Inaspettato tradimento

di
genere
tradimenti

Ciao a tutti, sono Francesca (per gli amici Franci) e ho 37 anni; sono una donna normale, con un fisico normale, con due figli, e sono sempre stata una donna che sa stare al suo posto, con sani principi religiosi e matrimoniali.
Per questo motivo, quando ripenso a quello che mi è successo l’altro giorno in casa mia, mi sembra un sogno… qualcosa in cui non mi riconosco, ma che è accaduto.

Come tutti i giorni facevo le mie pulizie; vestita con una tuta stavo pulendo i vetri, quando ho sentito suonare alla porta.
Infastidita per l’interruzione sono andata a vedere chi fosse lo scocciatore; ho guardato dallo spioncino e ho visto un ragazzo con una leggera barba sul viso, sulla trentina secondo me, attraente a prima vista, vestito con jeans e camicia che scivolava sopra gli stessi. Non lo conoscevo, ci ho pensato un attimo, poi ho socchiuso la porta e gli ho chiesto cosa voleva. Lui, con una voce sensualissima, mi ha detto che stava cercando di tirare su due soldi che gli servivano per partire, per andare lontano a cercare fortuna, e che era disposto a fare qualsiasi cosa pur di rimediarli.
Mi faceva tenerezza; ho guardato i suoi occhi intensi mentre parlava… non volevo umiliarlo dandogli qualche spicciolo, allora gli ho detto che ci sarebbe stato da lavare i vetri, che io ho paura di salire sulle scale e che lui avrebbe potuto aiutarmi.
L’ho visto illuminarsi e dirmi che era perfetto per quel lavoro, e così ho aperto la porta al mio destino.

L’ho fatto entrare, abbiamo scambiato due chiacchiere (giusto per presentarci ed entrare più in confidenza tra noi), e parlando mi sono resa conto che quel ragazzo mi affascinava; ho sentito un eccitamento innaturale, strano per me… sarà stata la situazione insolita, il fatto che ero per la prima volta da sola con uno sconosciuto in casa, o forse le tante fantasie erotiche che avevo prima di sposarmi, immaginando proprio una situazione del genere…!
Mi sono ripresa da quei pensieri, senza cercare di far trasparire i miei turbamenti. Ho preso la scala, l’ho appoggiata all’altezza di un altro vetro e ci sono salita sopra, e mentre mi muovevo per fargli vedere cosa volevo che lui facesse mi sono sentita girare la testa, e mi sono sbilanciata sulla scala.
Prontamente ho sentito le sue mani prendere i miei fianchi, sollevandomi la parte superiore della tuta fin quasi a scoprire la parte bassa del seno, e lui che mi diceva: “La reggo io, non vorrei che cadesse, sarebbe un peccato…”.
Quelle mani sui miei fianchi mi hanno dato un brivido violentissimo; invece di scendere dalla scala ho detto che stavo meglio, e ho continuato a pulire i vetri dimenandogli il sedere davanti alla faccia.

Sentivo il tocco delle sue dita che mi tenevano fermi i fianchi, poi ho sento che saliva su un gradino della scala, le sue mani si sono spostate sulla mia pelle esposta e hanno cominciato a giocarci… io sono stata turbata da quella situazione, ma ho continuato a lavare i vetri. Però intanto sentivo i miei slip bagnarsi.
Le sue mani risalivano sempre più sotto la mia tuta; il mio respiro è diventato affannoso, irregolare, ma non ho fatto nulla per togliermi da quella situazione imbarazzante… e quel tacito consenso è stato il preludio al mio tradimento.

Lui è sceso dallo scalino e mi ha tirato giù deciso sia la tuta che gli slip.
Ho chiuso gli occhi e ho immagino cosa vedeva: le mie gambe socchiuse in quella posizione da lavoro, che salgono a incorniciare il mio sedere grosso, ma ancora sodo e ben tornito; la mia peluria, ben curata, che fa da difesa alla mia figa bagnata dal desiderio di quel momento… non ho avuto il coraggio di muovermi… ho aspettato, e sperato che quello che sarebbe successo fosse all’altezza dei miei pensieri erotici più intimi e nascosti.
Sentivo il suo respiro tra le mie gambe, poi il tocco della sua lingua che leccava le mie cosce, salendo piano. Ho abbassato le mani e mi sono appoggiata alla scala e nello stesso tempo ho allargato le gambe il più possibile per facilitare quella intrusione, la sua lingua che entrava tra le mie labbra vaginali e cominciava a giocare con il mio clitoride e a scorrere veloce su tutto il resto. Mi vedevo riflessa nel vetro incredula, ma quello che stavo provando per merito di quella lingua era troppo bello; ho dimenticato tutti i miei problemi di donna e mi sono lasciata andare a quel poco tempo solo mio.

I miei gemiti di piacere sotto quella scopata orale sono stati il punto di partenza dell’inevitabile: il ragazzo mi ha sollevata via dalla scala, mi ha fatta mettere sopra il tavolo della sala e mi ha tolto la tuta; io ho protestato dicendo che volevo andare sul letto, che sopra un tavolo non l’avevo mai fatto… lui mi ha fatto un ghigno bramoso e mi ha detto: “Io non sono la solita noia…”.
Mi sono sentita tremare a quella frase e mi sono arresa, e di nuovo ho aspettato la sua iniziativa…! Per un momento ho pensato a mio marito che una volta alla settimana fa all’amore con me ormai come se fosse una consuetudine, e che era un bel pezzo che non ero così eccitata.
Il ragazzo si è tolto la camicia e si è slacciato i calzoni levandoli, le mutande hanno fatto la stessa fine, e quando l’ho visto nudo ho avuto un sussulto di piacere… quello che vedevo era ben più di quello che mi aspettavo: un cazzo teso, anche discretamente lungo, sicuramente più grosso di quello di mio marito.

Ma che stronza che sono stata… distesa su un tavolo a gambe aperte, a disposizione di quello sconosciuto, e invece di vergognarmi per quello che stavo facendo ero lì a valutare la differenza tra i due cazzi?! Questo pensiero è stato però interrotto dal ragazzo che mi entrava dentro, deciso.
Ho tirato su la testa e ho visto le sue mani sui miei fianchi, e lui che mi guardava fiero e cominciava a scoparmi, muovendosi avanti e indietro dentro di me.
Mugolavo di piacere per quella deflorazione agognata, la mia figa era sotto tensione per quelle nuove misure, ma presto si è abituata ai colpi che ricevevo dentro di me.
Ho stretto i muscoli vaginali attorno a lui. Il mio corpo sbatteva contro il legno e le mie natiche sfregavano la ruvida parete diventando rosse, ma non m’importava, sentivo che godevo come non credevo possibile; e quando lui mi ha detto: “Dai, troia, godi… godi, che è solo l’inizio…”, invece di offendermi ho sentito tutte le mie voglie represse scaricarsi intorno a quel cazzo, con un urlo di soddisfazione.
Lui imperterrito mi ha alzato le gambe e se le è messe sopra le spalle, mi ha attirato a sé e mi ha penetrata ancora più a fondo in quella nuova posizione; sentivo le sue palle sbattere contro il mio inguine… all’inizio ho sentito il bruciore di quelle stoccate, poi ancora una volta la mia figa si è adeguata e mi sono rituffata in quel turbinio di sensazioni.

Tenevo gli occhi aperti, volevo ricordarmi tutto di quella mattinata… erano ormai 15 minuti che il ragazzo mi stava scopando e ancora non dava segni di cedimento… nel frattempo io ero venuta tre volte, sentivo le pareti della figa bruciarmi per i colpi ricevuti. Gli ho detto che se voleva poteva venirmi dentro, che sono protetta. Lui ha sorriso e mi ha fatta scendere dal tavolo; gli ho guardato il cazzo teso e adesso leggermente arrossato, poi mi ha spinta con le mani sulle spalle e mi ha obbligato ad abbassarmi.

Mi sono trovata il suo cazzo davanti alla bocca e istintivamente l’ho aperta e ho cominciato a succhiarglielo… per prenderlo tutto dentro ho dovuto fare uno sforzo notevole, ma ho una certa esperienza, e poi mi è sempre piaciuto fare i pompini. Ho cominciato a leccargli la cappella e a stringergli l’asta in una mano mentre con le dita dell'altra gli toccavo le palle. I suoi gemiti mi riempivano di orgoglio… beh, se dovevo farglielo, almeno che fosse ben fatto.
Come una vera troia lo guardavo negli occhi mentre andavo avanti e indietro… vedevo i muscoli delle sue gambe tesi e freschi, e mi aspettavo che il suo liquido arrivasse a riempirmi la bocca… e invece lui mi ha presa per le ascelle e mi ha fatta alzare, lasciando il mio trofeo libero ancora una volta.
“Ho voglia di goderti come piace a me, voltati…” ho sentito la sua voce dire.

Ho capito subito cosa voleva… non era la prima volta che lo facevo, e piace anche a me prenderlo nel culo, ma lui aveva un cazzo veramente notevole. Gli ho chiesto di aspettare; sono andata in bagno e sono tornata con un flacone di olio di vaselina, che mio marito usa per lubrificare le serrature delle porte (e solo per quello, che stupido…); gli ho detto di usarla per prepararmi e girandomi ho appoggiato le mie mani sul tavolo, ho allargato le gambe e tirato su il culo, sporgendolo verso di lui; poi, girando la testa, l’ho guardato.
Lui ha aperto il tappo del flacone, si è versato l’olio sulle dita e mi ha allargato le natiche… poi ho sentito un leggero bruciore quando lui ha introdotto un dito nel mio buchino; subito dopo ho sentito che le dita erano diventate due, e allora ho chiuso gli occhi e ancora una volta ho aspettato.
Quello che ho sentito spingere dentro il mio sedere, dopo un po’, non erano più le sue dita, ma una protuberanza ben più grossa che mi ha fatto mancare il respiro… ho stretto forte con le mani la tovaglia sul tavolo per resistere a quell’assalto; e poi ho sento le mie pareti cedere ancora una volta, accogliendo il ragazzo e tenendolo dentro come piaceva a lui… e come mai avrei pensato di fare con un altro uomo che non fosse mio marito.
L’ho sento aumentare il ritmo e scoparmi il culo come se fosse la mia figa… adesso scivolava bene, l’olio aveva fatto il suo effetto. Cominciavo a essere sconquassata dalle penetrazioni decise del ragazzo, lo sentivo uscire fino alla cappella e poi spingersi di nuovo dentro di me, fino al massimo delle mie possibilità di ricevimento. Le sue mani mi tenevano ben stretta per i fianchi e le sue parole, ancora una volta, erano volgari e passionali.
L’ho sento urlare mentre mi riempiva del suo sperma… e a mia volta ho spinto il mio culo contro di lui per accoglierlo tutto e non farne uscire nemmeno una goccia.

Attimi infiniti e spasmodici tenevano uniti i nostri corpi; ho sentito il suo corpo poggiato sulla mia schiena e il suo respiro ansimante vicino alle mie orecchie, il suo sudore unirsi al mio, i nervi tesi delle mie braccia che mi facevano male per le sue spinte, molto più che quel cazzo nel culo… gli ho chiesto di uscire da me e di farmi riposare un attimo.
L’ho visto avviarsi in bagno, ho sentito lo scroscio dell’acqua e dopo 2 minuti è tornato. Incredibile, aveva il cazzo ancora duro e teso! Io mi ero appena ripresa da quella scopata totale e lui non aveva nemmeno finito.
“Ora tocca a te; vieni, fammi vedere quanto sei brava a cavalcare un uomo…” mi ha detto, mentre si sdraiava sul mio divano.
Io, come un automa, sono andata verso di lui; gli sono montata a cavalcioni, poi sono scesa piano e mi sono impalata su quello stupendo ragazzo.
Ho sentito di nuovo il calore del suo uccello meraviglioso riempirmi la figa, e ho comincio a dimenare il mio culo strofinandolo sulle sue palle, sorridendogli.
Lui si è messo le mani dietro la testa.
“Devi scoparti da sola, voglio solo stare qui a guardarti mentre godi” ha aggiunto. Non mi sono fatta pregare, tanto era tutta la mattinata che mi comportavo da puttana, e a quel punto ormai non me ne fregava più niente.
Ho spinto con tutto il peso del mio corpo su quel cazzo e mi sono lasciata andare, volevo prenderlo tutto dentro di me… le fitte che ricevevo erano paradisiache, e subito ho avuto un altro orgasmo… mi sono fermata solo un attimo per riprendermi da quella sensazione violenta, e poi ho ricominciato a andare avanti e dietro sul suo bacino.
Altri orgasmi hanno seguito; lui ha spostato le mani sulle mie tette, e nel momento del mio ennesimo orgasmo me le ha strizzate; il dolore si è unito al piacere e mi sono bloccata, china sul suo petto.
“Adesso fammi godere di nuovo come piace a me…” mi ha detto.
Mi sono sollevata leggermente, lui mi ha sfilato il cazzo dalla figa e me lo ha appoggiato di nuovo all’altezza del culo, strizzandomi l’occhio.
“Montami ancora, come hai fatto fin adesso…”.

Non avevo più forze; mi sono lasciata andare piano per non farmi troppo male mentre mi inculavo da sola, ma lui mi ha preso le spalle e mi ha tirata giù con decisione. Ho sentito le mie pareti anali come se si volessero strappare in due… ho cominciato a muovermi sperando di farlo venire in fretta, sentivo le sue gambe, le sue palle tra i miei glutei… poi finalmente quel cazzo maestoso si è inturgidito di più ed ha preso a espellere ritmicamente, ancora una volta, il suo sperma nel mio culo… stavolta lo sentivo anche scivolare giù tra il mio piccolo solco e le sue palle.
Esausta e distrutta da quell’atto di possessione totale, potevo finalmente rilassarmi abbandonandomi su di lui… siamo rimasti fermi così, esausti, per lunghi minuti.

Ci siamo rivestiti che era quasi ora di pranzo e mio marito stava ormai per tornare. Ho preso 50 euro e glieli ho dati, ringraziandolo del servizio fatto; lui ancora una volta mi ha sorriso, mi ha dato un bacio.
“Dovere… anzi di più, è stato un piacere”, mi ha detto. Poi è uscito dalla porta e se n’è andato via.
Non l’ho più rivisto; ma ancora oggi, a una settimana di distanza, sento il mio culo bruciare…
di
scritto il
2024-07-29
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