Pigmei - schiava della tribu' (parte 3)

di
genere
sadomaso

Erano tutte in fila una dietro l’altra, come se fossero in coda per ricevere qualcosa, ancora tenute unite dalla corda legata al loro collo e la cui estremità era tenuta da un pigmeo.
Le ginocchia cominciavano a fare male, inginocchiate da un tempo del quale avevano perso il conto.
Mentre posavano le ginocchia a terra a seguito del chiarissimo ordine consistente nel dito del pigmeo che indicava il pavimento, Chanel e Monique si lanciarono uno sguardo, questa volta velocissimo e rimasto inosservato dall’uomo.
Immaginò che si trovassero nella capanna del capo villaggio: era più grande delle altre e, all’apparenza, costruito con legname più solido.
Dentro era un unico ambiente, separato da una tenda che lo divideva. Non vedeva letti o giacigli ed immaginò che la tenda facesse da divisorio con la zona della capanna dedicata alla notte.
Si trovavano inginocchiate davanti ad una panca. Stesa sopra di essa vi era una donna bianca.
Il dolore alle ginocchia cessò immediatamente quando entrò colui che aveva tutta l’aria di essere il capo villaggio. Aveva un abbigliamento leggermente diverso e un ornamento dissimile da quello che aveva avuto modo di osservare negli altri pigmei.
Il nuovo entrato le osservò appena, distrattamente, come fosse cosa normale trovare una fila di donne bianche, inginocchiate, legate al collo con una corda.
Si sedette con naturalezza sul ventre della schiava che avrebbero poi scoperto essere la cavalla personale del capo.
Già dalla posizione stesa era possibile apprezzare la muscolatura della ragazza che doveva avere anche una altezza superiore alla media, sensazione poi confermata quando ebbero modo, nei giorni successivi, di vederla in piedi, muoversi agevolmente con il Padrone sulla schiena.
L’uomo le osservò e ne mandò via subito alcune che, evidentemente, non considerava di suo gusto.
Poi decise di provare quelle rimaste.
Appresero subito che il pigmeo provava un grande piacere nel lavoro di bocca delle schiave e volle testarle.
Una ad una, nell’ordine, vennero slegate e condotte tra le gambe dell’uomo.
Chanel era tra le ultime. Dietro aveva Monique e, poi, Sophie che stava iniziando a dare segni di cedimento di nervi.
La mente di Chanel lavorava analizzando, pur nella forte tensione, ogni aspetto della situazione.
Nelle schiave prima di lei osservava terrore puro e, così, non prestavano la dovuta attenzione nel loro lavoro.
L’uomo aveva il cazzo duro ma non sembrava soddisfattissimo.
Chanel trovò che, comunque, quell’ambiente sembrava più curato di altri. Probabilmente anche più pulito in quanto sicuramente il capo aveva a disposizione chi gli facesse le pulizie, molto probabilmente una schiava.
Non sapeva come l’ordine nelle capanne venisse gestito nel villaggio ma, sicuramente, in quell’ambiente era più curato che in altri.
Immaginò anche, senza averne alcuna prova, che il capo volesse avere l’esclusiva sulle sue schiave, diversamente da ciò che evidentemente accadeva visto quanto era successo la notte precedente, quando uno qualsiasi era venuto a prendere Jeanne senza più riportarla, come fosse cosa comune da usare a piacimento da chiunque.
Conforto di questo suo pensiero era dato anche dal fatto che fossero lì per essere provate, come se il capo volesse tenere per sé la migliore da non dividere con gli altri del villaggio.
Era sicura che anche Monique stesse pensando la medesima cosa, pur senza girarsi per osservare lo sguardo che, ci avrebbe scommesso, era deciso e determinato.
L’ambiente fu distratto da una reazione scomposta di Sophie i cui nervi, evidentemente, avevano ceduto. Aveva cercato di alzarsi e, così facendo, aveva strattonato Monique che, non aspettandosi quella reazione, fu colta impreparata e cadde a terra, trascinandosi anche Sophie.
Il pigmeo deputato alla loro sorveglianza si precipitò a colpire Sophie col frustino.
Inizialmente la schiava cercò di divincolarsi, mettendo in difficoltà Monique e, anche, Chanel che perse la sua composta posizione inginocchiata.
Sophie era presa da un evidente crisi di panico che, però, fu placata dal dolore intenso procurato dal frustino su tutto il corpo.
Il pigmeo smise di colpirla quando la ragazza si accasciò a terra ed iniziò a piangere.
Il capo disse qualcosa di incomprensibile e il guardiano, sciolta la schiava dalla corda al collo, la spinse col piede e col frustino facendole capire che doveva dirigersi verso il capo. La ragazza accennò a mettersi a 4 zampe ma l’uomo, col piede, la spinse a terra facendole capire che avrebbe dovuto strisciare a terra fino ai piedi dell’uomo seduto sul ventre di un'altra schiava.
Giunta a destinazione pareva calma e rassegnata. Il capo le pose un piede sulla testa trovando totale arrendevolezza, come se la schiava trovasse rassicurante quel peso sul capo.
La schiava che stava facendo il pompino venne allontanata, avendo evidentemente lasciato insoddisfatto il capo, forse anche complice quanto appena verificatosi.
Toccava a Chanel che, sciolta dalla corda, cercò di avvicinarsi a 4 zampe in modo sensuale. Voleva essere lei la schiava del capo e concentrò ogni sua attenzione sulle reazioni del cazzo al lavoro della sua lingua.
Un suo amante, che gradiva molto quella pratica sessuale, le aveva insegnato a concentrarsi sulle reazioni del cazzo all’uso della lingua, oltre a darle molte indicazioni su ciò che da piacere.
Mentre accarezzava il membro con la lingua, utilizzava una mano per stimolare i testicoli, giocandoci sapientemente e muovendo in contemporanea con lo stesso ritmo mano e lingua.
Lo tirava fuori dalla bocca per partire dalla base con la lingua piatta e salire lentamente. In questi momento guardava negli occhi il Padrone cercando di far leggere nei propri tutta la sottomissione possibile, promessa di tanti piaceri sessuali a semplice comando e desiderio.
Arrivata in cima, indurì la lingua per dare colpetti sul glande per poi prenderlo tutto in bocca, fino in fondo alla gola e, lì, avvolgerlo e muovere appena la lingua, mentre la mano accarezzava i testicoli.
Per dimostrare sottomissione, cosa che evidentemente quell’uomo gradiva, con l’altra mano accarezzava il piede che, poggiato sulla testa di Sophie stesa a terra.
Complice anche il lavoro sul cazzo delle altre schiave, il Padrone ebbe le reazioni tipiche di colui che sta per godere.
Appena sentì che il culmine del piacere si stava avvicinando, cominciò a succhiare e a muovere più velocemente la lingua e la mano sui testicoli, fino a raccogliere l’orgasmo che venne ingoiato.
Tenne in bocca il cazzo fino a che non fu molle del tutto, accarezzandolo delicatamente.
Chinò poi la testa, fino a poggiare la fronte a terra, vicino ai piedi del Padrone, allungando una mano per accarezzare il piede a terra, cercando di dimostrare tutta la sottomissione possibile.
Aveva raggiunto il suo scopo. Essendo venuto, Sophie non avrebbe nemmeno potuto essere messa alla prova.
Ebbe la certezza di essere stata scelta quando, dopo qualche parola incomprensibile, il pigmeo che le aveva portate lì, le legò la corda al collo e la portò, a 4 zampe, dietro la tenda, dove, come si aspettava, trovò il giaciglio per la notte.
Mentre si dirigeva verso la nuova destinazione, sentì gli evidenti, benché incomprensibili, inviti alle altre schiave ad uscire dalla capanna, accompagnati da numerosi tipici suoni del frustino che veniva calato sulle schiave forse troppo lente, con conseguente lamento.
Molto probabilmente era una attività inutile per lo scopo ma utile per il piacere del pigmeo.
L’uomo le legò la corda ad un palo infisso nel pavimento e la lasciò in quella posizione dove, evidentemente, avrebbe dovuto aspettare il Padrone la sera, per soddisfarlo o attendere diversi ordini.
Stesa sul tappetino accanto al giaciglio, provò soddisfazione nell’essere riuscita a prevalere su Monique.
Continuava a considerarla una ipotetica compagna di fuga, ma tra loro, quando si trattava di essere scelte per le posizioni migliori, non poteva che essere una lotta che lei voleva assolutamente vincere.
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2024-02-17
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