Inferno o paradiso Trentesimo episodio
di
Davide Sebastiani
genere
dominazione
Avevano perciò ripreso a fare l'amore. All'inizio era stato tutto molto
lieve, con Marzia che si posava cautamente sopra di lui, colmandolo di
attenzioni stando ben attenta a non fargli male. Ma poi pian piano si era
ritornati a fare sesso come all'inizio della loro storia, prima che irrompesse
Patrizia nella loro relazione, quel sesso così strano per tutti e due ma che
li coinvolgeva in tutti i loro sensi, in maniera totale e sublime, fatto da
due esseri che più contrapposti non avrebbero potuto essere, ma che riusciva
comunque a unirli, a esaltarli e a regalar loro quella felicità e
quell'appagamento che poteva verificarsi solo nelle vere storie d'amore. Alcuni
giorni dopo aver ripreso a fare l'amore, Marzia gli aveva chiesto di diventare
suo marito. Era successo in un ristorante di lusso che Marzia aveva prenotato
per l'occasione. Gli aveva comprato un nuovo abito e aveva preteso che lo
indossasse e quindi erano andati in quel posto meraviglioso situato proprio al
centro di Roma. Luci soffuse, ambiente di gran classe, cibo scarso ma di
ottimo gusto, c'era proprio tutto l'occorrente per una bella serata romantica
anche se Filippo non immaginava che lo sarebbe stata fino a quel punto. Quando
Marzia tirò fuori l'anello dicendogli la fatidica frase
" Vuoi diventare mio marito?" il giovane rimase completamente di stucco.
Ancora non conosceva tutte le tradizioni in uso in quel posto e considerando
il potere assoluto che le donne avevano sugli uomini non credeva che dovesse
dare il suo consenso per sposarsi e pensava che dipendesse esclusivamente da
Marzia decidere se, come e quando farlo. Trascorso il primo istante di
evidente smarrimento, Filippo aveva guardato Marzia in attesa ansiosa della sua
risposta, in piedi davanti al tavolino, in tutta la sua maestosa figura. Ne
ammirò i lineamenti del viso belli e dolci, i suoi splendidi occhi verdi, i
suoi seni che quasi sembravano esplodere, così prorompenti e ammalianti e
il fisico statuario e perfettamente proporzionato alla sua notevole altezza,
reso ancora più sensuale da un mini abito che la fasciava divinamente e che
lasciava vistosamente scoperte, avvolte da stimolanti calze di seta, due
lunghissime e magnificamente tornite gambe che sembravano non finire mai.
Certo, erano tutte belle le donne di questo mondo, ma la sua Marzia possedeva
molte cose in più. O forse era semplicemente il modo in cui lui la guardava,
uno sguardo da uomo innamorato, di un uomo che l'ammirava e che la desiderava
in ogni momento più di ogni altra cosa al mondo. Si alzò di scatto e felice
come non lo era mai stato in vita sua, gettò le braccia al collo della sua
fidanzata
“ Certo che lo voglio! Voglio essere suo marito. Voglio restare con lei per
tutto il resto della mia vita”
E così erano cominciati i preparativi per le nozze che Marzia aveva fissato
per il mese successivo e che voleva fare in grande stile. Tutto sembrava
surreale per Filippo. Mai avrebbe creduto di potersi sposare così giovane e
dopo così poco tempo che conosceva una donna. Ma qui era tutto diverso. I
rapporti tra uomini e donne erano capovolti e lui, alla sua età, cominciava
addirittura a non essere più tanto giovane come lo era invece nel suo mondo.
Già, il suo mondo. Gli mancava eccome. Era inutile negarlo a sé stesso. Gli
mancavano soprattutto i divertimenti, gli scherzi e le chiacchiere con i suoi
amici, le sigarette e magari qualche birra il sabato sera. E naturalmente gli
mancavano tutti gli affetti e le sue persone care che l'amore per Marzia aveva
in buona parte contribuito a rendere la loro assenza meno pesante. Se solo
avesse potuto avere tutte e due le cose.... Magari anche solo per avvertirli
che stava bene e che aveva conosciuto una donna eccezionale che amava alla
follia. Si sarebbe portato appresso solo alcune fotografie che lo
immortalavano insieme a Marzia, per farle vedere ai suoi amici e farli
schiattare d'invidia e poi sarebbe ritornato dalla sua donna. Sarebbe stato
bello poter fare abitualmente questi salti dimensionali, passare da un mondo
all'altro come se si prendesse un ascensore. Invece di spostarsi di un piano,
oplà, ci si spostava da un universo all'altro. Eppure, se era accaduto una
volta doveva poter accadere nuovamente. Ritornò con la mente a due mesi prima
quando, in modo del tutto fortuito, quella porta dimensionale lo aveva
scaraventato in questo mondo. Era cominciato tutto proprio in una giornata di
pioggia, una giornata come quella che stava vivendo in quel momento visto che
al di la del vetro erano cominciati a scendere, come previsto, grossi
goccioloni. Un tremendo acquazzone gli aveva fatto perdere il controllo della
sua auto ed era stato magicamente risucchiato in questa dimensione. A pensarci
bene, non era stata la pioggia a fargli perdere il controllo, bensì un lampo
di luce talmente intensa da accecarlo completamente per alcuni istanti. E se
fosse stato proprio il lampo ad aprire quella porta? Non ci aveva mai pensato,
ma in quel momento vedendo la pioggia scendere sempre più copiosamente
un'idea pazzesca si stava facendo strada nelle sua mente. Ma c'era stato
qualcosa di non assurdo in tutta quella storia? Forse in quel punto esatto
dove era atterrato, che tra l'altro distava pochi chilometri da dove abitava
con Marzia, in determinate giornate si creava un accesso per questo secondo
universo, l'universo parallelo dove tutto sembrava uguale e nello stesso tempo
contrario. Che gli costava provarci? Se avesse scoperto che quell'idea
funzionava e che quindi poteva ritornare nel suo mondo, non sarebbe stato
complicato ritornare di nuovo in questo, dalla sua Marzia, per poterla sposare
e per poter vivere sempre insieme a lei, come le aveva promesso e come
desiderava. Certo, in un caso del genere avrebbe dovuto spiegare poi a Marzia
le motivazioni della sua partenza e la sua fidanzata non glie l'avrebbe certo
fatta passare liscia. Tanto per cominciare, gli avrebbe dato una punizione
esemplare, forse l'avrebbe anche picchiato un poco, ma poi avrebbe capito. Era
una donna di grande intelligenza e sensibilità e soprattutto era pazzamente
innamorata di lui e alla fine lo avrebbe perdonato e lo avrebbe portato
all'altare. Se invece, come era molto più probabile, non avesse trovato
niente, avrebbe avuto tutto il tempo di tornare a casa ed aspettare Marzia per
trascorrere il resto della serata insieme a lei. Doveva però superare
l'ostacolo Claudio e quello non sarebbe stato affatto semplice. Decise che
doveva provarci. Per pazzesco che potesse essere, era l'unico modo che aveva
per rivedere la sua famiglia che immaginava disperata alla sua costante
ricerca in ogni angolo del mondo, senza sapere che ogni sforzo era
completamente inutile perché di Filippo in quel mondo ormai esisteva solo il
ricordo di chi l'aveva amato. Avrebbe scritto una lettera per non far
preoccupare troppo Marzia e per spiegarle i motivi che l'avevano indotto a
prendere una decisione simile, cercando di farle capire che non si trattava di
una fuga da lei, ma di una semplicissima voglia di rivedere la sua famiglia,
d'inventare qualche scusa con loro e poi, appena possibile, avrebbe fatto
ritorno, perché l'amava e non poteva neanche pensare di vivere senza di lei.
Aveva preso la sua decisione.
Per commenti, scrivete a
davidmuscolo@tiscali.it
lieve, con Marzia che si posava cautamente sopra di lui, colmandolo di
attenzioni stando ben attenta a non fargli male. Ma poi pian piano si era
ritornati a fare sesso come all'inizio della loro storia, prima che irrompesse
Patrizia nella loro relazione, quel sesso così strano per tutti e due ma che
li coinvolgeva in tutti i loro sensi, in maniera totale e sublime, fatto da
due esseri che più contrapposti non avrebbero potuto essere, ma che riusciva
comunque a unirli, a esaltarli e a regalar loro quella felicità e
quell'appagamento che poteva verificarsi solo nelle vere storie d'amore. Alcuni
giorni dopo aver ripreso a fare l'amore, Marzia gli aveva chiesto di diventare
suo marito. Era successo in un ristorante di lusso che Marzia aveva prenotato
per l'occasione. Gli aveva comprato un nuovo abito e aveva preteso che lo
indossasse e quindi erano andati in quel posto meraviglioso situato proprio al
centro di Roma. Luci soffuse, ambiente di gran classe, cibo scarso ma di
ottimo gusto, c'era proprio tutto l'occorrente per una bella serata romantica
anche se Filippo non immaginava che lo sarebbe stata fino a quel punto. Quando
Marzia tirò fuori l'anello dicendogli la fatidica frase
" Vuoi diventare mio marito?" il giovane rimase completamente di stucco.
Ancora non conosceva tutte le tradizioni in uso in quel posto e considerando
il potere assoluto che le donne avevano sugli uomini non credeva che dovesse
dare il suo consenso per sposarsi e pensava che dipendesse esclusivamente da
Marzia decidere se, come e quando farlo. Trascorso il primo istante di
evidente smarrimento, Filippo aveva guardato Marzia in attesa ansiosa della sua
risposta, in piedi davanti al tavolino, in tutta la sua maestosa figura. Ne
ammirò i lineamenti del viso belli e dolci, i suoi splendidi occhi verdi, i
suoi seni che quasi sembravano esplodere, così prorompenti e ammalianti e
il fisico statuario e perfettamente proporzionato alla sua notevole altezza,
reso ancora più sensuale da un mini abito che la fasciava divinamente e che
lasciava vistosamente scoperte, avvolte da stimolanti calze di seta, due
lunghissime e magnificamente tornite gambe che sembravano non finire mai.
Certo, erano tutte belle le donne di questo mondo, ma la sua Marzia possedeva
molte cose in più. O forse era semplicemente il modo in cui lui la guardava,
uno sguardo da uomo innamorato, di un uomo che l'ammirava e che la desiderava
in ogni momento più di ogni altra cosa al mondo. Si alzò di scatto e felice
come non lo era mai stato in vita sua, gettò le braccia al collo della sua
fidanzata
“ Certo che lo voglio! Voglio essere suo marito. Voglio restare con lei per
tutto il resto della mia vita”
E così erano cominciati i preparativi per le nozze che Marzia aveva fissato
per il mese successivo e che voleva fare in grande stile. Tutto sembrava
surreale per Filippo. Mai avrebbe creduto di potersi sposare così giovane e
dopo così poco tempo che conosceva una donna. Ma qui era tutto diverso. I
rapporti tra uomini e donne erano capovolti e lui, alla sua età, cominciava
addirittura a non essere più tanto giovane come lo era invece nel suo mondo.
Già, il suo mondo. Gli mancava eccome. Era inutile negarlo a sé stesso. Gli
mancavano soprattutto i divertimenti, gli scherzi e le chiacchiere con i suoi
amici, le sigarette e magari qualche birra il sabato sera. E naturalmente gli
mancavano tutti gli affetti e le sue persone care che l'amore per Marzia aveva
in buona parte contribuito a rendere la loro assenza meno pesante. Se solo
avesse potuto avere tutte e due le cose.... Magari anche solo per avvertirli
che stava bene e che aveva conosciuto una donna eccezionale che amava alla
follia. Si sarebbe portato appresso solo alcune fotografie che lo
immortalavano insieme a Marzia, per farle vedere ai suoi amici e farli
schiattare d'invidia e poi sarebbe ritornato dalla sua donna. Sarebbe stato
bello poter fare abitualmente questi salti dimensionali, passare da un mondo
all'altro come se si prendesse un ascensore. Invece di spostarsi di un piano,
oplà, ci si spostava da un universo all'altro. Eppure, se era accaduto una
volta doveva poter accadere nuovamente. Ritornò con la mente a due mesi prima
quando, in modo del tutto fortuito, quella porta dimensionale lo aveva
scaraventato in questo mondo. Era cominciato tutto proprio in una giornata di
pioggia, una giornata come quella che stava vivendo in quel momento visto che
al di la del vetro erano cominciati a scendere, come previsto, grossi
goccioloni. Un tremendo acquazzone gli aveva fatto perdere il controllo della
sua auto ed era stato magicamente risucchiato in questa dimensione. A pensarci
bene, non era stata la pioggia a fargli perdere il controllo, bensì un lampo
di luce talmente intensa da accecarlo completamente per alcuni istanti. E se
fosse stato proprio il lampo ad aprire quella porta? Non ci aveva mai pensato,
ma in quel momento vedendo la pioggia scendere sempre più copiosamente
un'idea pazzesca si stava facendo strada nelle sua mente. Ma c'era stato
qualcosa di non assurdo in tutta quella storia? Forse in quel punto esatto
dove era atterrato, che tra l'altro distava pochi chilometri da dove abitava
con Marzia, in determinate giornate si creava un accesso per questo secondo
universo, l'universo parallelo dove tutto sembrava uguale e nello stesso tempo
contrario. Che gli costava provarci? Se avesse scoperto che quell'idea
funzionava e che quindi poteva ritornare nel suo mondo, non sarebbe stato
complicato ritornare di nuovo in questo, dalla sua Marzia, per poterla sposare
e per poter vivere sempre insieme a lei, come le aveva promesso e come
desiderava. Certo, in un caso del genere avrebbe dovuto spiegare poi a Marzia
le motivazioni della sua partenza e la sua fidanzata non glie l'avrebbe certo
fatta passare liscia. Tanto per cominciare, gli avrebbe dato una punizione
esemplare, forse l'avrebbe anche picchiato un poco, ma poi avrebbe capito. Era
una donna di grande intelligenza e sensibilità e soprattutto era pazzamente
innamorata di lui e alla fine lo avrebbe perdonato e lo avrebbe portato
all'altare. Se invece, come era molto più probabile, non avesse trovato
niente, avrebbe avuto tutto il tempo di tornare a casa ed aspettare Marzia per
trascorrere il resto della serata insieme a lei. Doveva però superare
l'ostacolo Claudio e quello non sarebbe stato affatto semplice. Decise che
doveva provarci. Per pazzesco che potesse essere, era l'unico modo che aveva
per rivedere la sua famiglia che immaginava disperata alla sua costante
ricerca in ogni angolo del mondo, senza sapere che ogni sforzo era
completamente inutile perché di Filippo in quel mondo ormai esisteva solo il
ricordo di chi l'aveva amato. Avrebbe scritto una lettera per non far
preoccupare troppo Marzia e per spiegarle i motivi che l'avevano indotto a
prendere una decisione simile, cercando di farle capire che non si trattava di
una fuga da lei, ma di una semplicissima voglia di rivedere la sua famiglia,
d'inventare qualche scusa con loro e poi, appena possibile, avrebbe fatto
ritorno, perché l'amava e non poteva neanche pensare di vivere senza di lei.
Aveva preso la sua decisione.
Per commenti, scrivete a
davidmuscolo@tiscali.it
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Inferno o paradiso Ventinovesimo episodioracconto sucessivo
Inferno o paradiso Trentunesimo episodio
Commenti dei lettori al racconto erotico