Incidente domestico
di
Ciro Esposito83
genere
incesti
MADRE Dai, figliolo, smettila di guardare lì, mi metti in imbarazzo.
FIGLIO Scusa, mamma, non volevo… È più forte di me. E poi non è colpa mia sei tu sei rimasta bloccata in quella situazione.
MADRE Lo so, e ti sono anche grata per l’aiuto che mi stai dando… però, lo capisci anche tu che, essendo senza biancheria intima, un po’ mi mette a disagio che tu mi fissi in mezzo alle gambe.
FIGLIO Sì, mamma. Ma se non guardo lì, non riesco neppure a trovare il modo di liberarti da questa situazione.
MADRE Va bene, va bene, ma concentrati su quello che devi fare e non… sì, insomma, non pensare a quello che vedi. Tanto nella tua vita ne vedrai tante, che non è il caso che ti soffermi su quella di tua madre.
FIGLIO Però è la prima che vedo... in questo modo. Da questa prospettiva.
MADRE Oddio, mi sento ancora più a disagio. E se invece mi coprissi con un asciugamano?
FIGLIO Io poi non riuscirei a sbloccarti.
MADRE Allora fai presto tesoro.
FIGLIO Ecco, ho quasi fatto… ancora un istante… Adesso sei libera e puoi coprirti.
MADRE Grazie tesoro.
FIGLIO Di niente, mamma. È stato un piacere.
MADRE Perché dici così? È per quello che hai visto?
FIGLIO Ma no, mamma. Non ho visto nulla.
MADRE Lo so bene cosa hai visto.
FIGLIO Sì, volevo dire che non è importante.
MADRE Già. Però sei stato a lungo a fissare. Ogni volta che mi giravo verso di te, il tuo sguardo era fisso lì. Lo sai anche tu che è qualcosa di sbagliato.
FIGLIO È vero mamma. D’altro canto, cosa potevo fare? Senza guardare non avrei saputo dove mettere le mani e riuscire a liberarti da quella stupida situazione in cui tu ti sei cacciata.
MADRE Forse sto esagerando un po’. Sono solo agitata perché tu mi hai vista lì… Magari sbaglio, perché, in fin dei conti si è trattato di un incidente e quello che hai visto fa parte della natura. Insomma, non sei un bambino e sai come sono fatte le donne. Devo solo superare l’idea che sono tua madre. E spero che anche per te questo non abbia costituito un problema.
FIGLIO Certo che no, mamma. In quel momento non pensavo che tu fossi tu… Vedevo solo una donna in difficoltà e la stavo aiutando, che poi lei non avesse le mutande è tutta un’altra storia. Se penso che non eri tu, che non era mia madre che stavo guardando, posso anche dire che era un bel vedere.
MADRE Ma che dici?
FIGLIO Ho sbagliato?
MADRE Fai un po’ tu! Hai appena detto che ti piaceva guardarmi.
FIGLIO Non guardare te, mamma. Guardare quella cosa di una donna.
MADRE Sì, ma era sempre la mia.
FIGLIO Uffa. Prima mi dici che non devo pensare che eri tu, poi sottolinei invece questo fatto. Rendi tutto complicato. Forse era meglio se ti lasciavo lì bloccata. Ci avrebbe pensato papà, questa sera.
MADRE Scusa, scusa, scusa. Sono ancora un po’ sconvolta, sia per quello che mi è capitato, sia perché ti ho coinvolto e costretto a vedermi come non avresti mai dovuto.
FIGLIO Ti ho già detto che non c’è problema per me, mamma.
MADRE Hai anche detto che era la prima volta che vedevi quella cosa. E adesso non lo dimenticherai per tutta la tua vita… E saprai che era di tua madre… Dimmi che effetto ti ha fatto… Sinceramente però.
FIGLIO Non mi va di parlarne, mamma.
MADRE Allora è vero che è stato traumatizzante per te.
FIGLIO Non si tratta di questo. È che tu sei mia madre e non mi va di parlare con te di certe cose.
MADRE Insomma tua madre la puoi guardare in mezzo alle cosce, ma non ne vuoi discutere?
FIGLIO Cerca di metterti nei miei panni.
MADRE E tu nei miei…
FIGLIO Che so essere pochi in questo momento.
MADRE Dai, non scherzare.
FIGLIO Era solo per sdrammatizzare.
MADRE O per sottolineare che tua madre è una svergognata che non indossa lo slip…
FIGLIO Quelli sono affari tuoi. Non ti giudico.
MADRE Ti limiti solo a guardarmi sotto la gonna.
FIGLIO Era necessario. Era la situazione. Altrimenti non lo avrei mai fatto.
MADRE Resta il fatto che è successo. Tu hai visto e ora non ne vuoi parlare.
FIGLIO C’è ben poco da dire. Non saprei neppure cosa dovrei dire. Vuoi sapere se mi è piaciuto quello che ho m visto? Va bene, lo ammetto. Era una cosa bella da vedere.
MADRE In realtà io volevo sapere se ti aveva scioccato, se ti aveva fatto schifo. Quello che mi hai detto tu mi mette ancora di più in una situazione difficile e imbarazzante. Penso che siano rare le madri che si sentono dire certe cose dai propri figli.
FIGLIO Allora fai finta che non ti abbia detto nulla.
MADRE Impossibile. Ormai lo hai detto. E lo pensavi davvero?
FIGLIO Ho paura a rispondere, adesso.
MADRE Invece è proprio il caso che ne parliamo. Dai, comportati da uomo e dimmi sinceramente quello che già immagino… Ti sei eccitato?
FIGLIO Sei cattiva, mamma. Mi vuoi umiliare a tutti i costi. Ebbene sì, mi sono eccitato perché è stata la prima volta che l’ho vista dal vero e da quella prospettiva. Sei contenta? Adesso mi sento una merda.
MADRE Non usare certe parole… E comunque non devi sentirti così. Avevo solo bisogno di sapere come realmente stavano le cose e tu sei stato coraggioso a dirmi la verità. Questo lo apprezzo. Vieni qui, figliolo, lasciati abbracciare.
FIGLIO No, meglio di no, mamma.
MADRE Fai l’offeso? Mi tieni il broncio?
FIGLIO Ma no, ma no. È che preferisco che stiamo a distanza ancora per un po’.
MADRE E perché mai?
FIGLIO Be’… Ecco… Io… Insomma, non mi è ancora passato…
MADRE Cioè, vorresti dire che è ancora… Accidenti, figliolo, non pensavo che avresti reagito in questo modo. E come ti senti? Ti fa male? È passato un po’ di tempo…
FIGLIO Tutto a posto, mamma. Solo che mi vergogno tantissimo.
MADRE Suvvia. È una cosa naturale. Sei giovane e pieno di ormoni. Vediamo di non drammatizzare.
FIGLIO Proprio tu lo dici, che fino a un attimo fa mi stavi mettendo sotto torchio…
MADRE È un’altra cosa. Ora sono preoccupata per te. Hai bisogno di fare qualcosa? Sì, insomma, hai capito cosa intendo?
FIGLIO Mamma!
MADRE E che sarà mai? Come se io non sapessi che fai certe cose.
FIGLIO Mamma, smettila, per favore.
MADRE Sei tu che lasci tracce inequivocabili in giro. Comunque sia, sono stata giovane anch’io e so come ci si sente alla tua età.
FIGLIO Stai dicendo che anche tu…
MADRE Per le ragazze è un po’ diverso. Voi maschietti siete più concentrati su questa cosa e gli dedicate molto più tempo. Però anche le ragazze, almeno alcune, non è che fanno proprio le suorine. Anzi, le femmine cominciano prima dei maschi e quindi finiscono per saper gestire meglio le loro pulsioni. E poi sanno essere più discrete. Voi invece siete più istintivi e animaleschi. Ma non c’è nulla di male, tesoro. Davvero.
FIGLIO Sì… no… non lo so, insomma, io non ne so molto delle ragazze. Cioè, so come sono fatte, ma non ho idea di quello che sentono, di quello che pensano. Sembra che loro non siano interessate a fare cose del genere.
MADRE Eh, figlio mio, noi donne siamo più furbe, ma non per questo meno umane. Anche a noi piace, che ti credi?
FIGLIO Anche a te?
MADRE Certo. Sono una donna come tutte le altre. Non sono un mostro.
FIGLIO E non ti imbarazza parlarne con me?
MADRE Se non mette a disagio te, no. Sono solo parole. Prima invece ero infastidita perché tu mi stavi guardando. Parlare di certe cose con te invece fa parte dei fatti della vita.
FIGLIO Sai, mamma, sei davvero strana.
MADRE Lo prendo come un complimento.
FIGLIO Mi fa uno strano effetto sapere certi particolari tuoi personali.
MADRE Spero non sia un effetto negativo, perché mi piacerebbe pensare che tra di noi possa crearsi un rapporto di fiducia e rispetto, dentro il quale possiamo anche farci qualche piccola confidenza.
FIGLIO Sarebbe bello, mamma. Però devo digerire questa cosa, specie in un momento come questo.
MADRE Per via di quello che hai visto prima?
FIGLIO Non solo… Cioè, anche per quello, ma soprattutto perché non mi ha aiutato a rilassarmi…
MADRE Ah ecco. Mi spiace. Non era nelle mie intenzioni. Anzi, speravo nel contrario. Intendo dire che parlare liberamente di argomenti intimi poteva essere un modo per farti capire che non c’era ragione per cui tu fossi ancora eccitato. Invece mi sembra di capire che abbiamo ottenuto il risultato contrario. Allora cambiano argomento.
FIGLIO Ti prego, no. È bello che per la prima volta abbiamo questo tipo di dialogo, tu ed io. Se solo non ci fosse questo fastidioso inconveniente.
MADRE Magari è di questo che dovremmo parlare… Immagino che se non ci fossi io, adesso tu avresti sicuramente la soluzione in mano.
FIGLIO Che fai, mamma, ti metti a giocare coi doppi sensi?
MADRE Ops, non ci avevo pensato. Comunque è quello che faresti. Anzi, forse è il caso che magari tu lo faccia.
FIGLIO Mamma! Qui? Davanti a te? Ma sei matta?
MADRE Certo che no. Volevo dire che forse sarebbe il caso che tu andassi di là e provassi a rilassarti in qualche modo.
FIGLIO Impossibile, sapendo che tu sei qui, che sei stata tu a dirmi di farlo. Non potrei mai.
MADRE Potresti far finta che io non ci sia. Ci sono state delle occasioni in cui tu lo hai fatto mentre io ero in casa, solo che non ti eri accorto della mia presenza.
FIGLIO Davvero? Che vergogna. E tu mi hai visto?
MADRE Sì, lo ammetto. Non l’ho fatto apposta e appena ho capito la situazione ho cercato di andarmene con discrezione…
FIGLIO Ahhh… Comunque ora non potrei e poi sarebbe imbarazzante farlo perché non sarei concentrato sulle cose giuste.
MADRE Che vuoi dire? Parla, non censurarti.
FIGLIO Be’. Ecco, il fatto è che dopo quello che ho visto, credo che il mio pensiero sarebbe focalizzato su quello.
MADRE Decisamente non mi sembra il caso che tu lo faccia pensando alla mia…
FIGLIO Non che sia un brutto pensiero, lo confesso. Anche perché è la cosa più bella che abbia mai visto, però sei tu, mamma. Cioè, è una parte di te.
MADRE Infatti. Non va bene. Non vorrei mai che tu lo facessi per queste ragioni.
FIGLIO No, mamma, neppure io, anche se è quello il motivo per cui mi trovo in questa situazione che non vuole passare… E sta cominciando a crearmi qualche problema.
MADRE Povero piccolino mio. Dai, vai di là e prova. Faccio finta di niente.
FIGLIO No, mamma, so già che non funzionerebbe così. È stata un’impressione troppo forte. Lo capisci, vero?
MADRE Sì, tesoro, ma ora cerca di dimenticare.
FIGLIO È difficile. Non sarà una cosa facile non pensarci la prossima volta.
MADRE Magari invece non ci penserai.
FIGLIO E se dovesse succedere?
MADRE Non succederà, figliolo. Se non vuoi, non accade.
FIGLIO Ma se accadesse, mamma?
MADRE In quel caso non sarà nulla di drammatico.
FIGLIO E tu mi vorrai lo stesso bene?
MADRE Ma certo. Perché hai di questi timori?
FIGLIO Non lo so, mamma. È come se una parte di me desiderasse quella cosa che il resto di me respinge.
MADRE Non dire così. Sono brutti pensieri.
FIGLIO Lo so, ma devo affrontare sempre le mie paure, me lo hai insegnato tu.
MADRE Meglio per altre cose.
FIGLIO Penso che anche questa sia una situazione che vada affrontata, mamma.
MADRE Cosa intendi?
FIGLIO È difficile dirlo, ma quello che è successo oggi mi sembra che sia molto importante e che mi condizionerà.
MADRE Stai dicendo che sei convinto che ci penserai la prossima volta?
FIGLIO Dico che è una cosa che mi condiziona un po’ e che sarà difficile da controllare.
MADRE Forse adesso credi che sarà così. Domani sarà già svanito.
FIGLIO Resta il fatto che adesso io sono come tu sai e che quelle immagini che conservo nella mente continuano a tornarmi davanti e a far sì che la mia condizione non cambi.
MADRE Accidenti, tesoro. Così non va bene.
FIGLIO Lo so. Però adesso le cose stanno così ed ho paura che se vado di là, poi quei pensieri mi assalgono e non so come reagire.
MADRE Piccolo mio, facciamo così… Tu adesso hai bisogno di fare quella certa cosa, altrimenti scoppi. Se però, mentre lo fai, dovesse capitare qualche pensiero sbagliato, non ti preoccupare. Vai avanti lo stesso. Poi, se vuoi, ne parliamo con calma quando hai finito.
FIGLIO Suona molto strano.
MADRE A questo punto, credo faccia ben poca differenza. Se poi deve succedere, che succeda. Dai, avanti, fai quello che devi.
FIGLIO Se mi dici così, sono sicuro di non riuscirci e anzi, ho la certezza che sarà proprio quel pensiero a tormentarmi, mamma. Non mi aiuti affatto.
MADRE Sinceramente non so cosa potrei fare per aiutarti.
FIGLIO Forse se io avessi un oggetto su cui fissarmi.
MADRE Un oggetto?
FIGLIO In senso metaforico... Uno stimolo.
MADRE Cos’è che vorresti?
FIGLIO Capisco che è assurdo, ma tutto quello che è successo è assurdo. Insomma, solo qualche minuto fa ti ho visto la...
MADRE La micia.
FIGLIO Sì, la micia. Se magari la potessi vedere ancora e facessi quella cosa che devo fare, poi potremmo finirla con questa assurdità.
MADRE Non è che per il fatto che tu l’abbia vista una volta, adesso te la devo mostrare ogni volta che lo desideri.
FIGLIO No, non ogni volta. Solo una volta ancora, per chiudere questa faccenda così incasinata. Ti prego mamma.
MADRE Promettimi che poi non ci penseremo e non ne parleremo mai più.
FIGLIO Lo prometto, mamma.
MADRE Ecco. Allora questa è la mia micia. Guardala e fai quello che devi... Cosa non si fa per il pene di un figlio... Ops, volevo dire bene.
FIGLIO Ahahah, mamma, sei incredibile. E sei davvero tanto... micia.
FIGLIO Scusa, mamma, non volevo… È più forte di me. E poi non è colpa mia sei tu sei rimasta bloccata in quella situazione.
MADRE Lo so, e ti sono anche grata per l’aiuto che mi stai dando… però, lo capisci anche tu che, essendo senza biancheria intima, un po’ mi mette a disagio che tu mi fissi in mezzo alle gambe.
FIGLIO Sì, mamma. Ma se non guardo lì, non riesco neppure a trovare il modo di liberarti da questa situazione.
MADRE Va bene, va bene, ma concentrati su quello che devi fare e non… sì, insomma, non pensare a quello che vedi. Tanto nella tua vita ne vedrai tante, che non è il caso che ti soffermi su quella di tua madre.
FIGLIO Però è la prima che vedo... in questo modo. Da questa prospettiva.
MADRE Oddio, mi sento ancora più a disagio. E se invece mi coprissi con un asciugamano?
FIGLIO Io poi non riuscirei a sbloccarti.
MADRE Allora fai presto tesoro.
FIGLIO Ecco, ho quasi fatto… ancora un istante… Adesso sei libera e puoi coprirti.
MADRE Grazie tesoro.
FIGLIO Di niente, mamma. È stato un piacere.
MADRE Perché dici così? È per quello che hai visto?
FIGLIO Ma no, mamma. Non ho visto nulla.
MADRE Lo so bene cosa hai visto.
FIGLIO Sì, volevo dire che non è importante.
MADRE Già. Però sei stato a lungo a fissare. Ogni volta che mi giravo verso di te, il tuo sguardo era fisso lì. Lo sai anche tu che è qualcosa di sbagliato.
FIGLIO È vero mamma. D’altro canto, cosa potevo fare? Senza guardare non avrei saputo dove mettere le mani e riuscire a liberarti da quella stupida situazione in cui tu ti sei cacciata.
MADRE Forse sto esagerando un po’. Sono solo agitata perché tu mi hai vista lì… Magari sbaglio, perché, in fin dei conti si è trattato di un incidente e quello che hai visto fa parte della natura. Insomma, non sei un bambino e sai come sono fatte le donne. Devo solo superare l’idea che sono tua madre. E spero che anche per te questo non abbia costituito un problema.
FIGLIO Certo che no, mamma. In quel momento non pensavo che tu fossi tu… Vedevo solo una donna in difficoltà e la stavo aiutando, che poi lei non avesse le mutande è tutta un’altra storia. Se penso che non eri tu, che non era mia madre che stavo guardando, posso anche dire che era un bel vedere.
MADRE Ma che dici?
FIGLIO Ho sbagliato?
MADRE Fai un po’ tu! Hai appena detto che ti piaceva guardarmi.
FIGLIO Non guardare te, mamma. Guardare quella cosa di una donna.
MADRE Sì, ma era sempre la mia.
FIGLIO Uffa. Prima mi dici che non devo pensare che eri tu, poi sottolinei invece questo fatto. Rendi tutto complicato. Forse era meglio se ti lasciavo lì bloccata. Ci avrebbe pensato papà, questa sera.
MADRE Scusa, scusa, scusa. Sono ancora un po’ sconvolta, sia per quello che mi è capitato, sia perché ti ho coinvolto e costretto a vedermi come non avresti mai dovuto.
FIGLIO Ti ho già detto che non c’è problema per me, mamma.
MADRE Hai anche detto che era la prima volta che vedevi quella cosa. E adesso non lo dimenticherai per tutta la tua vita… E saprai che era di tua madre… Dimmi che effetto ti ha fatto… Sinceramente però.
FIGLIO Non mi va di parlarne, mamma.
MADRE Allora è vero che è stato traumatizzante per te.
FIGLIO Non si tratta di questo. È che tu sei mia madre e non mi va di parlare con te di certe cose.
MADRE Insomma tua madre la puoi guardare in mezzo alle cosce, ma non ne vuoi discutere?
FIGLIO Cerca di metterti nei miei panni.
MADRE E tu nei miei…
FIGLIO Che so essere pochi in questo momento.
MADRE Dai, non scherzare.
FIGLIO Era solo per sdrammatizzare.
MADRE O per sottolineare che tua madre è una svergognata che non indossa lo slip…
FIGLIO Quelli sono affari tuoi. Non ti giudico.
MADRE Ti limiti solo a guardarmi sotto la gonna.
FIGLIO Era necessario. Era la situazione. Altrimenti non lo avrei mai fatto.
MADRE Resta il fatto che è successo. Tu hai visto e ora non ne vuoi parlare.
FIGLIO C’è ben poco da dire. Non saprei neppure cosa dovrei dire. Vuoi sapere se mi è piaciuto quello che ho m visto? Va bene, lo ammetto. Era una cosa bella da vedere.
MADRE In realtà io volevo sapere se ti aveva scioccato, se ti aveva fatto schifo. Quello che mi hai detto tu mi mette ancora di più in una situazione difficile e imbarazzante. Penso che siano rare le madri che si sentono dire certe cose dai propri figli.
FIGLIO Allora fai finta che non ti abbia detto nulla.
MADRE Impossibile. Ormai lo hai detto. E lo pensavi davvero?
FIGLIO Ho paura a rispondere, adesso.
MADRE Invece è proprio il caso che ne parliamo. Dai, comportati da uomo e dimmi sinceramente quello che già immagino… Ti sei eccitato?
FIGLIO Sei cattiva, mamma. Mi vuoi umiliare a tutti i costi. Ebbene sì, mi sono eccitato perché è stata la prima volta che l’ho vista dal vero e da quella prospettiva. Sei contenta? Adesso mi sento una merda.
MADRE Non usare certe parole… E comunque non devi sentirti così. Avevo solo bisogno di sapere come realmente stavano le cose e tu sei stato coraggioso a dirmi la verità. Questo lo apprezzo. Vieni qui, figliolo, lasciati abbracciare.
FIGLIO No, meglio di no, mamma.
MADRE Fai l’offeso? Mi tieni il broncio?
FIGLIO Ma no, ma no. È che preferisco che stiamo a distanza ancora per un po’.
MADRE E perché mai?
FIGLIO Be’… Ecco… Io… Insomma, non mi è ancora passato…
MADRE Cioè, vorresti dire che è ancora… Accidenti, figliolo, non pensavo che avresti reagito in questo modo. E come ti senti? Ti fa male? È passato un po’ di tempo…
FIGLIO Tutto a posto, mamma. Solo che mi vergogno tantissimo.
MADRE Suvvia. È una cosa naturale. Sei giovane e pieno di ormoni. Vediamo di non drammatizzare.
FIGLIO Proprio tu lo dici, che fino a un attimo fa mi stavi mettendo sotto torchio…
MADRE È un’altra cosa. Ora sono preoccupata per te. Hai bisogno di fare qualcosa? Sì, insomma, hai capito cosa intendo?
FIGLIO Mamma!
MADRE E che sarà mai? Come se io non sapessi che fai certe cose.
FIGLIO Mamma, smettila, per favore.
MADRE Sei tu che lasci tracce inequivocabili in giro. Comunque sia, sono stata giovane anch’io e so come ci si sente alla tua età.
FIGLIO Stai dicendo che anche tu…
MADRE Per le ragazze è un po’ diverso. Voi maschietti siete più concentrati su questa cosa e gli dedicate molto più tempo. Però anche le ragazze, almeno alcune, non è che fanno proprio le suorine. Anzi, le femmine cominciano prima dei maschi e quindi finiscono per saper gestire meglio le loro pulsioni. E poi sanno essere più discrete. Voi invece siete più istintivi e animaleschi. Ma non c’è nulla di male, tesoro. Davvero.
FIGLIO Sì… no… non lo so, insomma, io non ne so molto delle ragazze. Cioè, so come sono fatte, ma non ho idea di quello che sentono, di quello che pensano. Sembra che loro non siano interessate a fare cose del genere.
MADRE Eh, figlio mio, noi donne siamo più furbe, ma non per questo meno umane. Anche a noi piace, che ti credi?
FIGLIO Anche a te?
MADRE Certo. Sono una donna come tutte le altre. Non sono un mostro.
FIGLIO E non ti imbarazza parlarne con me?
MADRE Se non mette a disagio te, no. Sono solo parole. Prima invece ero infastidita perché tu mi stavi guardando. Parlare di certe cose con te invece fa parte dei fatti della vita.
FIGLIO Sai, mamma, sei davvero strana.
MADRE Lo prendo come un complimento.
FIGLIO Mi fa uno strano effetto sapere certi particolari tuoi personali.
MADRE Spero non sia un effetto negativo, perché mi piacerebbe pensare che tra di noi possa crearsi un rapporto di fiducia e rispetto, dentro il quale possiamo anche farci qualche piccola confidenza.
FIGLIO Sarebbe bello, mamma. Però devo digerire questa cosa, specie in un momento come questo.
MADRE Per via di quello che hai visto prima?
FIGLIO Non solo… Cioè, anche per quello, ma soprattutto perché non mi ha aiutato a rilassarmi…
MADRE Ah ecco. Mi spiace. Non era nelle mie intenzioni. Anzi, speravo nel contrario. Intendo dire che parlare liberamente di argomenti intimi poteva essere un modo per farti capire che non c’era ragione per cui tu fossi ancora eccitato. Invece mi sembra di capire che abbiamo ottenuto il risultato contrario. Allora cambiano argomento.
FIGLIO Ti prego, no. È bello che per la prima volta abbiamo questo tipo di dialogo, tu ed io. Se solo non ci fosse questo fastidioso inconveniente.
MADRE Magari è di questo che dovremmo parlare… Immagino che se non ci fossi io, adesso tu avresti sicuramente la soluzione in mano.
FIGLIO Che fai, mamma, ti metti a giocare coi doppi sensi?
MADRE Ops, non ci avevo pensato. Comunque è quello che faresti. Anzi, forse è il caso che magari tu lo faccia.
FIGLIO Mamma! Qui? Davanti a te? Ma sei matta?
MADRE Certo che no. Volevo dire che forse sarebbe il caso che tu andassi di là e provassi a rilassarti in qualche modo.
FIGLIO Impossibile, sapendo che tu sei qui, che sei stata tu a dirmi di farlo. Non potrei mai.
MADRE Potresti far finta che io non ci sia. Ci sono state delle occasioni in cui tu lo hai fatto mentre io ero in casa, solo che non ti eri accorto della mia presenza.
FIGLIO Davvero? Che vergogna. E tu mi hai visto?
MADRE Sì, lo ammetto. Non l’ho fatto apposta e appena ho capito la situazione ho cercato di andarmene con discrezione…
FIGLIO Ahhh… Comunque ora non potrei e poi sarebbe imbarazzante farlo perché non sarei concentrato sulle cose giuste.
MADRE Che vuoi dire? Parla, non censurarti.
FIGLIO Be’. Ecco, il fatto è che dopo quello che ho visto, credo che il mio pensiero sarebbe focalizzato su quello.
MADRE Decisamente non mi sembra il caso che tu lo faccia pensando alla mia…
FIGLIO Non che sia un brutto pensiero, lo confesso. Anche perché è la cosa più bella che abbia mai visto, però sei tu, mamma. Cioè, è una parte di te.
MADRE Infatti. Non va bene. Non vorrei mai che tu lo facessi per queste ragioni.
FIGLIO No, mamma, neppure io, anche se è quello il motivo per cui mi trovo in questa situazione che non vuole passare… E sta cominciando a crearmi qualche problema.
MADRE Povero piccolino mio. Dai, vai di là e prova. Faccio finta di niente.
FIGLIO No, mamma, so già che non funzionerebbe così. È stata un’impressione troppo forte. Lo capisci, vero?
MADRE Sì, tesoro, ma ora cerca di dimenticare.
FIGLIO È difficile. Non sarà una cosa facile non pensarci la prossima volta.
MADRE Magari invece non ci penserai.
FIGLIO E se dovesse succedere?
MADRE Non succederà, figliolo. Se non vuoi, non accade.
FIGLIO Ma se accadesse, mamma?
MADRE In quel caso non sarà nulla di drammatico.
FIGLIO E tu mi vorrai lo stesso bene?
MADRE Ma certo. Perché hai di questi timori?
FIGLIO Non lo so, mamma. È come se una parte di me desiderasse quella cosa che il resto di me respinge.
MADRE Non dire così. Sono brutti pensieri.
FIGLIO Lo so, ma devo affrontare sempre le mie paure, me lo hai insegnato tu.
MADRE Meglio per altre cose.
FIGLIO Penso che anche questa sia una situazione che vada affrontata, mamma.
MADRE Cosa intendi?
FIGLIO È difficile dirlo, ma quello che è successo oggi mi sembra che sia molto importante e che mi condizionerà.
MADRE Stai dicendo che sei convinto che ci penserai la prossima volta?
FIGLIO Dico che è una cosa che mi condiziona un po’ e che sarà difficile da controllare.
MADRE Forse adesso credi che sarà così. Domani sarà già svanito.
FIGLIO Resta il fatto che adesso io sono come tu sai e che quelle immagini che conservo nella mente continuano a tornarmi davanti e a far sì che la mia condizione non cambi.
MADRE Accidenti, tesoro. Così non va bene.
FIGLIO Lo so. Però adesso le cose stanno così ed ho paura che se vado di là, poi quei pensieri mi assalgono e non so come reagire.
MADRE Piccolo mio, facciamo così… Tu adesso hai bisogno di fare quella certa cosa, altrimenti scoppi. Se però, mentre lo fai, dovesse capitare qualche pensiero sbagliato, non ti preoccupare. Vai avanti lo stesso. Poi, se vuoi, ne parliamo con calma quando hai finito.
FIGLIO Suona molto strano.
MADRE A questo punto, credo faccia ben poca differenza. Se poi deve succedere, che succeda. Dai, avanti, fai quello che devi.
FIGLIO Se mi dici così, sono sicuro di non riuscirci e anzi, ho la certezza che sarà proprio quel pensiero a tormentarmi, mamma. Non mi aiuti affatto.
MADRE Sinceramente non so cosa potrei fare per aiutarti.
FIGLIO Forse se io avessi un oggetto su cui fissarmi.
MADRE Un oggetto?
FIGLIO In senso metaforico... Uno stimolo.
MADRE Cos’è che vorresti?
FIGLIO Capisco che è assurdo, ma tutto quello che è successo è assurdo. Insomma, solo qualche minuto fa ti ho visto la...
MADRE La micia.
FIGLIO Sì, la micia. Se magari la potessi vedere ancora e facessi quella cosa che devo fare, poi potremmo finirla con questa assurdità.
MADRE Non è che per il fatto che tu l’abbia vista una volta, adesso te la devo mostrare ogni volta che lo desideri.
FIGLIO No, non ogni volta. Solo una volta ancora, per chiudere questa faccenda così incasinata. Ti prego mamma.
MADRE Promettimi che poi non ci penseremo e non ne parleremo mai più.
FIGLIO Lo prometto, mamma.
MADRE Ecco. Allora questa è la mia micia. Guardala e fai quello che devi... Cosa non si fa per il pene di un figlio... Ops, volevo dire bene.
FIGLIO Ahahah, mamma, sei incredibile. E sei davvero tanto... micia.
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