Vera, il covid, la vita. epilogo 1
di
Carcassone
genere
tradimenti
L'aria si era fatta pesante, il respiro di Vera era accelerato, corto, poi cominciò a raccontare. - Erano giorni pesanti, stavo vivendo un incubo e non volevo che tu lo scoprissi. Chissà se ti sei accorto di qualcosa... Tu eri preso dal tuo lavoro e mi sapevi super impegnata dal mio, ci siamo incontrati quasi solo la sera ultimamente, o no? - senza attendere una risposta, continuò. - Una mattina mi squillo' il telefono, era Mario ed io, al solito non risposi. Pochi secondi dopo arrivo' un messaggio WhatsApp. C'era una foto di una fica fradicia e in penombra il volto di una donna sfatto dal piacere, ero io. Una didascalia diceva: la mando a tuo marito? Restai ferma a guardare il telefono che iniziò a vibrare. Era Mario, allora risposi.
Mi insulto' trattandomi male poi mi disse che aveva dolore ai piedi e che dovevo andare. Fece tutto lui, appuntamento alle 11:00 a casa sua.
Mi presentai tremante, quando entrai, guardandolo pensai a quanto fossi stata ingenua a quasi sessanta anni. Come avevo potuto scambiarlo per mio nonno? Mario aveva la faccia dura e i suoi occhi erano lame. Preparai l'occorrente e gli feci mettere i piedi a mollo. Non portava i soliti pantaloncini, aveva una tovaglia da bagno che gli copriva le cosce, fino alle ginocchia. La sua faccia era rossa, accaldata. Improvvisamente sentii sbattere la porta d'ingresso, pensai alla badante ma un vociare maschile mi smenti'.
Era il nipote ed un suo amico, tutti e due vestiti da lavoro con pantaloni e canotte piuttosto lercie.
Si sedettero sul divano e si versarono da bere, ne voleva anche Mario ma loro, ridendo gli avevano risposto di no perché aveva preso la medicina e, nel dirlo, scoppiatono a ridere.
Mentre lavoravo sul piede di Mario, lui fece scivolare via la tovaglia. Vennero alla luce le sue palle enormi ed il suo cazzo che sembrava diverso, più vivo.
Poi iniziò a lavorarmi la fica con il piede davanti a quei due che non ridevano più ed erano attenti.
Poi il nipote, rivolto allo zio chiese :- funziona? - non lo so-, rispose il vecchio, - ce lo dirà Vera-
Baciamelo, mi disse improvvisamente. Mi chinai e lo presi in mano, scottava. Lo sfiorai con le labbra e poi lo misi in bocca. Crebbe quasi subito, era un mostro, le vene sembravano dover scoppiare, Mario rideva e intanto mi slargava sotto.
Tenevo i coglioni in mano e succhiavo un cazzo davanti ad un pubblico, pensavo... Peggio di così... Invece non avevo capito. Mi trovai i due uomini a fianco, nudi e con i piselli eretti. Non grossi, più o meno come il tuo ma violacei, come gonfiati.
Mario mi prese per i capelli e guardandomi disse : - fagli sentire quanto sei brava -
Mi strusciavano i cazzi sulle guance, fui costretta a darmi da fare. Loro ridevano come invasati e mi strizzavano i seni, mentre Mario continuava a martorizzarmi il clitoride.
Adesso basta! Ordinò Mario - prendetela e mettetemela seduta sopra, voglio impalarla - non feci storie, spostarono la bacinella e mi tolsero la gonna e le mutande, ormai distrutte.
Mi girarono con la schiena rivolta al satiro e sollevandomi mi avvicinarono e mi calarono sul cazzo.
Quel bastardo mi aveva preparata bene con il suo piede, il cazzo entrò subito, tutto. Credevo che non ce l'avrei fatta, invece era tutto dentro e bussava.
Avevo chiuso gli occhi ma una tirata di capelli mi impose di aprirli.
I due soci ridevano nervosamente mentre Mario mi strizzava la pancia e i seni pronunciando cose orribili. I due mi presero per le gambe ed iniziarono a fare su e giù e dopo pochi saliscendi sentii il cazzo di Mario vibrare e sborrare dentro di me. Mi fece scendere e poi mi guardò cattivo - sai quello che voglio - mi disse.
Si lo sapevo, era il motivo per cui ero scappata la prima volta. Dovevo pulirlo con la lingua stando in ginocchio di fronte a lui.
Lo feci, leccavo il suo cazzo, era fradicio e sapeva di strano. Non mi ero accorta che i due compari intanto si erano piazzati dietro di me....
Continua.
Mi insulto' trattandomi male poi mi disse che aveva dolore ai piedi e che dovevo andare. Fece tutto lui, appuntamento alle 11:00 a casa sua.
Mi presentai tremante, quando entrai, guardandolo pensai a quanto fossi stata ingenua a quasi sessanta anni. Come avevo potuto scambiarlo per mio nonno? Mario aveva la faccia dura e i suoi occhi erano lame. Preparai l'occorrente e gli feci mettere i piedi a mollo. Non portava i soliti pantaloncini, aveva una tovaglia da bagno che gli copriva le cosce, fino alle ginocchia. La sua faccia era rossa, accaldata. Improvvisamente sentii sbattere la porta d'ingresso, pensai alla badante ma un vociare maschile mi smenti'.
Era il nipote ed un suo amico, tutti e due vestiti da lavoro con pantaloni e canotte piuttosto lercie.
Si sedettero sul divano e si versarono da bere, ne voleva anche Mario ma loro, ridendo gli avevano risposto di no perché aveva preso la medicina e, nel dirlo, scoppiatono a ridere.
Mentre lavoravo sul piede di Mario, lui fece scivolare via la tovaglia. Vennero alla luce le sue palle enormi ed il suo cazzo che sembrava diverso, più vivo.
Poi iniziò a lavorarmi la fica con il piede davanti a quei due che non ridevano più ed erano attenti.
Poi il nipote, rivolto allo zio chiese :- funziona? - non lo so-, rispose il vecchio, - ce lo dirà Vera-
Baciamelo, mi disse improvvisamente. Mi chinai e lo presi in mano, scottava. Lo sfiorai con le labbra e poi lo misi in bocca. Crebbe quasi subito, era un mostro, le vene sembravano dover scoppiare, Mario rideva e intanto mi slargava sotto.
Tenevo i coglioni in mano e succhiavo un cazzo davanti ad un pubblico, pensavo... Peggio di così... Invece non avevo capito. Mi trovai i due uomini a fianco, nudi e con i piselli eretti. Non grossi, più o meno come il tuo ma violacei, come gonfiati.
Mario mi prese per i capelli e guardandomi disse : - fagli sentire quanto sei brava -
Mi strusciavano i cazzi sulle guance, fui costretta a darmi da fare. Loro ridevano come invasati e mi strizzavano i seni, mentre Mario continuava a martorizzarmi il clitoride.
Adesso basta! Ordinò Mario - prendetela e mettetemela seduta sopra, voglio impalarla - non feci storie, spostarono la bacinella e mi tolsero la gonna e le mutande, ormai distrutte.
Mi girarono con la schiena rivolta al satiro e sollevandomi mi avvicinarono e mi calarono sul cazzo.
Quel bastardo mi aveva preparata bene con il suo piede, il cazzo entrò subito, tutto. Credevo che non ce l'avrei fatta, invece era tutto dentro e bussava.
Avevo chiuso gli occhi ma una tirata di capelli mi impose di aprirli.
I due soci ridevano nervosamente mentre Mario mi strizzava la pancia e i seni pronunciando cose orribili. I due mi presero per le gambe ed iniziarono a fare su e giù e dopo pochi saliscendi sentii il cazzo di Mario vibrare e sborrare dentro di me. Mi fece scendere e poi mi guardò cattivo - sai quello che voglio - mi disse.
Si lo sapevo, era il motivo per cui ero scappata la prima volta. Dovevo pulirlo con la lingua stando in ginocchio di fronte a lui.
Lo feci, leccavo il suo cazzo, era fradicio e sapeva di strano. Non mi ero accorta che i due compari intanto si erano piazzati dietro di me....
Continua.
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