La pioggia

di
genere
saffico





Pioveva dirotto, i tergicristalli alla massima velocità non riuscivano a vincere l’impetuosità della perturbazione. Dovevo tenere gli occhi ben attenti sulla strada, non potevo fermarmi perché l’idraulico mi aveva detto che sarebbe venuto verso le 15,00 per ripararmi la caldaia, ero già in ritardo e questa pioggia non mi aiutava. Per strada non c’era nessuno ed i pochi che avevo incontrato erano fermi sul bordo della careggiata per la scarsa visibilità, io ero l’unica incosciente!
Ad un certo punto notai qualcosa sul ciglio della mia corsia, ad una trentina di metri davanti a me, rallentai ulteriormente la mia già lenta velocità, in mezzo agli scrosci di pioggia, c’era una ragazza con il braccio teso perpendicolare alla strada, con la mano aperta che mi chiedeva di fermarmi!
La scansai per non rischiare di investirla, frenai subito dopo averla superata. Sporgendomi oltre il sedile aprii la portiera dal lato passeggero e gridai:- “Corri!!….. Dai…Sali!” In un baleno mi trovai a fianco una giovane ragazza, indossava soltanto un paio di minuscoli pantaloncini ed una canotta bianca che, resa trasparente dall’acqua, rivelava che sotto non aveva il reggiseno a coprire i suoi giovani ma promettenti seni. Mi guardò e mi disse grazie in un italiano stentato sorridendomi cortesemente. Ovviamente era bagnata fradicia, aveva dei bei capelli lunghi e biondi che grondavano acqua. Prima di ripartire mi girai e presi dal sedile dietro una maglia lasciata lì da mia figlia,quacge giorno prima, gliela porsi e le dissi di togliersi la canottiera ed indossare l’indumento asciutto. Mi guardò con un po di imbarazzo ma valutando la mia età, probabilmente pensò che potevo essere sua madre. Si tolse l’indumento fradicio, spuntarono due seni stupendi di una bella quarta piena, con due bei capezzoli rosa inturgiditi dal freddo, li guardai con un po di invidia. Le chiesi dove era diretta, mi disse, sempre in un stentato italiano, che doveva arrivare a Roma, dove la aspettavano delle amiche. Beh… eravamo a Belluno e certamente non potevo lasciarla per strada con quel tempo o mettermi a cercarle un albergo in quel momento! Le dissi:- “Io abito qua vicino, se vuoi puoi venire a casa mia intanto, poi decideremo cosa fare,…..Va bene?” Lei assentì grata. La poverina tremava tutta, accesi il riscaldamento al massimo.
L’estate stava lasciando il passo all’autunno e quel tardo temporale di fine stagione aveva abbassato di parecchio la temperatura. Probabilmente in alto, sulle cime a quote superiori, stava già nevicando.
Accesi l’aria condizionata, con l’umidità portata all’interno dell’auto della mia passeggera, si appannavano i vetri. Non avevamo voglia di parlare: Io impegnata nella guida e lei che si sfregolava le braccia per scaldarsi, ogni tanto ci guardavamo e ci sorridevamo in maniera circostanziale.
Finalmente arrivammo a casa, parcheggiai la mia piccola skoda sotto alla tettoia a fianco dell’abitazione, dove abitavo da sola, dopo che mio marito mi aveva lasciato. Erano già passati tre anni da quando se n’era andato con una ragazza cecoslovacca che aveva metà dei miei anni, lui diceva per amore, ma forse c’entravano qualcosa anche il suo culo e le sue giovani tette!!
Io ero ancora una bella donna che faceva ancora girare la testa, i miei seni erano grossi ma ancora sodi nonostante la mia età, avevo un fisico un po pieno, con un accenno di pancetta e con qualche segno di cellulite. Certo non potevo certo competere con una ragazza di ventitré anni, l’età della sua nuova fiamma!
Entrammo in casa di corsa, il tepore del caminetto ci accolse ancora con qualche flebile accenno di fiammella e con un bel mucchio di rosse braci che irradiavano un confortevole calore. Lei si avvicinò subito al caminetto per scaldarsi finalmente, io alimentai subito le fiamme con qualche ciocco di legno. Il mio cellulare mi avveri di un messaggio watsApp in arrivo: Era l’idraulico che mi diceva che aveva avuto un contrattempo e che quindi mi avrebbe chiamato per fissare il suo intervento in altra data. Accidenti!! Chissà quando sarebbe venuto adesso!! Non potevo farci niente e finalmente potei dedicare un po di attenzione a quella ragazza che avevo raccolto per strada. Potei guardarla meglio: Era molto bella, aveva il viso punteggiato da piccole efelidi, tipiche degli abitanti nordici. Aveva gli occhi di un bel colore verde chiaro, il suo viso esprimeva decisione ma anche gentilezza. Doveva avere tra i venticinque e i trent’anni.
Le chiesi da dove veniva e come si chiamava, mi disse di chiamarsi ashley e di essere di Amersham una cittadina vicino a Londra, nella contea di Buckinghamshire, e di essere partita da casa alla volta di Roma una decina di giorni prima in autostop, per raggiungere delle compagne d’infanzia, a cui era molto legata, che si erano stabilite nella capitale Italiana e che la avrebbero ospitata per il tempo occorrente a visitare la città, che lei aveva sempre sognato di vedere e che adesso per festeggiare la sua laurea di dottoressa in storia dell’arte, poteva finalmente, toccare con mano quello che aveva solo letto sui libri di storia.
Stupita da tanto incosciente coraggio le chiesi dove aveva dormito e mangiato, come faceva a lavarsi. Mi rispose che dormiva dove la ospitavano, che una notte aveva dormito in un motel che una ragazza francese le aveva pagato e che mangiava qualcosa con i pochi soldi che aveva in tasca o altrimenti con quello che le offrivano, ed in quanto a lavarsi l’ultima vota si era lavato nel motel quattro giorni prima.
Le dissi che mi dispiaceva ma che in casa non mi funzionava la caldaia e che quindi non avrebbe potuto lavarsi, Lei rise e mi disse che non era un problema in quanto si stava abituando a potersi lavare poco e che magari il giorno dopo si sarebbe eventualmente lavata le parti essenziali con l’acqua fredda. Da questo capii che si era auto invitata a passare la notte da me, Tutto sommato non mi dispiaceva avere una così giovane e bella compagnia. Le sorrisi e le dissi che le avrei portato qualcosa di caldo e asciutto da indossare.
Le diedi una tuta felpata che avevo a casa e un paio di mutandine di mia figlia.
Lei, senza problemi si spogliò nuda davanti al caminetto, si tolse le mutandine di pizzo che una volta dovevano essere state bianche, l’inguine, che mi sarei aspettata depilato, era invece abbondantemente peloso, Le sue labbra rosee facevano capolino al di sotto della bionda peluria, il culetto si beava di una armoniosa forma a mandolino. Era magrolina ma ben fatta, con armoniose ed invitanti curve. Era stupenda, tutta da baciare, dalla testa ai piedi. Si mise il perizoma di mia figlia che invece di nascondere evidenziavano tutto: Il filetto dietro spariva tra le chiappe e davanti il pelo, non curato, usciva da tutte le parti, era tremendamente eccitante!!! Feci fatica a distogliere lo sguardo dal suo giovane e invitante sesso.
Presi gli indumenti che si era tolta e li portai nel cesto della biancheria da lavare nell’anti bagno , che fungeva anche da lavanderia, prima di posarli, mi portai al naso le sue mutandine: Avevano un odore pazzesco, l’odore dell’urina era predominante, ma anche l’odore dell’ovulazione, del sudore e chissà cos’altro era molto intenso, me le tenni premute per un po sulla faccia, mi eccitava in maniera pazzesca quell’effluvio così forte. Le guardai, le aprii, nel punto dove erano state a contatto con la sua patatina, c’era un lunga sgommata giallina, e c’erano chiari segni di ovulazione. Prima di metterle nel cesto non resistetti al desiderio di assaggiare quello che avevo annusato: Percepii il sapore salato della sua urina ed il dolce aspro dei suoi abbondanti umori che non mi disgustavano affatto, ma anzi mi facevano sciogliere, infatti sentivo la mia liquida voglia, che bagnava il mio intimo.
Quando mi ero separata e mio marito e se n’era andato con la ragazza dell’est, avevo preso una tale delusione da non voler più alcun rapporto, di nessun tipo, con un uomo. Mi ero scoperta interessata al gentil sesso, avevo avuto qualche incontro intimo con alcune amiche più o meno lesbiche, conosciute dopo la separazione in alcuni locali per sole donne.
Posai le mutandine e tornai nel salone.
Shelly era seduta su di una poltrona e quando mi vide mi accolse con il suo bellissimo sorriso.
Le chiesi se aveva fame, mi rispose che era affamata.
Mi misi ai fornelli, con lei curiosa, al mio fianco. Avevo dei strangolapreti in frizzer, che messi in acqua bollente furono in breve pronti e che conditi con salvia e burro fuso, con una bella spolverata di parmigiano, sfamarono la mia giovane amica, che gustò, l’abbondante porzione, con piacere. Mi disse che non li aveva mai mangiati e che erano squisiti.
Durante la cena parlammo del più e del meno: Mi chiese come mi chiamavo, mi chiese di mio marito e che lavoro facevo. Le raccontai del mio matrimonio, le dissi che mi chiamavo Loretta e che ero una maestra delle elementari, ed in quel periodo ero a casa per un periodo di aspettativa che avevo chiesto. Aggiunsi che avevo quarantacinque anni, ed avevo una figlia di ventidue anni, che viveva e lavorava, come stagionale, a Cortina e che ogni tanto, in bassa stagione la ospitavo con piacere a casa mia.
Le chiesi, a mia volta, di lei: Mi raccontò che studiava all’ University College London e che per mantenersi agli studi e non pesare sui suoi genitori, faceva la massaggiatrice.
La guardai stupita, le dissi che di solito i massaggiatori o massaggiatrici erano più nerboruti, più robusti di quanto lo fosse lei. Scoppiò a ridere in maniera disarmante, quel momento l’ avrei mangiata, mi spiegò che lei faceva dei massaggi rilassanti, che servivano a stemperare la tensione che al giorno d’oggi è uno dei fardelli che accompagna la nostra vita.
Non mi sembrava vero: Le sorrisi e le dissi che ero interessante e che anche io avrei avuto bisogno dei servigi di una massaggiatrice che fosse specializzata in quel tipo di massaggi.
Shelly spalancò gli occhi, mi sorrise di nuovo e mi disse:- “Ascolta Loretta…. Se ti va, posso fartelo subito un bel massaggio….. Ti sentiresti sicuramente meglio, sono brava nel mio lavoro, vuoi?” Ed io falsa come il peggiore dei bugiardi:- “Ma no…. Figurati…..Sarai stanca dopo la giornata di oggi” Mi rassicurò:- “ Ma figurati !!!…. Non sono per niente affaticata e poi un questa maniera potrei sdebitarmi, in piccola parte, della tua ospitalità e gentilezza, Tra l’altro, nello zaino, ho una boccette dell’olio che uso per i massaggi, che mi sono portata per le mie amiche di Roma”
La guardai grata:- “Se proprio vuoi….Ti ringrazio.”
Mi chiese delle candele che fortunatamente avevo in casa, Cercò una stazione radio che trasmettesse della musica soft. Mi chiese un paio di coperte da mettere sul basso tavolo del salone.
Mi disse di spogliarmi nuda e di stendermi sul materassino improvvisato sul tavolo, stendendomi sulla pancia. Accese alcune candele e le mise su dei piattini sopra ai mobili. Creò una coinvolgente e rilassante atmosfera.
Scaldò un po dell’olio per massaggi, che aveva messo su una tazzina, sulla fiamma di una candela. Si cosparse le mani con un po di unguento e me ne lasciò cadere qualche goccio sulla schiena,
Iniziò il massaggio: Le sue mani si posarono sulla mia schiena e muovendosi con la leggerezza di una libellula, si portarono sui fianchi salendo piano sino a sfiorare i seni schiacciati sulla coperta. Non ruscii a trattenere un flebile gemito di pacere che non sfuggì alla mia bella massaggiatrice:- “Ti piace?” Le confermai:- “Hai delle mani stupende e leggerissime!” E lei:- “E pensa che abbiamo appena iniziato!” Le sorrisi, Lei mi guardò: Nel suo sguardo lessi qualcosa di malizioso.
Le sue dita tornarono a danzare su di me, mi facevano provare dei brividi che percorrevano tutto il corpo. Iniziavo a sentire le farfalle nel mio basso ventre, era stupendo, scese piano verso le natiche, le sfiorò aprendole leggermente e proseguendo verso i piedi, me li accarezzò con l’unguento, poi le mani passarono all’interno delle gambe e salirono verso l’inguine sfiorandomi il sesso e ritornando sui glutei, sfiorandomi l’ano. Non riuscii ad evitare un movimento del bacino a cercare un tocco più deciso delle sue mani, che non venne. Sentii la mia figa aprirsi e sbocciare, i miei capezzoli turgidi
mi facevano quasi male per l’eccitazione. Nuovamente mi chiese:-“Ti pace?”
Avrei voluto dirgli:- “Si mi piace…..Fammi tutto quello che vuoi, sono la tua puttana.” Invece, con voce tremante, gli dissi:- Sei bravissima….Mi pice molto quello che mi stai facendo!
Lei mi sussurrò piano, portandosi con la bocca vicinissima al mio orecchio:- “Lo so!!!” Il suo alito sull’orecchio mi fece tremare di nuovo.
Lo sfarfallio nel mio basso ventre adesso stupendamente pazzesco!!
Le sue mani mi scivolarono di nuovo leggere sui fianchi: Dai miei seni al bacino per poi portarsi più in basso, sui polpacci, fece forza, mi allargò le gambe e si spostò sul lato del tavolo verso i miei piedi, si chinò in avanti fino portare le sue mani sulla mia schiena, era quasi stesa su di me, il suo viso era quasi tra le mie cosce sentivo il suo alito sul culo e sulla figa, sicuramente avvertiva il mio odore intenso di fine giornata. Di nuovo mossi il mio bacino involontariamente e toccai il suo naso con le natiche. sentii un leggero accenno di sorriso. Si alzò si spostò al mio fianco e di nuovo sussurrando mi disse :- “Girati Loretta…..Sei molto bella e mi piaci molto……adesso comincia la parte più….ehm…Intressante!!”
La sua voce sussurrata con accento straniero mi fece sciogliere più di quanto già non fossi.
Mi girai, ashley mi guardò con un sorriso pieno di promesse, si passò la lingua sulle labbra umettandosele. Mi posò ancora una volta le mani sui fianchi e sempre con estrema leggerezza e sopratutto molto lentamente, salì verso l’alto, portandosi ai lati dei miei seni ed ancora più lentamente portò i suoi palmi a sfiorare i miei capezzoli turgidi che sfregarono sulla pelle delle sue dita. Pianissimo me li prese tra i polpastrelli e guardandomi negli occhi me li strizzò leggermente, sentii una scarica elettrica che patì dai miei seni fino ad arrivare alla figa dove i miei spasmi di piacere furono amplificati all’inverosimile, facendomi sussultare sul tavolo.
Le dissi:- “Mi stai facendo morire!!! Lei si abbassò su di me, sfiorandomi le mie labbra con le sue e mi sussurrò ancora:- “lo so!!!….E’ Sempre così!”
Troia…. Hai capito!!………..Altro che massaggi rilassanti!!
Asley tornò ad abbassarsi e mi annusò il viso. Si alzò ridendo:- “Tu odori di me!!!” Cazzo!!! Mi ero dimenticata che mi ero strofinata la sue mutande sulla faccia, Lei mi sorrise facendomi l’occhiolino ed in inglese mi disse:- “slut!!!”
Tradotto: Troia in italiano! Le sorrisi licenziosa, avrei tanto voluto baciarla, sentire la sua saliva nella mi bocca, assaggiare le sue labbra. Ah……si!…..Come lo volevo”
Lei si spogliò nuda, potevo sentire il suo odore già così da lontano.
Ormai avremmo potuto giocare a carte scoperte, ma volevo che lei continuasse quell’opera di seduzione che aveva cominciato.
Chiusi gli occhi e mi concentrai nel piacere che le sue stupende mani e il suo fare riuscivano a darmi.
Ad occhi chiusi era stupendo: Potevo gustarmi le magnifiche sensazioni senza che fossero inquinate dal senso della vista.
Le sue dita suonavano i tasti del mio piacere, danzando leggiadre sul mio corpo, come solo una donna sapeva fare.
Sentii le sue delicate labbra impadronirsi dei miei capezzoli e suggerli come un’ape sugge il nettare da un fiore, Sentii la sua lingua girare a spirale sulle aureole mentre un dito si insinuò tra le labbra del mio sesso a girare piano sul mio bottoncino del piacere, reso estremamente sensibile da tutte le sue stimolazioni. Non riuscivo più a controllarmi. Iniziai a urlare il mio piacere, a muovermi in sintonia con le sue mani e la sua bocca.
Con mio disappunto le sue labbra abbandonarono i miei seni, continuando baciarmi fior di pelle, si spostarono piano verso il basso, Sentii la sua calda lingua posarsi sulla mia clitoride, le sue labbra baciarono il mio bottoncino con la leggerezza di un respiro. Era stupendo, sentivo le corde del mio piacere vibrare melodiose verso un devastante orgasmo che stava per affiorare.
Quando ero al culmine, ed il mio bacino spingeva orso l’alto a cercare quella frazione di piacere che mi mancava per raggiunger l’apice, le sue labbra lasciarono il fulcro del mio piacerel!
Urlai il mio no per quel mancato estatico momento di diletto.
Il mio orgasmo era lì a portata di mano…… Mio Dio!…..Mi mancava così poco!!! Sentivo la mia figa pulsare e contrarsi dalla voglia e dal piacere.
Aspiravo l’aria tra i denti, La implorai:- “Ti prego non puoi farmi questo…… Fammi venire………Ti prego” Lei mi sorrise, mi sfiorò la figa con un dito, passandolo lungo la fessura, leggero come una piuma, si abbassò sulle mie labbra dandomi finalmente quel bacio che avevo tanto anelato, la mia lingua si intreccio con la sua, Inarcai la schiena a cercare quel piacere che mi era stato negato, il suo dito che giocava sul mio sesso si fermò di nuovo.
No!!!……..Cazzo!!!!……No ancora!!!!………Sembrava che sentisse quando stavo per venire!!!
Tremavo tutta, scuotevo la testa ed inarcavo le reni a cercare di nuovo il suo fare! Le mie corde del piacere vibravano tesissime!!
La implorai di nuovo fammi arrivare……Ti prego…….Mi stai facendo morire!
Mi guardò e mi disse semplicemente:- “ora si!!”
Si mise sopra di me, nella posizione del sessantanove,
Mise la sua lingua tra le labbra della mi figa che adesso stava avendo delle contrazioni di piacere: Finalmente……oh…..Dio…..Era bellissimo. Sentii la sua lingua entrare in profondità a cercare la mia liquida passione, Come prima, le sue labbra mi imprigionarono la clitoride che succhiò con delicatezza e gentilezza, come se stesse accarezzando i petali di una rosa.
Portai le mie gambe ad incrociarsi sulla sua schiena, come a voler imprigionare la fonte del piacere che mi stava devastando, il mio sesso cercava freneticamente le sue fantastiche labbra ad anelare quel appagamento che tardava ad arrivare.
Come conscia della mia voglia, la sua sapiente lingua iniziò un crescendo di goduriose sollecitazioni sensoriali, fino a diventare frenetica, portando il mio piacere a livelli mai raggiunti. Questo mi diede il colpo di grazia: Sentii arrivare l’orgasmo impetuoso come un’eruzione.
Affondai il naso nella sua bionda figa pelosa, aspirai a fondo il suo intenso e inebriante odore di piscio, l’aroma dei suoi densi umori forieri di voglia e di un vago sentore di sudore, un mix di fragranze che portava la mia libido alle stelle!! Tuffai la lingua all’interno delle sue labbra Il suo dolce sapore salato mi eccitava da impazzire.
Era estasiante.
Ashley ricevette il suo premio, sentii i miei abbondanti umori che avevo trattenuto a lungo fluire nella sua bocca, la sua lingua avida beveva tutto, cercandone ancora, ed ancora!!
L’orgasmo mi travolse come l’onda di uno tsunami, ulteriormente stimolato di suoi miasmi così intensi, continuava a farmi sussultare mentre tenevo premuta la mia faccia sulla sua odorosa figa. Mi portai più avanti ed infilai la mia lingua nel suo culo, mentre il mio orgasmo cominciava a scemare.
Sentii che anche lei stava venendo mentre ancora mi leccava la figa, Ritornai precipitosamente sulla sua passera succhiandogli la sua gonfia clitoride, Che leccai e baciai grata per tutto il piacere che mi aveva dato, la sentii venire, mentre soffocava le sue urla con la faccia affondata nella mia figa, esattamente come avevo fatto io qualche istante prima. I suoi spasmodici sussulti che avevano accompagnato il suo venire iniziarono a decrescere.
I suoi copiosi e saporiti umori, che stavo ingoiando, siglarono la fine di quel fantastico “massaggio rilassante”
Ci baciammo slinguandoci a vicenda e lei, annusandomi la faccia, mi disse:- Cazzo quanto puzzavo!!!
Ridemmo di gusto e ci baciammo di nuovo.
Andammo a letto così, nude e fantasticamente, inebriantemente, odorose!
Prima di spegnere la luce le dissi:- “Credo che domani mattina avrò bisogno di rilassarmi di nuovo”
Ridemmo di nuovo felici, le coprii il viso di dolci bacini, ci abbracciammo e ci addormentammo così, abbracciate, strette luna all’altra, forse stava nascendo un nuovo amore!
scritto il
2023-10-30
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