Il ritorno della figlia americana Ottavo episodio
di
Valerio sissy
genere
incesti
Mi ordinò di andarmi a lavare il viso che si era infradiciato dei suoi umori. Si era ritirata su la zip ed era quindi di nuovo con la sua tuta di lattice. Era splendida. Per me era la perfezione assoluta. Lei mi osservò il cazzo eretto con soddisfazione
“ Vieni qui” mi disse mettendosi seduta su una poltrona “Credo che dovremo parlare un po’ della nostra situazione. Devo dire che non me l’aspettavo questo tuo comportamento. Avevo messo in preventivo di doverti picchiare spesso per insegnarti chi comanda e invece hai capito che avrai tutto da guadagnare accettando di sottometterti a me”
“ Sì padrona, l’ho capito. L’avevo capito subito in realtà. Se lei non fosse mia figlia…”
“ Dettagli. Tu mi servirai e mi obbedirai e soprattutto sarai il mio oggetto sessuale per il mio piacere. Anche perché hai un bel cazzo che non voglio assolutamente sprecare. A cominciare da adesso. Andiamo in camera e lo farai a quattro zampe. In mia presenza non ti sarà mai permesso di stare in piedi a meno che io non ti dia un ordine preciso”
“ Sì padrona” le risposi sempre più affascinato. Le seguii gattonando ed entrammo nella camera da letto. Schioccò le dita
“ Quando schiocco le dita significa che voglio fumare. Intesi?”
“ Sì padrona” ripetei completamente soggiogato da mia figlia. Le andai a prendere un portacenere e le sigarette e glie ne accesi una rimanendo in attesa dei suoi ordini, contemplandola come si fa con una vera dea. Mi fece alzare per poi afferrarmi per il mento. Mi stringeva e le sue unghie sembravano conficcarsi nelle mie guance. Si mise la sigaretta in bocca, aspirò e poi si abbassò per sbattermi il fumo in faccia
“ Allora papà, mi romperai più i coglioni perché io fumo in tua presenza?”
“ No padrona, non mi azzarderò più”
“ Ripeté l’operazione e il fumo mi fece tossicchiare facendola sorridere sadicamente
“ Bravo paparino. Lo sai che ti succederebbe?” Lo sapevo. Mi avrebbe picchiato senza pietà ed ero terrorizzato solo al pensiero
“ Lei mi picchierebbe padrona” le dissi infatti
“ Esatto papà. Tu dovrai tremare anche solo se ti guardo storto” Si mise la sigaretta in bocca. Aveva qualcosa di sensuale anche quella scena e non ne capivo il motivo. Avevo sempre odiato il fumo ma se lo faceva mia figlia quel gesto diventava di superiorità. Spense la sigaretta nel posacenere mentre continuava a tenermi stretto per il mento. Ero in suo potere e mi piaceva esserlo. Mi lasciò e iniziò lentamente a spogliarsi. La osservavo in estasi mentre si toglieva quella tuta di lattice per rimanere completamente nuda dopodiché si sdraiò sul letto
“ Bacia tutto il mio corpo papà. Voglio sentire la tua bocca su ogni centimetro”
“ Sì padrona. La adorerò come lei merita” Iniziai dai piedi per risalire poi lungo le gambe. Baciare un corpo così perfetto era meraviglioso. Lo so, era mia figlia ma avevo ormai abbandonato i sensi di colpa. Era giusto tutto quello che lei decideva. Salii ancora e le baciai la sua fichetta della quale avevo assaggiato i suoi umori solo pochi minuti prima e cominciai a baciarla sul suo addome scolpito. Pensai che se un uomo avesse dato un pugno a quell’addome si sarebbe rotto una mano per quanto era duro. Poi i suoi seni. Le succhiai i capezzoli durissimi che erano completamente usciti fuori, li massaggiavo e li baciavo di nuovo e poi salii ancora fino a trovare la sua bocca. Le baciai prima i contorni e poi le labbra. Baci piccoli ma continui. Volevo dimostrarle la mia devozione e la sentivo continuamente mugolare di piacere. Mi afferrò per la nuca per inserire la sua lingua dentro la mia bocca. Ero in estasi mentre il mio cazzo premeva sul suo corpo. Non ricordavo di aver mai provato un simile desiderio. Abbandonando le mie ritrosie e accettandola come padrona senza più il problema morale che mi aveva accompagnato la sera precedente, la mia eccitazione era diventata enorme. Si staccò da me per rigirarmi. Adesso era lei a stare sopra di me. Toccò il mio cazzo duro
“ Hai davvero un cazzo notevole papà. Ma da adesso in poi lo potrai usare per darmi soddisfazione. Non provare a venirtene senza il mio ordine o ti farò passare il momento più brutto della tua vita”
“ Voglio solo che lei sia soddisfatta, padrona” Non rispose e si impalò sopra il mio cazzo. Era semplicemente l’apoteosi dei sensi. Mia figlia ci sapeva fare ed era evidente che malgrado la sua giovane età avesse molta esperienza in fatto di sesso. Aveva alzato il busto e dirigeva le operazioni con maestria. Era chiaro che preferiva questa posizione, con lei sopra di me, perché le regalava la sensazione di dominanza nei miei confronti. Proseguì per alcuni minuti fino a che la sentii arrivare all’orgasmo. Mi baciò appassionatamente
“ Bravo papà. Ma stiamo solo all’inizio. Non sono una ragazza facile da accontentare nel sesso”
“ Ci proverò con tutto me stesso padrona” Rimase alcuni minuti ferma poi ricominciò a muoversi lentamente. Il mio cazzo era sempre più duro e strusciava sulle sue pareti vaginali regalandomi straordinarie sensazione ma quello che mi interessava era solo il suo piacere. Avevo l’obbligo di pensare solo a lei e riuscii, grazie alla mia esperienza, a ritardare il momento dell’eiaculazione. Nel frattempo, mia figlia aveva abbandonato tutti i suoi freni inibitori
“ Oh sì. Scopami schiavo, fammi sentire il cazzo dentro di me. Mi stai facendo godere, continua così” Era quasi fuori di sé. Vedevo come godeva ed ero felice di poterla servire per il suo piacere sessuale. Andò avanti per diversi minuti. Nicole aveva incrementato la sua spinta e mi aveva ormai mandato sull’orlo dell’eiaculazione ma per fortuna anche lei stava per esplodere di piacere “Sborrami dentro. Voglio che ce ne veniamo insieme”
“ Grazie padrona” sussurrai
“ Oddio sì, sì, così” ansimava la mia padrona sopra di me mentre io potei finalmente esplodere nella meravigliosa fica di mia figlia contemporaneamente al suo potente orgasmo. Ci guardammo negli occhi
“ E’ rimasta soddisfatta, padrona?” le dissi mentre lei si era completamente abbandonata e si era adagiata su di me continuando a respirare affannosamente
“ Sei bravo, schiavo. Sono sicura che trascorreremo dei giorni molto intensi io e te”
“ Quello che voglio è soddisfarla”
“ Ci sei riuscito. E sai perché? Perché hai preso coscienza del tuo ruolo. Adesso mi ami e sai che devi fare tutto quello che ti è possibile per me”
“ E’ così padrona”
“ Ma io non sarò soltanto la tua amante, caro paparino. Io sono prima di tutto una dominatrice. E tu come schiavo devi essere a mia completa disposizione non soltanto per il sesso. Adesso devo pisciare e tu diventerai il mio cesso. Andiamo in bagno” Non replicai. Aveva ragione. Io dovevo essere usato da Nicole nel modo che lei preferiva. Andammo in bagno e mi fece sdraiare per terra “Adesso bevi tutto se non vuoi essere punito”
“ Lo farò padrona” Ormai le mie sensazioni erano cambiate completamente. Mia figlia Nicole era diventata la mia splendida padrona e io dovevo fare qualsiasi cosa lei mi avesse ordinato. Erano trascorse poche ore da quando, proprio quella mattina, io avevo cercato di liberarmi dalla sua autorità mentre in quel momento mi rendevo conto che senza di lei io mi sentivo vuoto e inutile. Lei si mise sopra di me e poi iniziò a orinare. Prima lentamente poi con un flusso più continuo. Aprii la bocca. Il sapore non era certo il massimo ma era qualcosa di suo, della mia bellissima figlia e padrona e le ero quasi riconoscente, come se mi stesse facendo un regalo. Bevvi tutto, come se fosse il più dolce dei nettari e quindi mi ordinò di ripulirmi mentre lei uscì dal bagno. Mi misi sotto la doccia e solo il pensiero di lei me lo fece tornare duro. Era qualcosa di irreale, come se mi avesse fatto bere una pozione magica.
Tornai da lei che aveva di nuovo indossato la sua tuta di lattice ed era seduta su una poltrona in posa regale. Schioccò le dita
“ Prendimi una sigaretta, schiavo”
“ Subito padrona” Ero felice di poterle essere utile e i suoi ordini stavano diventando per me qualcosa di sacro. Glie l’accesi e mi misi in ginocchio
“ Apri la bocca. Adesso mi farai da posacenere” mi ordinò. Le obbedii e ingoiai la cenere che mi versava con la bocca. Quando terminò di fumare, mi sputò in bocca, spense il mozzicone e me lo fece ingoiare. La guardavo e mi riempivo gli occhi della sua perfezione. Sarei stato ore ad osservarla per bearmi della sua bellezza. Lei se ne accorse e rise “Ora basta guardarmi. Fila a prepararmi il pranzo”
“ Subito padrona. E mi accorsi di essere felice di poter servire quella dea.
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“ Vieni qui” mi disse mettendosi seduta su una poltrona “Credo che dovremo parlare un po’ della nostra situazione. Devo dire che non me l’aspettavo questo tuo comportamento. Avevo messo in preventivo di doverti picchiare spesso per insegnarti chi comanda e invece hai capito che avrai tutto da guadagnare accettando di sottometterti a me”
“ Sì padrona, l’ho capito. L’avevo capito subito in realtà. Se lei non fosse mia figlia…”
“ Dettagli. Tu mi servirai e mi obbedirai e soprattutto sarai il mio oggetto sessuale per il mio piacere. Anche perché hai un bel cazzo che non voglio assolutamente sprecare. A cominciare da adesso. Andiamo in camera e lo farai a quattro zampe. In mia presenza non ti sarà mai permesso di stare in piedi a meno che io non ti dia un ordine preciso”
“ Sì padrona” le risposi sempre più affascinato. Le seguii gattonando ed entrammo nella camera da letto. Schioccò le dita
“ Quando schiocco le dita significa che voglio fumare. Intesi?”
“ Sì padrona” ripetei completamente soggiogato da mia figlia. Le andai a prendere un portacenere e le sigarette e glie ne accesi una rimanendo in attesa dei suoi ordini, contemplandola come si fa con una vera dea. Mi fece alzare per poi afferrarmi per il mento. Mi stringeva e le sue unghie sembravano conficcarsi nelle mie guance. Si mise la sigaretta in bocca, aspirò e poi si abbassò per sbattermi il fumo in faccia
“ Allora papà, mi romperai più i coglioni perché io fumo in tua presenza?”
“ No padrona, non mi azzarderò più”
“ Ripeté l’operazione e il fumo mi fece tossicchiare facendola sorridere sadicamente
“ Bravo paparino. Lo sai che ti succederebbe?” Lo sapevo. Mi avrebbe picchiato senza pietà ed ero terrorizzato solo al pensiero
“ Lei mi picchierebbe padrona” le dissi infatti
“ Esatto papà. Tu dovrai tremare anche solo se ti guardo storto” Si mise la sigaretta in bocca. Aveva qualcosa di sensuale anche quella scena e non ne capivo il motivo. Avevo sempre odiato il fumo ma se lo faceva mia figlia quel gesto diventava di superiorità. Spense la sigaretta nel posacenere mentre continuava a tenermi stretto per il mento. Ero in suo potere e mi piaceva esserlo. Mi lasciò e iniziò lentamente a spogliarsi. La osservavo in estasi mentre si toglieva quella tuta di lattice per rimanere completamente nuda dopodiché si sdraiò sul letto
“ Bacia tutto il mio corpo papà. Voglio sentire la tua bocca su ogni centimetro”
“ Sì padrona. La adorerò come lei merita” Iniziai dai piedi per risalire poi lungo le gambe. Baciare un corpo così perfetto era meraviglioso. Lo so, era mia figlia ma avevo ormai abbandonato i sensi di colpa. Era giusto tutto quello che lei decideva. Salii ancora e le baciai la sua fichetta della quale avevo assaggiato i suoi umori solo pochi minuti prima e cominciai a baciarla sul suo addome scolpito. Pensai che se un uomo avesse dato un pugno a quell’addome si sarebbe rotto una mano per quanto era duro. Poi i suoi seni. Le succhiai i capezzoli durissimi che erano completamente usciti fuori, li massaggiavo e li baciavo di nuovo e poi salii ancora fino a trovare la sua bocca. Le baciai prima i contorni e poi le labbra. Baci piccoli ma continui. Volevo dimostrarle la mia devozione e la sentivo continuamente mugolare di piacere. Mi afferrò per la nuca per inserire la sua lingua dentro la mia bocca. Ero in estasi mentre il mio cazzo premeva sul suo corpo. Non ricordavo di aver mai provato un simile desiderio. Abbandonando le mie ritrosie e accettandola come padrona senza più il problema morale che mi aveva accompagnato la sera precedente, la mia eccitazione era diventata enorme. Si staccò da me per rigirarmi. Adesso era lei a stare sopra di me. Toccò il mio cazzo duro
“ Hai davvero un cazzo notevole papà. Ma da adesso in poi lo potrai usare per darmi soddisfazione. Non provare a venirtene senza il mio ordine o ti farò passare il momento più brutto della tua vita”
“ Voglio solo che lei sia soddisfatta, padrona” Non rispose e si impalò sopra il mio cazzo. Era semplicemente l’apoteosi dei sensi. Mia figlia ci sapeva fare ed era evidente che malgrado la sua giovane età avesse molta esperienza in fatto di sesso. Aveva alzato il busto e dirigeva le operazioni con maestria. Era chiaro che preferiva questa posizione, con lei sopra di me, perché le regalava la sensazione di dominanza nei miei confronti. Proseguì per alcuni minuti fino a che la sentii arrivare all’orgasmo. Mi baciò appassionatamente
“ Bravo papà. Ma stiamo solo all’inizio. Non sono una ragazza facile da accontentare nel sesso”
“ Ci proverò con tutto me stesso padrona” Rimase alcuni minuti ferma poi ricominciò a muoversi lentamente. Il mio cazzo era sempre più duro e strusciava sulle sue pareti vaginali regalandomi straordinarie sensazione ma quello che mi interessava era solo il suo piacere. Avevo l’obbligo di pensare solo a lei e riuscii, grazie alla mia esperienza, a ritardare il momento dell’eiaculazione. Nel frattempo, mia figlia aveva abbandonato tutti i suoi freni inibitori
“ Oh sì. Scopami schiavo, fammi sentire il cazzo dentro di me. Mi stai facendo godere, continua così” Era quasi fuori di sé. Vedevo come godeva ed ero felice di poterla servire per il suo piacere sessuale. Andò avanti per diversi minuti. Nicole aveva incrementato la sua spinta e mi aveva ormai mandato sull’orlo dell’eiaculazione ma per fortuna anche lei stava per esplodere di piacere “Sborrami dentro. Voglio che ce ne veniamo insieme”
“ Grazie padrona” sussurrai
“ Oddio sì, sì, così” ansimava la mia padrona sopra di me mentre io potei finalmente esplodere nella meravigliosa fica di mia figlia contemporaneamente al suo potente orgasmo. Ci guardammo negli occhi
“ E’ rimasta soddisfatta, padrona?” le dissi mentre lei si era completamente abbandonata e si era adagiata su di me continuando a respirare affannosamente
“ Sei bravo, schiavo. Sono sicura che trascorreremo dei giorni molto intensi io e te”
“ Quello che voglio è soddisfarla”
“ Ci sei riuscito. E sai perché? Perché hai preso coscienza del tuo ruolo. Adesso mi ami e sai che devi fare tutto quello che ti è possibile per me”
“ E’ così padrona”
“ Ma io non sarò soltanto la tua amante, caro paparino. Io sono prima di tutto una dominatrice. E tu come schiavo devi essere a mia completa disposizione non soltanto per il sesso. Adesso devo pisciare e tu diventerai il mio cesso. Andiamo in bagno” Non replicai. Aveva ragione. Io dovevo essere usato da Nicole nel modo che lei preferiva. Andammo in bagno e mi fece sdraiare per terra “Adesso bevi tutto se non vuoi essere punito”
“ Lo farò padrona” Ormai le mie sensazioni erano cambiate completamente. Mia figlia Nicole era diventata la mia splendida padrona e io dovevo fare qualsiasi cosa lei mi avesse ordinato. Erano trascorse poche ore da quando, proprio quella mattina, io avevo cercato di liberarmi dalla sua autorità mentre in quel momento mi rendevo conto che senza di lei io mi sentivo vuoto e inutile. Lei si mise sopra di me e poi iniziò a orinare. Prima lentamente poi con un flusso più continuo. Aprii la bocca. Il sapore non era certo il massimo ma era qualcosa di suo, della mia bellissima figlia e padrona e le ero quasi riconoscente, come se mi stesse facendo un regalo. Bevvi tutto, come se fosse il più dolce dei nettari e quindi mi ordinò di ripulirmi mentre lei uscì dal bagno. Mi misi sotto la doccia e solo il pensiero di lei me lo fece tornare duro. Era qualcosa di irreale, come se mi avesse fatto bere una pozione magica.
Tornai da lei che aveva di nuovo indossato la sua tuta di lattice ed era seduta su una poltrona in posa regale. Schioccò le dita
“ Prendimi una sigaretta, schiavo”
“ Subito padrona” Ero felice di poterle essere utile e i suoi ordini stavano diventando per me qualcosa di sacro. Glie l’accesi e mi misi in ginocchio
“ Apri la bocca. Adesso mi farai da posacenere” mi ordinò. Le obbedii e ingoiai la cenere che mi versava con la bocca. Quando terminò di fumare, mi sputò in bocca, spense il mozzicone e me lo fece ingoiare. La guardavo e mi riempivo gli occhi della sua perfezione. Sarei stato ore ad osservarla per bearmi della sua bellezza. Lei se ne accorse e rise “Ora basta guardarmi. Fila a prepararmi il pranzo”
“ Subito padrona. E mi accorsi di essere felice di poter servire quella dea.
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