La gladiatrice Quarto episodio
di
Davide Sebastiani
genere
dominazione
Per errore ho postato il terzo episodio con un titolo sbagliato. Chi volesse reuperarlo può cercare La sorella maggiore Terzo episodio. Chiedo scusa a tutti i lettori.
Arrivata a pochi metri da noi riuscii a metterla a fuoco. Era vestita con una mimetica da militare e riconobbi i gradi di capitano ma la trovai una soldatessa estremamente sensuale. La giacca era slacciata appositamente per mettere in evidenza i suoi seni molto rigogliosi e il suo trucco era simile a quello della sera precedente, accurato e molto intenso, decisamente poco adatto a una vera soldatessa. Gli stivali erano stavolta col tacco basso ma la figura era ugualmente slanciata e decisamente atletica. Joe, con gli occhi chini la salutò sommessamente
" Buongiorno, padrona Sonja" le disse con un filo di voce tremante. Avevo
paura anch'io. Jason Stein, l'ex marine, il detective ammirato da tutti per il
suo coraggio era completamente scomparso di fronte a quella donna. La salutai
anch'io senza osare guardarla in faccia
" Buongiorno" dissi semplicemente. La donna guardò in direzione di Joe
" Fuori" gli ordinò. Era stata solo una parola ma era un concentrato di
autorità e sicurezza che mi scossero. Ero stranamente ammaliato da quel modo
di fare che, stranamente, non era mai stata una dote che mi aveva
entusiasmato nelle donne. Ma in lei c'era qualcosa che riusciva a farmelo
apprezzare. Joe si alzò intanto dalla sua posizione e sgattaiolò senza dire
altro fuori dal capannone. Eravamo soli io e lei. Il mio respiro era diventato
anomalo. Alternavo respiri profondi ad altri interrotti bruscamente per
l'agitazione che si stava impadronendo di me. Sapere che quella donna avrebbe
potuto farmi a pezzi non era certo il massimo per rimanere tranquillo. Lei
rimase in silenzio per alcuni secondi e io, a testa bassa, evitavo
accuratamente di guardarla, cercando di far tesoro di tutti i consigli che mi
aveva elargito il mio compagno di sventura. Finalmente, sentii la sua voce
" Bene! Vedo che Joe ti ha parlato e ti ha dato dei consigli sul comportamento
da tenere con me. Ora alzati" Lo feci pian piano. Le ossa ancora mi facevano
male e mi girava un po' la testa. Avevo anche fame. Era da parecchio che non
mettevo niente in bocca. Lei mi prese per il mento e mi costrinse a guardarla
negli occhi. Era decisamente bella e mi chiedevo come fosse possibile che una
donna del genere, una donna che avrebbe potuto sfruttare la sua bellezza in
altri ambiti e avere il mondo ai suoi piedi, potesse essere una psicopatica
assassina. Intanto, la sua bocca rossa era pericolosamente vicina alla mia e
potei constatare come, anche senza tacchi, fosse leggermente più alta di me.
Una vera amazzone che doveva sfiorare il metro e 88 centimetri. Mi sorrise
arrivando a sfiorarmi il corpo con il suo
" Come stai?"
" Bene, signora. Malgrado tutto, mi sento bene, anche se ho dei lievi capogiri
e sono molto dolorante"
" Non ti ho rotto niente. Se avessi voluto avrei potuto spezzare le tue ossa
una ad una, ma ti ho risparmiato. Lo sai perché?"
" Joe mi ha accennato qualcosa. Mi ha detto che lei non infierisce sugli
uomini che ha intenzione di far diventare suoi ... "
" Schiavi! Dillo pure perché è questo che sei diventato ora per me. Quando un uomo
mi interessa, evito di percuoterlo in modo troppo doloroso"
" Quando un uomo le interessa? Quindi io ... " Sonja scoppiò in una risata
" Non illuderti Jason. Il fatto che abbia detto che mi interessi non cambierà
di una virgola il mio modo di fare con te. Tanti uomini si sono avvicendati in
questi anni e tutti mi interessavano, ma non ci ho pensato nemmeno un secondo
ad ucciderli alla loro prima disobbedienza e a goderne nel farlo" Continuava
a tenermi per il mento con una mano e con l'altra cominciò ad accarezzarmi il
petto. Malgrado la mia testa continuasse a farmi male, come la sera prima
raggiunsi in breve un'eccitazione spasmodica. Cercai di indietreggiare per non
farle sentire la mia erezione. Non sapevo come avrebbe potuto reagire ma Sonja
si avvicinò ulteriormente mettendosi di nuovo a ridere. Era incredibilmente
affascinante quando rideva
" Vedo che anch'io interesso una parte del tuo corpo"
" Glie l'ho già detto ieri sera e lo ribadisco. Lei è molto bella. Molto più
di qualunque donna io abbia mai conosciuto" La sua mano sul mio mento si
irrigidì. Improvvisamente mi tornò alla mente che di fronte a me avevo una
donna dotata di una forza stratosferica, cosa che quasi avevo dimenticato di
fronte al suo fascino
" Se credi di potermi sedurre con un complimento come se fossi una ragazzina
di vent'anni, te lo puoi dimenticare. So di essere molto bella e non sarà
certo una frase carina a farmi sciogliere" Sentivo quella mano sul mio mento
ed ebbi paura. La sua forza era enorme e mi impediva quasi di parlare
" Se lei non vuole che io lo dica, non lo farò piu' ma era la verità, non
intendevo fare del sentimentalismo sciocco e non intendo rischiare la vita. Ho
visto cosa è in grado di fare" La sua mano si rilassò e lasciò il mio
mento. Me lo massaggiai visto che si era indolenzito a causa di quella presa ferrea
" In realtà, non hai visto che una piccola parte della mia potenza, ma so che
è bastata a farti capire come dovrai comportarti" A dir la verità, non lo
sapevo ancora. Eravamo a pochi centimetri l'uno dall'altra ma non sapevo dove
guardare. I suoi occhi azzurri sembravano quasi glaciali e avevo timore che
lei potesse arrabbiarsi per aver osato guardarla in faccia e se abbassavo lo
sguardo avevo in bella mostra i suoi seni prosperosi. Cosa dovevo fare? Cercai
di parlare per superare quell'impasse, abbassando lievemente lo sguardo tanto
da non guardarle né i seni e né gli occhi
" Si, mi è bastata, signora. Spero di non dovermi mai più confrontarmi con
lei" Ancora una volta Sonja sorrise. Non ero certo uno psicologo, ma da
detective conoscevo abbastanza bene la psicologia delle persone, anche di
quelle decisamente fuori dall'ordinario come quella donna. Il complimento
sulla sua bellezza le era piaciuto ma non l'aveva entusiasmata. Sapeva
perfettamente di essere bella e nella sua vita chissà quanti uomini glie
l'avevano detto, ma sembrava più interessata agli apprezzamenti sulla sua
forza fisica. Sonja smise di sorridere e il suo volto si rifece autoritario.
Prese una sedia e si mise seduta accavallando le gambe e mi fece segno di fare
altrettanto su quella specie di letto dove avevo trascorso la notte stordito
per le sue percosse e addormentato per il farmaco che mi aveva somministrato
Joe. Prese dal taschino della camicia una sigaretta, se l'accese e mi osservò
a lungo prima di parlare
" E così tu saresti il fratello di quello che mi ha sfidato la settimana
scorsa, come si chiamava?"
" Michael. Si chiamava Michael"
" Non gli assomigli per niente. Sei sicuro che fosse tuo fratello?" Oh mio
Dio. Aveva gia' dei dubbi. Se andava a fondo alla questione e se si informava
meglio, io potevo considerarmi morto
" Si signora, in effetti non ci somigliavamo molto" mentii
" Non vi somigliate per niente ma non me ne importa nulla se tu sei veramente
suo fratello o un tizio che voleva guadagnare un po' di soldi combattendo.
Quello che conta è che adesso tu fai parte della mia schiera di schiavi"
sospirai profondamente. Io uno schiavo? Sembrava assurdo. Tutto era assurdo e
fuori da ogni logica, a cominciare dalla forza incredibile di quella donna? Cos’era? Un cyborg? In quel momento mi sembrava la cosa più credibile ma poi mi vennero in mente le parole di Joe quando sosteneva che Sonja amava fare sesso con gli uomini e uccideva quelli che non la soddisfacevano. Difficile immaginare che un cyborg potesse amare il sesso. Intanto, continuavo a vagare con lo sguardo per non incrociare il suo e poi osservai meglio la divisa della donna. Non sembrava una di quelle moderne e mi dava l'impressione di essere un modello un po' antiquato
" Lei è veramente un capitano? Chiesi quasi d'istinto?" La donna alzò le
sopracciglia
" Perché mi fai una domanda del genere?"
" La sua divisa. Ho servito anche io l'esercito ed ero nei marines"
" E cos'ha la mia divisa?"
" Non so, non riesco ad inquadrare bene la cosa ma, se posso permettermi, mi
dà una strana sensazione" Sonja si alzò e un brivido percorse l'intero mio
corpo. Avevo detto qualcosa che non avrei dovuto dire?
" Sono l'ex capitano dei corpi speciali Sonja Glass. Ho abbandonato l'esercito
diversi anni fa ma mi sento sempre un soldato ed è per questo che non
abbandono quasi mai la mia divisa, anche se non e' proprio all'ultima moda. Se tu eri veramente un marine, saprai che un militare rimane tale anche quando non
ha più la divisa addosso"
" Si, concordo con lei" ammisi
" Bene Jason. Io ora vado. E' il momento dei miei allenamenti. Ti consiglio di
osservarli in modo che tu possa capire almeno in parte chi hai di fronte" La
donna si voltò procedendo in direzione dell'uscita del capannone e io mi
misi dietro di lei. La sua camminata era altera e veloce al contempo. Pur non
essendo una marcia militare, ondeggiava con le braccia avanti e indietro in
modo sincopato, quasi come se stessero seguendo un ritmo preciso e anche i
suoi capelli si muovevano a destra e sinistra in modo similare a quello delle
modelle sulla passerella. A metà percorso si voltò cercandomi con lo
sguardo. Ero rimasto indietro di alcuni metri a causa dei miei dolori che mi
impedivano una camminata veloce e la vidi sorridere. O forse era semplicemente
la mia impressione.
Appena uscii dal capanno respirai a pieni polmoni. La luce del sole sembrava
avesse avuto un potere lenitivo per il dolore che provavo e mi sentii
inaspettatamente meglio. Mi guardai intorno per cercare di capire la
situazione. Dinanzi a me avevo una villa in stile coloniale a tre piani che
doveva essere la residenza principale mentre alla mia sinistra si ergevano le
mura di cui mi aveva parlato Joe. Decisamente troppo alte per essere superate.
Si stagliavano per almeno tre metri rendendo invisibile ai miei occhi ciò che
c'era al di fuori della villa e terminavano con del filo spinato sulla
sommità. Seguii con lo sguardo le mura che si interrompevano per far posto
a un cancello per riprendere subito dopo. Doveva trattarsi del cancello
elettrificato. Sembrava impossibile poter uscire da questo campo di prigionia.
Ero immerso in questi pensieri e non mi accorsi dell'arrivo di Joe che mi
diede una pacca sulle spalle facendomi trasalire
" Fidati di me, Jason. Lascia stare ogni velleità di fuga"
" Cosa ti fa pensare che stavo pensando ad una fuga?"
" L'ho visto da come ti guardavi intorno. Avevi lo stesso sguardo che avevo io
il primo giorno"
" Le mura sono alte ma forse con una scala ... "
" Oh andiamo. Pensi davvero che Sonja sia stupida? Non ci sono scale nella
villa. Non così alte da poter scavalcare le mura. E anche il filo spinato
credo che sia elettrificato e a meno che tu non voglia fare la fine del pollo allo spiedo ti consiglio di lasciar stare. Per di più l'intera villa è sorvegliata da
telecamere a circuito chiuso che ognuno di noi deve controllare a turno e
nessuno di noi rischierebbe la vita per proteggere la fuga di un compagno. Se
qualcuno dovesse fuggire, Sonja ucciderebbe immediatamente quelli che in quel
momento controllavano le telecamere. Credi che qualcuno lo farebbe?" Scossi la
testa
" No, non credo"
" Esatto. Mi sei simpatico ma se dovessi scoprire che stai tentando la fuga
non ci penserei un secondo a dare l'allarme"
" Credo di aver capito" conclusi
" Bene! Ora andiamo a vedere gli allenamenti di Sonja. Siamo obbligati a farlo
e posso garantirti che stai per assistere a qualcosa di spettacolare"
Per commenti, scrivete a
davidmuscolo@tiscali.it
Arrivata a pochi metri da noi riuscii a metterla a fuoco. Era vestita con una mimetica da militare e riconobbi i gradi di capitano ma la trovai una soldatessa estremamente sensuale. La giacca era slacciata appositamente per mettere in evidenza i suoi seni molto rigogliosi e il suo trucco era simile a quello della sera precedente, accurato e molto intenso, decisamente poco adatto a una vera soldatessa. Gli stivali erano stavolta col tacco basso ma la figura era ugualmente slanciata e decisamente atletica. Joe, con gli occhi chini la salutò sommessamente
" Buongiorno, padrona Sonja" le disse con un filo di voce tremante. Avevo
paura anch'io. Jason Stein, l'ex marine, il detective ammirato da tutti per il
suo coraggio era completamente scomparso di fronte a quella donna. La salutai
anch'io senza osare guardarla in faccia
" Buongiorno" dissi semplicemente. La donna guardò in direzione di Joe
" Fuori" gli ordinò. Era stata solo una parola ma era un concentrato di
autorità e sicurezza che mi scossero. Ero stranamente ammaliato da quel modo
di fare che, stranamente, non era mai stata una dote che mi aveva
entusiasmato nelle donne. Ma in lei c'era qualcosa che riusciva a farmelo
apprezzare. Joe si alzò intanto dalla sua posizione e sgattaiolò senza dire
altro fuori dal capannone. Eravamo soli io e lei. Il mio respiro era diventato
anomalo. Alternavo respiri profondi ad altri interrotti bruscamente per
l'agitazione che si stava impadronendo di me. Sapere che quella donna avrebbe
potuto farmi a pezzi non era certo il massimo per rimanere tranquillo. Lei
rimase in silenzio per alcuni secondi e io, a testa bassa, evitavo
accuratamente di guardarla, cercando di far tesoro di tutti i consigli che mi
aveva elargito il mio compagno di sventura. Finalmente, sentii la sua voce
" Bene! Vedo che Joe ti ha parlato e ti ha dato dei consigli sul comportamento
da tenere con me. Ora alzati" Lo feci pian piano. Le ossa ancora mi facevano
male e mi girava un po' la testa. Avevo anche fame. Era da parecchio che non
mettevo niente in bocca. Lei mi prese per il mento e mi costrinse a guardarla
negli occhi. Era decisamente bella e mi chiedevo come fosse possibile che una
donna del genere, una donna che avrebbe potuto sfruttare la sua bellezza in
altri ambiti e avere il mondo ai suoi piedi, potesse essere una psicopatica
assassina. Intanto, la sua bocca rossa era pericolosamente vicina alla mia e
potei constatare come, anche senza tacchi, fosse leggermente più alta di me.
Una vera amazzone che doveva sfiorare il metro e 88 centimetri. Mi sorrise
arrivando a sfiorarmi il corpo con il suo
" Come stai?"
" Bene, signora. Malgrado tutto, mi sento bene, anche se ho dei lievi capogiri
e sono molto dolorante"
" Non ti ho rotto niente. Se avessi voluto avrei potuto spezzare le tue ossa
una ad una, ma ti ho risparmiato. Lo sai perché?"
" Joe mi ha accennato qualcosa. Mi ha detto che lei non infierisce sugli
uomini che ha intenzione di far diventare suoi ... "
" Schiavi! Dillo pure perché è questo che sei diventato ora per me. Quando un uomo
mi interessa, evito di percuoterlo in modo troppo doloroso"
" Quando un uomo le interessa? Quindi io ... " Sonja scoppiò in una risata
" Non illuderti Jason. Il fatto che abbia detto che mi interessi non cambierà
di una virgola il mio modo di fare con te. Tanti uomini si sono avvicendati in
questi anni e tutti mi interessavano, ma non ci ho pensato nemmeno un secondo
ad ucciderli alla loro prima disobbedienza e a goderne nel farlo" Continuava
a tenermi per il mento con una mano e con l'altra cominciò ad accarezzarmi il
petto. Malgrado la mia testa continuasse a farmi male, come la sera prima
raggiunsi in breve un'eccitazione spasmodica. Cercai di indietreggiare per non
farle sentire la mia erezione. Non sapevo come avrebbe potuto reagire ma Sonja
si avvicinò ulteriormente mettendosi di nuovo a ridere. Era incredibilmente
affascinante quando rideva
" Vedo che anch'io interesso una parte del tuo corpo"
" Glie l'ho già detto ieri sera e lo ribadisco. Lei è molto bella. Molto più
di qualunque donna io abbia mai conosciuto" La sua mano sul mio mento si
irrigidì. Improvvisamente mi tornò alla mente che di fronte a me avevo una
donna dotata di una forza stratosferica, cosa che quasi avevo dimenticato di
fronte al suo fascino
" Se credi di potermi sedurre con un complimento come se fossi una ragazzina
di vent'anni, te lo puoi dimenticare. So di essere molto bella e non sarà
certo una frase carina a farmi sciogliere" Sentivo quella mano sul mio mento
ed ebbi paura. La sua forza era enorme e mi impediva quasi di parlare
" Se lei non vuole che io lo dica, non lo farò piu' ma era la verità, non
intendevo fare del sentimentalismo sciocco e non intendo rischiare la vita. Ho
visto cosa è in grado di fare" La sua mano si rilassò e lasciò il mio
mento. Me lo massaggiai visto che si era indolenzito a causa di quella presa ferrea
" In realtà, non hai visto che una piccola parte della mia potenza, ma so che
è bastata a farti capire come dovrai comportarti" A dir la verità, non lo
sapevo ancora. Eravamo a pochi centimetri l'uno dall'altra ma non sapevo dove
guardare. I suoi occhi azzurri sembravano quasi glaciali e avevo timore che
lei potesse arrabbiarsi per aver osato guardarla in faccia e se abbassavo lo
sguardo avevo in bella mostra i suoi seni prosperosi. Cosa dovevo fare? Cercai
di parlare per superare quell'impasse, abbassando lievemente lo sguardo tanto
da non guardarle né i seni e né gli occhi
" Si, mi è bastata, signora. Spero di non dovermi mai più confrontarmi con
lei" Ancora una volta Sonja sorrise. Non ero certo uno psicologo, ma da
detective conoscevo abbastanza bene la psicologia delle persone, anche di
quelle decisamente fuori dall'ordinario come quella donna. Il complimento
sulla sua bellezza le era piaciuto ma non l'aveva entusiasmata. Sapeva
perfettamente di essere bella e nella sua vita chissà quanti uomini glie
l'avevano detto, ma sembrava più interessata agli apprezzamenti sulla sua
forza fisica. Sonja smise di sorridere e il suo volto si rifece autoritario.
Prese una sedia e si mise seduta accavallando le gambe e mi fece segno di fare
altrettanto su quella specie di letto dove avevo trascorso la notte stordito
per le sue percosse e addormentato per il farmaco che mi aveva somministrato
Joe. Prese dal taschino della camicia una sigaretta, se l'accese e mi osservò
a lungo prima di parlare
" E così tu saresti il fratello di quello che mi ha sfidato la settimana
scorsa, come si chiamava?"
" Michael. Si chiamava Michael"
" Non gli assomigli per niente. Sei sicuro che fosse tuo fratello?" Oh mio
Dio. Aveva gia' dei dubbi. Se andava a fondo alla questione e se si informava
meglio, io potevo considerarmi morto
" Si signora, in effetti non ci somigliavamo molto" mentii
" Non vi somigliate per niente ma non me ne importa nulla se tu sei veramente
suo fratello o un tizio che voleva guadagnare un po' di soldi combattendo.
Quello che conta è che adesso tu fai parte della mia schiera di schiavi"
sospirai profondamente. Io uno schiavo? Sembrava assurdo. Tutto era assurdo e
fuori da ogni logica, a cominciare dalla forza incredibile di quella donna? Cos’era? Un cyborg? In quel momento mi sembrava la cosa più credibile ma poi mi vennero in mente le parole di Joe quando sosteneva che Sonja amava fare sesso con gli uomini e uccideva quelli che non la soddisfacevano. Difficile immaginare che un cyborg potesse amare il sesso. Intanto, continuavo a vagare con lo sguardo per non incrociare il suo e poi osservai meglio la divisa della donna. Non sembrava una di quelle moderne e mi dava l'impressione di essere un modello un po' antiquato
" Lei è veramente un capitano? Chiesi quasi d'istinto?" La donna alzò le
sopracciglia
" Perché mi fai una domanda del genere?"
" La sua divisa. Ho servito anche io l'esercito ed ero nei marines"
" E cos'ha la mia divisa?"
" Non so, non riesco ad inquadrare bene la cosa ma, se posso permettermi, mi
dà una strana sensazione" Sonja si alzò e un brivido percorse l'intero mio
corpo. Avevo detto qualcosa che non avrei dovuto dire?
" Sono l'ex capitano dei corpi speciali Sonja Glass. Ho abbandonato l'esercito
diversi anni fa ma mi sento sempre un soldato ed è per questo che non
abbandono quasi mai la mia divisa, anche se non e' proprio all'ultima moda. Se tu eri veramente un marine, saprai che un militare rimane tale anche quando non
ha più la divisa addosso"
" Si, concordo con lei" ammisi
" Bene Jason. Io ora vado. E' il momento dei miei allenamenti. Ti consiglio di
osservarli in modo che tu possa capire almeno in parte chi hai di fronte" La
donna si voltò procedendo in direzione dell'uscita del capannone e io mi
misi dietro di lei. La sua camminata era altera e veloce al contempo. Pur non
essendo una marcia militare, ondeggiava con le braccia avanti e indietro in
modo sincopato, quasi come se stessero seguendo un ritmo preciso e anche i
suoi capelli si muovevano a destra e sinistra in modo similare a quello delle
modelle sulla passerella. A metà percorso si voltò cercandomi con lo
sguardo. Ero rimasto indietro di alcuni metri a causa dei miei dolori che mi
impedivano una camminata veloce e la vidi sorridere. O forse era semplicemente
la mia impressione.
Appena uscii dal capanno respirai a pieni polmoni. La luce del sole sembrava
avesse avuto un potere lenitivo per il dolore che provavo e mi sentii
inaspettatamente meglio. Mi guardai intorno per cercare di capire la
situazione. Dinanzi a me avevo una villa in stile coloniale a tre piani che
doveva essere la residenza principale mentre alla mia sinistra si ergevano le
mura di cui mi aveva parlato Joe. Decisamente troppo alte per essere superate.
Si stagliavano per almeno tre metri rendendo invisibile ai miei occhi ciò che
c'era al di fuori della villa e terminavano con del filo spinato sulla
sommità. Seguii con lo sguardo le mura che si interrompevano per far posto
a un cancello per riprendere subito dopo. Doveva trattarsi del cancello
elettrificato. Sembrava impossibile poter uscire da questo campo di prigionia.
Ero immerso in questi pensieri e non mi accorsi dell'arrivo di Joe che mi
diede una pacca sulle spalle facendomi trasalire
" Fidati di me, Jason. Lascia stare ogni velleità di fuga"
" Cosa ti fa pensare che stavo pensando ad una fuga?"
" L'ho visto da come ti guardavi intorno. Avevi lo stesso sguardo che avevo io
il primo giorno"
" Le mura sono alte ma forse con una scala ... "
" Oh andiamo. Pensi davvero che Sonja sia stupida? Non ci sono scale nella
villa. Non così alte da poter scavalcare le mura. E anche il filo spinato
credo che sia elettrificato e a meno che tu non voglia fare la fine del pollo allo spiedo ti consiglio di lasciar stare. Per di più l'intera villa è sorvegliata da
telecamere a circuito chiuso che ognuno di noi deve controllare a turno e
nessuno di noi rischierebbe la vita per proteggere la fuga di un compagno. Se
qualcuno dovesse fuggire, Sonja ucciderebbe immediatamente quelli che in quel
momento controllavano le telecamere. Credi che qualcuno lo farebbe?" Scossi la
testa
" No, non credo"
" Esatto. Mi sei simpatico ma se dovessi scoprire che stai tentando la fuga
non ci penserei un secondo a dare l'allarme"
" Credo di aver capito" conclusi
" Bene! Ora andiamo a vedere gli allenamenti di Sonja. Siamo obbligati a farlo
e posso garantirti che stai per assistere a qualcosa di spettacolare"
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