappare, ma non ci riuscivo. Ad un certo punto lui mi fece abbassare con forza, ero in ginocchio davanti a lui, e mi premeva forte sul viso. Sentivo il suo odore fortissimo, il sudore mi aveva bagnato tutto il viso. Si abbassò anche le mutande e mi ritrovai il suo cazzo davanti la bocca. Mi mise una mano in testa ed esclamò.... Dai succhialo troietta, non fare tanto la santarellina, sei solo una zoccola. Ero bloccata in ginocchio ad un angolo della cucina, non potevo muovermi.... Schiusi le labbra, e glielo presi in bocca. Lui cominciò a muoversi come se mi stesse scopando, io a malapena riuscivo a tenerlo tutto dentro, lo sentivo che spingeva e qualche colpo mi arrivò fino in gola, mentre lui cercava di tenermi ferma la testa. Poi si fermò, io ero frastornata, non riuscivo più a fermarlo. Mi portò in camera da letto, e si spogliò completamente. Adesso vedevo distintamente il suo pancione, era davvero enorme. Mi fece girare, e da dietro mi allargò le chiappe . Mi infilò tutta la sua lingua nel buchetto...ed io non capii più niente. Con una mano prese la mia pisella e cominciò a menarla, e mi divenne dura in un attimo. Mi leccava, infilava ogni tanto due dita dentro, e continuava a segarmi. Poi io venni...e gli dissi di fermarsi. Ma non ne volle sapere, mi chinò con forza la testa sulle lenzuola dove ero venuta, e mi ordinò di leccare tutto. Dopo mi fece rialzare e m infilò di nuovo tutta la sua lingua in bocca. Io lo segavo, cercavo di farlo finire, così se ne sarebbe andato. Ma niente, resisteva, mi rigirò a pecora, e mi infilò tutto il cazzo nel culo. Feci un gridolino di dolore, ma non si fermò, e continuava a darmi colpi sempre più forti. Poi mi fece allungare, e mi si mise sopra. Sentivo tutta la sua enorme pancia sulla mia schiena, ero completamente immobile senza potermi muovere. Si tolse, mi si mise seduto davanti, mi prese la faccia e mi infilò di nuovo tutto il cazzo in bocca. Di nuovo sapori forti, il suo odore di cazzo misto a sudore e adesso anche con i miei umori. E alla fine mi venne in bocca. Sentivo la sua sborra riempirmi tutta, e mi disse....non sputarla
Mi alzò il viso e riprese a baciarmi in bocca. La sua lingua che premeva, lo sperma che mi scendeva dalle labbra...e poi finalmente si fermò. Mi aveva stuprata, aveva abusato di me in ogni modo...e aveva un sorriso compiaciuto. Allora cagna... esclamò...ti è piaciuto eh, io non sono mica come quei frocetti che ogni tanto ti fai, io ti faccio sentire una vera troia.
Ed era vero...mai mi ero sentita così puttana
Si rivestì e mentre se ne stava andando si girò e mi disse...poi ci vediamo per la seconda parte dell'intervista.
Rimasi sola sul letto ripensando a tutto quello che era successo. Avevo ancora il suo sperma sul viso. Ne raccolsi un po' con le dita, e me lo rimisi in bocca. E ricominciai a segarmi
scritto il
2023-03-18
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