La donna è carponi ...

di
genere
sadomaso

La donna è carponi.
La frequenza del battito cardiaco le sembra che la stia assordando e le da la misura delle sue sensazioni.
La testa da erroneamente l’impressione di essere china più per il peso del collare che per l’effettiva volontà. Il movimento di questa, costante nella sua leggerezza, segnala all’uomo, in piedi accanto a lei, la sua tensione interna che, nello sforzo di restare immobile come lui vuole, deve pur scaricarsi da qualche parte.
Le differenze tra i due sono maggiormente evidenziate dalla nudità della donna che, nella sua naturalezza, si contrappone al completo scuro che veste l’uomo.
Il battito cardiaco di quest’ultimo ha la stessa frequenza dell’altro cuore.
Sono diversi gli sguardi, nascosti reciprocamente agli occhi: uno porta in sé la consapevolezza del potere, l’altro la consapevolezza di averlo ceduto.
L’unione tra i due va oltre al guinzaglio di acciaio, che lui tiene saldamente in mano, dopo averlo attaccato al collare di pelle che ha preso il posto del filo d’argento.
Avevano comperato assieme quello strumento di possesso, e lo avevano scelto di quel materiale apposta perché desse peso a quel filo impalpabile che li univa e potesse rappresentare la forza e solidità del loro rapporto.
Senza ascoltarsi il cuore e senza guardarsi gli occhi, entrambi conoscono la reciproca frequenza del primo e l’intensità dei secondi.
Alla donna fanno male le ginocchia, tenute in una posizione innaturale a causa del collo del piede forzato dalle decollete tacco 12 che è costretta ad indossare, unico indumento oltre alle autoreggenti.
La sola visione delle scarpe e della parte terminale dei pantaloni dell’uomo, le ricordano ciò che, in quel momento, non ha più, cioè il potere su sé stessa, la cui consegna era iniziata con la svestizione e terminata nel momento in cui aveva sentito il moschettone del guinzaglio che la collegava definitivamente a colui che, dall’alto, la osservava nuda ai suoi piedi, carico di ciò che aveva appena ricevuto e del quale sapeva di poterne disporre a piacimento.
L’esercizio del potere raddoppiato lascia all’uomo la scelta dello strumento con il quale, pur nel suo arbitrio, può soddisfare i piaceri di entrambi, seppur speculari.
In quel momento non esiste altra realtà se non quella circondata dall’elettricità e dalla chimica che crea il campo magnetico attorno a loro.
Nessuno dei due pensa più al gioco al ristorante, dove lei sedeva senza mutandine col divieto di accavallare le gambe che, tenute unite durante la cena, dovevano essere tenute allargate in auto lungo il percorso per raggiungere ristorante e, da lì, fino al luogo dove una sola persona avrebbe detenuto il potere.
La cena era stata consumata in un locale raffinato. L’unica stonatura in quella coppia elegantemente vestita, era costituita dal segno rosso, netto, sottile, che attraversava la schiena di lei visibile dalla scollatura posteriore dell’abito nero da sera. Era un segno di frustino, uno solo, dato nel semibuio del parcheggio del ristorante, nell’area del parco, poco frequentata di sera ma col rischio che qualcuno potesse arrivare.
La donna non aveva prestato attenzione alla possibilità di sporcarsi le ginocchia col verde dell’umido prato, mentre il vestito aderente era sollevato e lei, inginocchiata e con le spalline abbassate, attendeva il colpo di frustino che, sapeva, sarebbe stato forte per lasciare il segno a lungo.
Quei momenti avevano contribuito a costruire l’istante attuale, collocato fuori dal mondo o, anzi, in un mondo solo loro, dove le regole sono volontariamente capovolte.
Nessuno dei due ricorda più nemmeno la salita in ascensore, fino all’undicesimo piano che sembrava non arrivare mai per la tensione che qualcuno lo intercettasse, mentre il segno rosso era aderente alla camicia dell’uomo che, avvolgendo la donna con le braccia, giocava coi capezzoli, torcendoli ed iniziando a dare ancor più concreta prova del potere già trasferito.
Adesso, a 4 zampe, l’immobilità è un’attesa, scelta da uno e subita dall’altra. L’attesa che lui inizi a fare di lei ciò che vuole perché lei gli ha trasferito il potere di farlo dopo che le anime si erano, mesi addietro, unite alla pari.
Lei sa, teme, desidera che l’attesa finisca con quel cazzo di colpo col frustino che lui ha in mano.
Lei sa che sta per arrivare, ma non sa dove o quando.
L’attesa la logora e le rende sempre più difficile il mantenimento di quell’immobilità che lui le ha ordinato tenendola lì, a 4 zampe, ai suoi piedi, sua!
L’uomo la guarda, anch’esso dimentico delle ore pregresse e calato nel mondo attuale, quello capovolto, quello dove lui la può tenere a piacimento, nuda, eccitante con le autoreggenti e quel magnifico tacco 12 che ha avuto l’effetto di slanciare e rendere eccitante e sensuale il suo bel corpo in quell’abito da sera che in pochi secondi, chiusa la porta di casa, era finito a terra mentre lei, davanti a lui seduto in poltrona, si era levato facendolo scivolare lentamente, in modo da fargli godere la rivelazione di quel corpo che egli conosceva e amava, desiderava, voleva e, quella sera, avrebbe avuto e preso.
Lui conosce l’effetto che il frustino le provoca, quell’insieme di timore e desiderio, paura ed eccitazione, l’insieme dei contrasti di quella relazione che avevano costruito nel tempo e della quale, in un tempo sospeso, entrambi ne godono.
Il timore altrui dona piacere in quell’attesa che genera contrastanti sensazioni, alimentati dal frustino che accarezza i fianchi e le natiche, da quel guinzaglio tenuto teso mentre lei, involontariamente, cerca di sottrarre il corpo a quel colpo che desidera, in un momento in cui timore e piacere convivono dove il primo la spinge ad allontanarsi da ciò che il secondo invece ricerca.
C’è sempre un momento in cui l’attesa finisce, il colpo scenderà creando un altro segno, che rimarrà nel loro privato e si aggiungerà a quello che, invece, è stato esposto al pubblico.
Quel segno costituirà la firma ed il definitivo confine tra Padrone e schiava, tra colui che, decidendo di porre fine all’attesa, le posa il piede sulla testa per spingerla a terra.
Lei capisce che il colpo sta per giungere sulla parte più esposta, che lui ama e sulla quale, con quel segno, apporrà il suo marchio di possesso che la segnerà per tutta la serata nella quale dovrà essere a sua disposizione.
I fatti sono un punto fermo di un percorso, che consolidandolo, creano i presupposti per un nuovo divenire.
di
scritto il
2023-08-06
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