La vendetta Quarto episodio

di
genere
dominazione

Appena giunse in mia presenza osservai il suo sguardo su di me, sulle mie lunghe gambe accavallate lasciate bene in mostra e mi accorsi che anche Gianluca come tutti gli altri maschi sbavava letteralmente per me. In quegli anni avevo imparato molto sulla psicologia del cosiddetto sesso forte e sapevo che non potevano resistermi. I miei schiavi mi adoravano letteralmente ma anche nelle mie relazioni normali i miei amanti erano completamente assoggettati alla mia volontà. La differenza era che i primi erano miei schiavi consapevoli mentre gli altri lo erano senza nemmeno rendersene conto. Ma cambiava poco. Tutti avrebbero fatto qualsiasi cosa io avessi ordinato loro. Ad ogni modo, gli ordinai di prendermi una sigaretta e di accendermela e quindi lo feci mettere in ginocchio a fianco a me
“ Bene, ti voglio comunicare che oltre che mio cesso personale sei anche il mio portacenere. Immagino che tu non voglia contestare un mio ordine” Scosse la testa
“ No padrona”
“ Ne ero certa. Ora apri quella cazzo di bocca” Con grande piacere notai che obbedì immediatamente. Fumai con tutta tranquillità mentre col mio telefonino rispondevo ai miei devoti schiavi comunicando loro che per circa una settimana non avrei fatto sessioni con loro. E con Gianluca come avrei dovuto comportarmi? Avevo preparato tutto anche in questo caso. Il discorso era semplice. Avrei fatto diversi video che lo ritraevano col mio cazzo in bocca o in altri atteggiamenti sottomessi minacciandolo di inviarli a parenti e amici se lui avesse provato a sporgere denuncia nei miei confronti. Gli avevo infatti sequestrato il cellulare che aveva in tasca e avevo potuto osservare tutti i suoi contatti. Ma anche una denuncia sarebbe stata inutile. Ero una mistress, forse la più rinomata mistress trans che c’era in città e avrei potuto dire che si trattava di una sessione voluta da lui. Dovevo però stare attenta a non rompergli qualcosa altrimenti se poi fosse andato in ospedale la denuncia sarebbe partita d’ufficio. Ma questo lui non poteva saperlo.

Terminai di fumare e gli spensi la sigaretta sulla lingua obbligandolo a ingoiare il mozzicone. Ancora una volta tacque e obbedì
“ Bene, vedo che iniziamo ad andare d’accordo. Dimmi Gianluca, ti piace la mia villa?”
“ Sì padrona, è bellissima”
“ Oh sì, ho davvero una bella casa. E tu dovrai mantenerla pulita. Inoltre ti preannuncio che alle 13 in punto voglio mangiare. Attaccato al frigorifero troverai un post dove ho scritto cosa voglio per pranzo mentre all’interno del frigo troverai tutto il ben di Dio come cibarie. Mi auguro per te che tu sappia cucinare in modo decente perché altrimenti dovrò punirti. Beh, per me sarebbe un vero piacere farlo e sarei quasi felice che tu commetta qualche errore. Inutile dire che dopo dovrai servirmi come una regina” Vidi che chinava la testa
“ Sì padrona”
“ Bene, adesso va’. Voglio la casa pulita come uno specchio” Lo vidi andare verso la cucina e osservai soddisfatta la sua aria sconsolata. Sapevo che era in grado di preparare qualcosa di decente. Sapevo veramente tutto di lui. Sapevo che spesso mangiava in casa da solo, che faceva la spesa al supermercato sotto la sua abitazione ed era presumibile immaginare che fosse in grado di preparare dei pasti decenti. E comunque non avevo chiesto cose impossibili. Stavo molto attenta alla mia alimentazione e mangiavo quasi sempre molta verdura e carni bianche, cose facilissime da preparare. E solo il sabato mi concedevo un bel piatto di pasta. La cosa non mi pesava perché non ero mai stata una gran mangiona e la mia linea perfetta lo stava a testimoniare. Sprofondai sulla poltrona nel salone e accesi la televisione. Sarebbe stata una settimana di assoluto relax ma mi sarebbero mancati i miei allenamenti che mi avevano consentito di picchiare con estrema facilità Gianluca. Ma si trattava di una settimana e sarebbe passata velocemente. Probabilmente per Gianluca le ore sarebbero invece sembrate eterne. E la cosa non poteva che farmi sentire felice.

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scritto il
2023-05-24
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