Giulia e lo sconosciuto del bus - 2
di
Lokrost
genere
dominazione
Capitolo 2
Ha appena iniziato a sognare qualcosa di piacevole quando il suo cellulare squilla.
Apre gli occhi e guardando sulla parete, l'orologio segna le 23.31.
- Ma chi cazzo è che rompe a quest'ora ??? - impreca alzandosi rapidamente per cercare il telefono.
Appena raggiunta la camera da letto però, trovato il telefono, lo schermo è ancora acceso ma non più squillante. Sbuffando e sbattendo le braccia sui fianchi fa per tornare in sala, quando improvvisamente riparte la suoneria.
Il numero non compare sul display, è anonimo e prima di rispondere tentenna qualche secondo.
- Pronto? -
- Ciao morettina! - rispondono dall'altro capo ridacchiando.
Ancora lui.
Giulia si domanda come abbia fatto ad avere il numero di cellulare e soprattutto, inizia a temere veramente quest'uomo.
- C...Ciao... - risponde con l'ansia che inizia a salire.
- Ho trovato la tua borsettina con dentro il numero da chiamare in caso di smarrimento. -
In quell’istante, Giulia si danna per aver avuto l’idea di lasciare quel numero nelle sue cose.
Fatta una piccola pausa in cui l’uomo non la sente rispondere, decide di proseguire.
- Sai, ho visto che cosa mi hai lasciato nell'asciugamano e mi stavo domandando quanto ti piacesse fare la maialina con gli sconosciuti. Non capita tutti i giorni di vedere un perizomino simile e un reggiseno che praticamente non esiste. Con le tettone che hai tu, devi essere da infarto con sto straccetto addosso-
Giulia sbianca e con i sudori che iniziano a scendere copiosi, cerca di formulare una risposta.
- Scusami... Però... Quello è il costume che ho usato in una spiaggia nascosta. Non li uso in giro e mi spiace averlo scordato nella tua auto. -
Finalmente è riuscita a produrre una frase senza intopparsi, ma lui, la smonta nuovamente.
- Invece penso che l’hai lasciato in auto di proposito. Forse per ringraziarmi del passaggio che ti ho dato e forse perché ti piacerebbe conoscermi meglio. Forse ti va di giocare con me, ma sei troppo timida per dirmelo. -
Giulia si sente in trappola, teme che rispondendo con un altro "due di picche" troppo secco, l'uomo potrebbe reagire male e decide quindi di improvvisare.
- Guarda, se quel costume ti piace tanto, te lo regalo. -
Risponde nella speranza di soddisfarlo anche solo in minima parte, iniziando però a rendersi conto che questa situazione, la sta pian piano intrigando.
- Lo sapevo! Sei proprio una maialina! Ci vediamo domani nel bus. - le risponde così, in modo duro e senza dar modo di capire le sue intenzioni.
- Se non piove, ci sarò - afferma lei con un misto tra terrore e insicurezza.
- Tu ci sarai, anche se piove - ordina serio prima di chiudere la chiamata.
Un brivido le percorre la schiena dal bacino fino al cranio, prima che la pelle d'oca esca su tutto il corpo e qualcosa tra le sue gambe inizi a pulsare fino a farle stringere le cosce.
In pochi istanti si trova nuovamente con i capezzoli duri e raggiungendo la passera con una mano, il suo volto diventa rosso quando si accorge di essere fradicia.
La notte è stata un vero inferno, combattuta da mille pensieri che le frullano in testa e l'eccitazione che sembra andare in un crescendo infinito, riesce a darsi pace solo quando, infilate due dita nella passera, si regala un frenetico ditalino.
Quando si sveglia la mattina, si rende conto che sa di sesso quanto le lenzuola che ha imbrattato con i suoi umori spruzzati durante la notte e decide di lavarsi nuovamente. Una volta concluso, decide che gli avanzi della cena possono bastare come pasto ed una volta rifocillata, si dirige all'armadio posto in camera.
Per fortuna oggi è nuovamente una bella giornata, il sole splende con forza riportando un po’ di caldo tolto dalla pioggia di ieri.
In un misto tra terrore ed eccitazione, si ritrova a scegliere i vestiti per andare in spiaggia, quando solitamente prende le prime cose che capitano.
Il bikini questa volta è uno molto semplice, nuovamente nero, ma ne troppo coprente e nemmeno troppo striminzito.
Il resto del vestiario invece, consiste in una canotta bianca, un reggiseno a fascia anch'esso bianco, un perizoma a vita davvero bassa di colore nero ed un paio di shorts aderenti in cotone di colore bianco. Una volta indossati gli abiti, si rende però conto di quanto anche gli shorts siano a vita bassa oltre che decisamente corti, tanto da lasciare una piccola porzione di chiappa esposta.
In questo modo è sicura che l’uomo anche oggi potrà vedere che indossa un altro perizoma e soprattutto si trova curiosa nel sapere quali altri commenti le verranno dedicati.
Indossate le infradito, per oggi al posto della borsetta che è nelle mani dello sconosciuto, usa un sacchetto colorato dove oltre il bikini, infila come al solito anche un asciugamano.
Indossati gli occhiali da sole, esce di casa e si dirige alla fermata del bus sperando che durante l’andata non ci siano i controllori per il biglietto che è nella borsetta nelle mani dello sconosciuto.
La giornata scorre come di consueto, il tragitto, lo spogliarello tra i cespugli e poi acqua e sole.
Anche oggi però, ad un certo punto sente dei rumori nel bosco, ma come l'altra volta, dopo poco cessano.
Decisa a ritornare alla fermata del bus, dopo aver recuperato l'asciugamano e raggiunto il suo nascondiglio tra i cespugli, si spoglia e proprio quando è totalmente nuda, intenta ad asciugarsi, ancora una volta sente dei rumori, questa volta più vicini, molto vicini, probabilmente a pochi metri da lei.
Convinta ci sia qualcuno, dopo essersi coperta con l'asciugamano, quasi si pietrifica e silenziosamente ascolta i rumori che rapidamente cessano nuovamente.
Attende diversi minuti, immobile ed in silenzio e solo quando si convince che non ci sia nessuno, lascia cadere in terra l'asciugamano e si riveste rapidamente.
Mentre torna verso la fermata però, si guarda attorno in cerca di qualcosa di insolito, ma niente, solo alberi e cespugli.
L'attesa sembra infinita, sbuffa, respira in modo irregolare ed in alcuni momenti trema.
Sa che quando salirà sul mezzo, lui sarà li ad aspettarla e sta volta, oltre a guardarla, sicuramente le dirà qualcosa o addirittura potrebbe avere pretese maggiori.
Terrore, ansia, un briciolo di eccitazione e troppe incognite le fanno compagnia fino all'arrivo del mezzo.
Le porte si aprono, la ragazza sale con i timpani che fischiano ed il cuore a mille e quando si volta verso il corridoio, finalmente dopo due giorni di stress la colonia estiva non ha più invaso il bus.
L'uomo è tornato al suo solito posto, in attesa, fissandola come al solito senza alcun ritegno e sta volta, facendole cenno di raggiungerlo.
Quasi tutti i passeggeri sono nelle prime file e quando supera metà corridoio, non c'è più nessuno a parte lui.
Giunta a destinazione, riesce a salutarlo con un filo di voce.
- C..Ciao..- dice abbassando lo sguardo.
- Vedo che sei ubbidiente. Vieni a sederti - la invita spostandosi leggermente, giusto il minimo per farla passare obbligandola però a strusciargli il culo in faccia.
- Non riuscirò mai a smettere di dirti che hai un culo fantastico! - afferma tornando a sedere nel posto centrale e ordinandole quindi di sedere a cavallo dei due sedili laterali.
- Visto che ti sei venuta a sedere vicino a me, penso sia il caso di iniziare a giocare un pochino. Quindi, direi che per prima cosa devi spalancare le gambe come si deve - ordina attendendo che l'ordine venga eseguito.
- Molto bene morettina. Così sei molto più invitante e mi raccomando, non chiuderle mai – ordina ancora sorridente.
Il resto del viaggio lo passano così, senza che possa mai chiuderle, sentendosi soprattutto la passera sotto i riflettori, come se l'uomo cercasse di capire quanto sia carnosa tramite i vestiti.
Giunti a destinazione, questa volta è l'uomo a muoversi per primo facendole cenno di seguirlo ed una volta scesi dal bus, si dirigono verso un luogo a lei sconosciuto.
Dopo pochi metri però, svoltano in un vicolo che a quest'ora della sera, risulta essere già abbastanza buio e deserto. Non ci sono appartamenti, ma solo uffici e magazzini già chiusi.
Ben presto l’uomo si ferma di fronte la propria auto e fa cenno a Giulia di raggiungerlo.
Giunta a pochi passi da lui, gli ordini che riceve la stordiscono.
- Bene morettina. Continuiamo a giocare! – afferma indicandole l’auto.
- Ora ti pieghi a novanta posando le mani sul cofano. Poi voglio che sporgi bene il tuo bel culo e allarghi le gambe. -
Giulia è convinta che ora verrà scopata con forza e nel mix tra terrore e ansia, l'eccitazione sale a livelli tanto alti da non dispiacerle quasi questa eventualità.
Quando si piega a novanta poggiando i gomiti sul cofano, dopo aver allargato le gambe, attende con trepidazione il momento che le verranno calati con forza gli shorts e il perizoma e quasi lo sente già quel cazzo che le sprofonderà con violenza nella figa facendola urlare.
Passano pochi istanti, un leggero schiaffo sul culo la riporta alla realtà e poco dopo, le mani dell'uomo prendono possesso delle chiappe.
Di rimando, Giulia sospira rumorosamente mentre le mani continuano a vagare volgarmente sulle sue chiappe.
Non viene affatto spogliata come crede, nemmeno gli shorts vengono calati, se non di qualche centimetro necessario a scoprire parte del perizoma. Quelle mani palpano con forza il culo e poi, dirigendosi più in basso, raggiungono la passera che da sopra i vestiti viene presa di mira da un massaggio deciso e frenetico.
In breve Giulia inizia ad ansimare, vede sfuocato e poi, dopo pochi minuti di quel trattamento, gode a tal punto da venire imbrattando i vestiti e inumidendo di conseguenza la mano dell'uomo.
Sta ancora riprendendo fiato quando lo sente avvicinarsi al suo volto.
Non osa muoversi nemmeno quando si china verso di lei per appoggiarsi con le labbra al suo orecchio coperto dai capelli.
- Ero sicuro che tu non vedi l'ora di prendere il cazzo. Ti farò impazzire al punto che sarai tu ad implorarmi di scoparti. - dopo tale affermazione si sente presa per i capelli e trascinata verso l’alto.
Senza mollare la presa, la guarda dritta negli occhi e dopo aver sorriso si avvicina nuovamente all'orecchio.
- Se continui a giocare con me, finisce che ti scopo talmente tanto che presto sarai tutta sfondata. Sono sicuro che ti piace l’idea, visto soprattutto per come ti stai comportando da troietta vogliosa di cazzo -
Conclusa la frase, mentre il cuore di Giulia batte ormai all'impazzata, l'uomo le lecca volgarmente una guancia mentre con entrambe le mani scende lungo la schiena ed una volta infilate negli shorts, palpa con forza le chiappe nude.
- Mi piace sempre di più. Questo culo lo voglio tutto per me.- afferma prima di staccarsi da lei per poi invitarla a salire in macchina.
Entrati nell'abitacolo le viene riconsegnata la borsetta con dentro il solo asciugamano smarrito il giorno precedente e controllando meglio, per fortuna, anche l’abbonamento del bus.
Dopo aver quindi messo in moto, i due partono.
Il silenzio regna per tutto il viaggio e solo di fronte casa di Giulia, l'uomo la saluta a suo modo.
- Ciao puttanella. Ora scommetto che vai a masturbarti.. ma non esagerare troppo... -
Chiusa la portiera, l'auto riparte ed ancora una volta la ragazza cade in ginocchio per riprendersi da tutte queste emozioni.
Giunta in casa, non ha nemmeno il tempo di chiudere a chiave la porta che nella camera da letto, il suo cellulare sta già squillando.
Il numero è nuovamente anonimo e sapendo già di chi si possa trattare, risponde senza esitazione.
- Pronto ? -
- Ciao morettina! - saluta ridacchiando.
- Ho dimenticato qualcosa ? - domanda all'uomo non sapendo cos'altro dire.
- No affatto. Però, oggi eri troppo vestita per i miei gusti e stavo pensando che domani ti voglio perfetta. - risponde senza dilungarsi troppo.
Ancora una volta, non ha il tempo di replicare e l'uomo ha già interrotto la chiamata.
- Ma più nuda di così.... - si lamenta guardandosi allo specchio con quel vestiario già striminzito.
Ancor prima di fare la doccia, decide quindi di perlustrare l'armadio in cerca di qualcosa di consono.
Ci vuole più di mezzora prima di riuscire nel suo intento e quando guarda sul letto quegli straccetti, quasi le prende un colpo. Già, perché il suo abbigliamento di domani sarà composto da un piccolo ed aderente top nero che termina con una banda elastica poco al di sotto dei seni, un micro perizoma praticamente inesistente ed un paio di shorts in jeans a vita talmente bassa da mostrare per intero il filo del perizoma che corre lungo la circonferenza vita.
Dopo questa ennesima "prova" che devasta sempre più il suo self-control, Giulia passa il resto della serata in una specie di trans in cui la mattina successiva, svegliata di soprassalto dal telefono che squilla, non si ricorda assolutamente cosa sia successo.
Nuda, come è suo solito stare, salta giù dal letto e senza nemmeno guardare il display, risponde con tono assonnato.
- Si. - riesce a balbettare con gli occhi ancora chiusi.
- Ehi morettina! Stavi ancora dormendo? Scommetto che ieri sera hai fatto la maialina. -
Quella voce e quelle parole la svegliano quasi di soprassalto riportando il suo cuore a ritmi frenetici.
- N...No... in realtà sono andata a dormire presto - riesce a dire con un accentuato imbarazzo.
- Non ci credo. Comunque, volevo sapere se ti depili - risponde di getto facendola arrossire
- S... Si, sempre - risponde a fatica
- Anche la passera? - domanda ancora ridacchiando
- mmm.. e... ma... Si - risponde iniziando ad andare nel pallone
- Molto bene… Le puttanelle come te mi piacciono tutte lisce - conclude interrompendo la chiamata.
Rimane ferma e immobile.
Quasi le manca il respiro.
- Cazzo..... - riesce ad esclamare prima di dirigersi in cucina per far colazione.
Quasi come fosse in cerca di conferma, mentre mangia allontana leggermente la sedia dal tavolo e spalancate le gambe, controlla che sia realmente depilata. In breve riceve conferma dai suoi occhi che vedono la patata gonfia, umida ma completamente priva di peli.
- Mi sto eccitando ancora prima di partire.... cazzo... - impreca ancora mentre torna alla sua colazione.
Una volta concluso, torna in camera da letto e preso un grosso respiro, si veste con quei pochi abiti che ha scelto.
I primi problemi li trova appena uscita di casa, nell'attesa del bus, un'auto passa e suona ripetutamente il clacson. Quando poi arriva in paese, oltre diverse auto che rallentano, alcuni uomini che attendono con lei il bus faticano molto a non rivolgerle continuamente sguardi pieni di bramosia.
Tutto questo imbarazzo, finisce solo dopo i quaranta minuti di viaggio, quando finalmente si inoltra nel boschetto e raggiunto il solito posticino tra i cespugli si cambia indossando un bikini azzurro.
Anche oggi sente rumori provenienti dal bosco, ma quasi senza farci caso, dopo aver steso con cura l'asciugamano, si tuffa subito in acqua dimenticando ogni cosa.
Oggi il sole non è molto presente, l'acqua è più fresca del solito e quando si decide a sdraiarsi in spiaggia, dopo poco meno di mezzora, si addormenta come un sasso.
Non sa quanto tempo sia passato, ma ad un certo punto, viene svegliata da un leggero vociferare.
Quando si rende conto di non essere più sola, alza la testa ed a pochi passi da lei trova due ragazzi in pantaloncini e maglietta che seduti stanno fumando e con il capo volto verso di lei la fissano quasi fossero ipnotizzati.
In imbarazzo per la scena che si mostra ai suoi occhi, cerca di risvegliarli facendo un cenno di saluto con la mano.
- Ciao - risponde uno dei due con uno scatto
- Ciao - risponde l'altro con lo sguardo di chi è stato colto sul fatto
Di tutta risposta i due si voltano verso il mare tornando a parlare tra loro.
Inizia ad essere tardi e Giulia decide per un ultimo tuffo prima di andare a cambiarsi, così, dopo essersi alzata, si sgranchisce e quasi correndo passa di fronte i due ragazzi prima di tuffarsi.
Sente i loro sguardi, sa di essere fissata anche quando si è tuffata e sta nuotando per andare a largo, ma non vuole guardarsi indietro.
Dopo diverso tempo, quando finalmente decide di tornare a riva, i due sono spariti.
Come suo solito, recupera l'asciugamano da terra ed una volta inoltrata nella boscaglia, raggiunge il suo camerino tra i cespugli.
Si spoglia, si asciuga con cura in ogni parte del corpo e quando raggiunge con la mano i suoi abiti, si accorge che qualcosa non va.
Il perizoma era in cima ai vestiti, come primo indumento che avrebbe rimesso, eppure, ora non c'è. Agitata, cerca meglio, ma niente da fare, non lo trova.
Si convince così che a rubarlo siano stati quei due in spiaggia e che dopo aver scovato il suo nascondiglio, sia da diversi giorni che la spiano. Da quando precisamente, ha iniziato a sentire trambusto tra gli alberi e qualcosa in lei diceva che non erano semplici animali.
- Mi avranno vista sicuramente nuda mentre mi cambiavo - ipotizza nervosamente mentre raggiunge la fermata del bus.
Per il nervoso accumulato non fa quasi caso alle auto che passando le strombazzano o a quelle che addirittura rallentano e nervosamente attende l'arrivo del suo calvario giornaliero.
Anche sta volta, quando sale i gradini, la solita colonia estiva riempie di ragazzi scalmanati e urlanti il bus. Con calma inizia a camminare lungo il corridoio in cerca dell'uomo e solo al fondo, lo trova ad attenderla sorridendo.
Sta per sedersi quando improvvisamente viene fermata.
- Troppi ragazzini, siediti al mio posto - ordina dopo essersi alzato e posizionato nel corridoio attende lo scambio del posto.
Una volta seduti, l'uomo non tarda ad importunarla.
- Vestita così, vuoi far venire il cazzo duro a tutti quelli che ti vedono? Da cosa mostri, oggi non hai messo le mutandine? - domanda e senza attendere risposta, infilandosi con una mano tra il sedile e la sua schiena nuda, raggiunge gli shorts in jeans ed una volta infilato all'interno può constatare che non porta altro. Lei non ha il coraggio di raccontargli cosa sia successo e per timore che rincari maggiormente la dose, decide di stare in silenzio convincendolo così che la scelta è stata sua.
- Sei proprio una puttanella - afferma ritraendo la mano ma senza smettere di fissarla.
Giulia non reagisce, ancora una volta si pietrifica di fronte a quest'uomo che non conosce esitazione ed ancora una volta esegue quando le viene ordinato di allargare le cosce.
Per tutto il resto del viaggio, i due non parlano.
- Seguimi -
Questo è l'ordine che Giulia riceve quando scendono alla loro fermata.
Senza esitazione cerca di stare al passo e come al solito si dirigono nel vicolo dove trovano l'auto posteggiata.
- Ma questa bella morettina ha un nome ? - domanda l'uomo che appoggiandosi sul cofano la richiama a sé con un gesto della mano.
- Giulia - risponde rapida quando sono a poche spanne di distanza.
- ... e quanti anni hai ? - domanda carezzandole la pancia nuda.
- Ventuno - risponde altrettanto rapida quanto la mano di lui che si posa sul seno sinistro.
- Sei giovane, figa e fai già la puttanella - afferma prendendo possesso anche dell'altro seno.
- Non sei del posto, vero? - domanda palpando senza sosta iniziando così a farla mugolare.
- N.....no - risponde a fatica mentre le vengono strizzati i capezzoli attraverso il top.
- E... cosa ci fai.... qui ? - domanda accentuando la stretta.
- Ahhh.. sono qui... vengo...ahh.. due mesi l'anno... da sola.... ahhh.... per studiare e andare al mare - risponde tutta d'un fiato
L'uomo finalmente molla la presa dai capezzoli e scendendo con le mani lungo i fianchi, si ferma poco sopra gli shorts.
- E....e perché......fai la troietta con gli sconosciuti? Hai così tanta voglia di cazzo? - domanda aprendole il bottoncino ed abbassando la zip posta sul pube depilato.
Nel panico, la ragazza è combattuta tra scappare lontano e attendere cosa quest'uomo le vorrà fare. Basta una piccola strusciata di cosce per farle capire che lì in mezzo è fradicia e carica di voglia. Nella mente, scene di puro terrore si susseguono, ma qualcosa là sotto, quasi come ricevesse una supplica le fa trovare la volontà di non fuggire.
- Per me è la prima volta che mi lascio avvicinare da uno sconosciuto. - risponde cercando di calmarsi, mentre le mani di lui sono nuovamente ferme sui fianchi.
- Allora è per questo che hai la pelle d'oca e tremi - afferma muovendosi lentamente con le mani su e giù.
- Hai paura? - domanda ancora
- Si - risponde muovendo ripetutamente il capo e lasciando che le mani di lui continuino l'opera.
- Ma se hai paura, perché non scappi urlando? - domanda spostandosi rapidamente a palpare il culo da sopra gli shorts che iniziano a scivolare verso il basso.
- Non lo so - risponde sentendo quello straccetto scendere sempre di più.
- Tutte le volte che ci vediamo mi fai venire il cazzo duro. Non hai idea di quante seghe mi sono dovuto fare per colpa tua - risponde infilandosi all'interno per prendere possesso delle chiappe nude con entrambe le mani.
Dopo quel cambio brusco, Giulia si sente ben presto più nuda del previsto.
L'uomo ridacchia e senza smettere di palparla si avvicina con il viso al pube ormai nudo in quanto quel minuscolo indumento è caduto alle caviglie.
- Peccato sia ormai buio, mi sarebbe piaciuto vedere quanto sbrodola la tua passera. - fatta una breve pausa in cui le assesta uno sculaccione, si avvicina ancora di più con il viso e la annusa respirando a pieni polmoni.
- Sai di vacca pronta ad essere montata. - afferma sculacciandola ripetutamente su entrambe le chiappe prima di alzarsi in piedi ponendosi di fronte a lei.
- Hai il ragazzo? - domanda stringendole il mento con una mano.
- No - riesce a rispondere a fatica, con il cuore che batte a mille ed il fiato corto.
- Da quanto tempo è che non scopi ? - domanda avvicinandosi con il volto al suo.
- Da tanto - risponde tremando mentre sente la mano libera dell'uomo raggiungere nuovamente il culo.
- E da quanto tempo invece non ti masturbi? - domanda ridacchiando senza smettere di palparla.
- Qualche sera fa - risponde con grande imbarazzo.
- Ah si? E a cosa pensavi ? - domanda assestandole uno sculaccione notevolmente forte.
- Ahhh... a.. pensavo... pensavo a queste cose che mi fai ... - risponde singhiozzante, quasi sul punto di piangere per lo sculaccione e totalmente sconvolta dall'eccitazione che le ha provocato dire questa frase.
- Quindi hai paura di me... però la sera ti sgrilletti pensando a quello che ti faccio - riassume ridendo e sculacciandola nuovamente.
A tale affermazione, quando riceve l'ennesimo sculaccione, dalla bocca di Giulia esce uno strano, lungo e tremante lamento.
- Adesso ti metti a fare versi da cagna in calore? - domanda quando ormai il vicolo è talmente buio da riconoscere solo più la sagoma di chi ha di fronte.
- Ma io.. - tenta di rispondere quando viene prontamente zittita da un ennesimo ordine.
- Vestiti ed entra in auto - detto questo si stacca da lei aspettando che si rivesta.
- Bene ora possiamo andare - afferma mentre la ragazza si sta ancora allacciando gli shorts.
L'allarme dell'auto viene disabilitato, i due entrano rapidamente nell'abitacolo ed una volta chiuse le portiere, l'auto parte.
Durante il tragitto, i due sembrano tranquillizzarsi e dopo qualche minuto di silenzio, l'uomo torna a fare domande.
- Adesso ho voglia di sapere tante cose di te. – Afferma ridacchiando prima di proseguire
- Quindi in questa casa dove ti porto, sei tutta sola ? - domanda senza togliere gli occhi dalla strada.
- Si. Ma tra un mese e mezzo torno a casa. - risponde con tranquillità, quasi stesse discutendo con un semplice amico.
- Cosa fai quando arrivi a casa ? - domanda con tono curioso.
- Faccio sempre la doccia visto che vado al mare, poi ceno e poi dopo aver guardato un po’ di televisione in salotto me ne vado a dormire. - risponde stupendosi quasi di come descrive tutto nel dettaglio.
- Mi hai detto che studi. Ma se sei sempre in giro, come fai ? - domanda dubbioso staccando di tanto in tanto gli occhi dalla strada per sbirciare come al solito le tette o le cosce.
- Studio nei weekend e quando fa tempo brutto. Basta questo, tanto mi sono già portata avanti - risponde sicura di sé.
- Hmmmm.. e quando sei in casa.....di solito come ti vesti? - domanda ridacchiando fissandola con sguardo da vero pervertito.
- Ecco beh... dipende - risponde con imbarazzo non sapendo cosa dire.
- Dimmi la verità - ordina secco.
- Non... non mi vesto - risponde quasi sottovoce diventando rossa in volto.
- Quindi in casa sei sempre tutta nuda? - domanda con stupore.
- Si .... - risponde sottovoce affondando nel sedile per l'imbarazzo.
- Che troietta - afferma ridendo prima di iniziare a diminuire la velocità.
- Scendi. A domani - ordina giunti di fronte casa.
Scesa dall'auto e richiusa la portiera, fa appena in tempo ad accennare un saluto con la mano che l'uomo è già ripartito.
Senza muoversi di un solo passo, guardando l'auto allontanarsi da lei, con la stessa mano ora si infila negli shorts e raggiunta la passera, si rende conto di grondare umori.
Entra in casa quasi di corsa ed appena chiude la porta dietro di sé, si appoggia ad essa mentre si spoglia con gli occhi chiusi ed il fiato corto e poi, dopo esser scivolata in terra con le cosce spalancate, la sua mano raggiunge la passera. Le dita si infilano all'interno, prima una, poi due, poi addirittura tre ed in breve, un frenetico ditalino la fa quasi urlare, sfogando così tutta la sua voglia sul freddo pavimento.
Ancora scossa e priva di forze, si addormenta così e solo dopo diverse ore, ripresi i sensi , si alza, si lava molto lentamente, mangia svogliatamente poche cose e poi si butta nel letto addormentandosi come un sasso.
Ha appena iniziato a sognare qualcosa di piacevole quando il suo cellulare squilla.
Apre gli occhi e guardando sulla parete, l'orologio segna le 23.31.
- Ma chi cazzo è che rompe a quest'ora ??? - impreca alzandosi rapidamente per cercare il telefono.
Appena raggiunta la camera da letto però, trovato il telefono, lo schermo è ancora acceso ma non più squillante. Sbuffando e sbattendo le braccia sui fianchi fa per tornare in sala, quando improvvisamente riparte la suoneria.
Il numero non compare sul display, è anonimo e prima di rispondere tentenna qualche secondo.
- Pronto? -
- Ciao morettina! - rispondono dall'altro capo ridacchiando.
Ancora lui.
Giulia si domanda come abbia fatto ad avere il numero di cellulare e soprattutto, inizia a temere veramente quest'uomo.
- C...Ciao... - risponde con l'ansia che inizia a salire.
- Ho trovato la tua borsettina con dentro il numero da chiamare in caso di smarrimento. -
In quell’istante, Giulia si danna per aver avuto l’idea di lasciare quel numero nelle sue cose.
Fatta una piccola pausa in cui l’uomo non la sente rispondere, decide di proseguire.
- Sai, ho visto che cosa mi hai lasciato nell'asciugamano e mi stavo domandando quanto ti piacesse fare la maialina con gli sconosciuti. Non capita tutti i giorni di vedere un perizomino simile e un reggiseno che praticamente non esiste. Con le tettone che hai tu, devi essere da infarto con sto straccetto addosso-
Giulia sbianca e con i sudori che iniziano a scendere copiosi, cerca di formulare una risposta.
- Scusami... Però... Quello è il costume che ho usato in una spiaggia nascosta. Non li uso in giro e mi spiace averlo scordato nella tua auto. -
Finalmente è riuscita a produrre una frase senza intopparsi, ma lui, la smonta nuovamente.
- Invece penso che l’hai lasciato in auto di proposito. Forse per ringraziarmi del passaggio che ti ho dato e forse perché ti piacerebbe conoscermi meglio. Forse ti va di giocare con me, ma sei troppo timida per dirmelo. -
Giulia si sente in trappola, teme che rispondendo con un altro "due di picche" troppo secco, l'uomo potrebbe reagire male e decide quindi di improvvisare.
- Guarda, se quel costume ti piace tanto, te lo regalo. -
Risponde nella speranza di soddisfarlo anche solo in minima parte, iniziando però a rendersi conto che questa situazione, la sta pian piano intrigando.
- Lo sapevo! Sei proprio una maialina! Ci vediamo domani nel bus. - le risponde così, in modo duro e senza dar modo di capire le sue intenzioni.
- Se non piove, ci sarò - afferma lei con un misto tra terrore e insicurezza.
- Tu ci sarai, anche se piove - ordina serio prima di chiudere la chiamata.
Un brivido le percorre la schiena dal bacino fino al cranio, prima che la pelle d'oca esca su tutto il corpo e qualcosa tra le sue gambe inizi a pulsare fino a farle stringere le cosce.
In pochi istanti si trova nuovamente con i capezzoli duri e raggiungendo la passera con una mano, il suo volto diventa rosso quando si accorge di essere fradicia.
La notte è stata un vero inferno, combattuta da mille pensieri che le frullano in testa e l'eccitazione che sembra andare in un crescendo infinito, riesce a darsi pace solo quando, infilate due dita nella passera, si regala un frenetico ditalino.
Quando si sveglia la mattina, si rende conto che sa di sesso quanto le lenzuola che ha imbrattato con i suoi umori spruzzati durante la notte e decide di lavarsi nuovamente. Una volta concluso, decide che gli avanzi della cena possono bastare come pasto ed una volta rifocillata, si dirige all'armadio posto in camera.
Per fortuna oggi è nuovamente una bella giornata, il sole splende con forza riportando un po’ di caldo tolto dalla pioggia di ieri.
In un misto tra terrore ed eccitazione, si ritrova a scegliere i vestiti per andare in spiaggia, quando solitamente prende le prime cose che capitano.
Il bikini questa volta è uno molto semplice, nuovamente nero, ma ne troppo coprente e nemmeno troppo striminzito.
Il resto del vestiario invece, consiste in una canotta bianca, un reggiseno a fascia anch'esso bianco, un perizoma a vita davvero bassa di colore nero ed un paio di shorts aderenti in cotone di colore bianco. Una volta indossati gli abiti, si rende però conto di quanto anche gli shorts siano a vita bassa oltre che decisamente corti, tanto da lasciare una piccola porzione di chiappa esposta.
In questo modo è sicura che l’uomo anche oggi potrà vedere che indossa un altro perizoma e soprattutto si trova curiosa nel sapere quali altri commenti le verranno dedicati.
Indossate le infradito, per oggi al posto della borsetta che è nelle mani dello sconosciuto, usa un sacchetto colorato dove oltre il bikini, infila come al solito anche un asciugamano.
Indossati gli occhiali da sole, esce di casa e si dirige alla fermata del bus sperando che durante l’andata non ci siano i controllori per il biglietto che è nella borsetta nelle mani dello sconosciuto.
La giornata scorre come di consueto, il tragitto, lo spogliarello tra i cespugli e poi acqua e sole.
Anche oggi però, ad un certo punto sente dei rumori nel bosco, ma come l'altra volta, dopo poco cessano.
Decisa a ritornare alla fermata del bus, dopo aver recuperato l'asciugamano e raggiunto il suo nascondiglio tra i cespugli, si spoglia e proprio quando è totalmente nuda, intenta ad asciugarsi, ancora una volta sente dei rumori, questa volta più vicini, molto vicini, probabilmente a pochi metri da lei.
Convinta ci sia qualcuno, dopo essersi coperta con l'asciugamano, quasi si pietrifica e silenziosamente ascolta i rumori che rapidamente cessano nuovamente.
Attende diversi minuti, immobile ed in silenzio e solo quando si convince che non ci sia nessuno, lascia cadere in terra l'asciugamano e si riveste rapidamente.
Mentre torna verso la fermata però, si guarda attorno in cerca di qualcosa di insolito, ma niente, solo alberi e cespugli.
L'attesa sembra infinita, sbuffa, respira in modo irregolare ed in alcuni momenti trema.
Sa che quando salirà sul mezzo, lui sarà li ad aspettarla e sta volta, oltre a guardarla, sicuramente le dirà qualcosa o addirittura potrebbe avere pretese maggiori.
Terrore, ansia, un briciolo di eccitazione e troppe incognite le fanno compagnia fino all'arrivo del mezzo.
Le porte si aprono, la ragazza sale con i timpani che fischiano ed il cuore a mille e quando si volta verso il corridoio, finalmente dopo due giorni di stress la colonia estiva non ha più invaso il bus.
L'uomo è tornato al suo solito posto, in attesa, fissandola come al solito senza alcun ritegno e sta volta, facendole cenno di raggiungerlo.
Quasi tutti i passeggeri sono nelle prime file e quando supera metà corridoio, non c'è più nessuno a parte lui.
Giunta a destinazione, riesce a salutarlo con un filo di voce.
- C..Ciao..- dice abbassando lo sguardo.
- Vedo che sei ubbidiente. Vieni a sederti - la invita spostandosi leggermente, giusto il minimo per farla passare obbligandola però a strusciargli il culo in faccia.
- Non riuscirò mai a smettere di dirti che hai un culo fantastico! - afferma tornando a sedere nel posto centrale e ordinandole quindi di sedere a cavallo dei due sedili laterali.
- Visto che ti sei venuta a sedere vicino a me, penso sia il caso di iniziare a giocare un pochino. Quindi, direi che per prima cosa devi spalancare le gambe come si deve - ordina attendendo che l'ordine venga eseguito.
- Molto bene morettina. Così sei molto più invitante e mi raccomando, non chiuderle mai – ordina ancora sorridente.
Il resto del viaggio lo passano così, senza che possa mai chiuderle, sentendosi soprattutto la passera sotto i riflettori, come se l'uomo cercasse di capire quanto sia carnosa tramite i vestiti.
Giunti a destinazione, questa volta è l'uomo a muoversi per primo facendole cenno di seguirlo ed una volta scesi dal bus, si dirigono verso un luogo a lei sconosciuto.
Dopo pochi metri però, svoltano in un vicolo che a quest'ora della sera, risulta essere già abbastanza buio e deserto. Non ci sono appartamenti, ma solo uffici e magazzini già chiusi.
Ben presto l’uomo si ferma di fronte la propria auto e fa cenno a Giulia di raggiungerlo.
Giunta a pochi passi da lui, gli ordini che riceve la stordiscono.
- Bene morettina. Continuiamo a giocare! – afferma indicandole l’auto.
- Ora ti pieghi a novanta posando le mani sul cofano. Poi voglio che sporgi bene il tuo bel culo e allarghi le gambe. -
Giulia è convinta che ora verrà scopata con forza e nel mix tra terrore e ansia, l'eccitazione sale a livelli tanto alti da non dispiacerle quasi questa eventualità.
Quando si piega a novanta poggiando i gomiti sul cofano, dopo aver allargato le gambe, attende con trepidazione il momento che le verranno calati con forza gli shorts e il perizoma e quasi lo sente già quel cazzo che le sprofonderà con violenza nella figa facendola urlare.
Passano pochi istanti, un leggero schiaffo sul culo la riporta alla realtà e poco dopo, le mani dell'uomo prendono possesso delle chiappe.
Di rimando, Giulia sospira rumorosamente mentre le mani continuano a vagare volgarmente sulle sue chiappe.
Non viene affatto spogliata come crede, nemmeno gli shorts vengono calati, se non di qualche centimetro necessario a scoprire parte del perizoma. Quelle mani palpano con forza il culo e poi, dirigendosi più in basso, raggiungono la passera che da sopra i vestiti viene presa di mira da un massaggio deciso e frenetico.
In breve Giulia inizia ad ansimare, vede sfuocato e poi, dopo pochi minuti di quel trattamento, gode a tal punto da venire imbrattando i vestiti e inumidendo di conseguenza la mano dell'uomo.
Sta ancora riprendendo fiato quando lo sente avvicinarsi al suo volto.
Non osa muoversi nemmeno quando si china verso di lei per appoggiarsi con le labbra al suo orecchio coperto dai capelli.
- Ero sicuro che tu non vedi l'ora di prendere il cazzo. Ti farò impazzire al punto che sarai tu ad implorarmi di scoparti. - dopo tale affermazione si sente presa per i capelli e trascinata verso l’alto.
Senza mollare la presa, la guarda dritta negli occhi e dopo aver sorriso si avvicina nuovamente all'orecchio.
- Se continui a giocare con me, finisce che ti scopo talmente tanto che presto sarai tutta sfondata. Sono sicuro che ti piace l’idea, visto soprattutto per come ti stai comportando da troietta vogliosa di cazzo -
Conclusa la frase, mentre il cuore di Giulia batte ormai all'impazzata, l'uomo le lecca volgarmente una guancia mentre con entrambe le mani scende lungo la schiena ed una volta infilate negli shorts, palpa con forza le chiappe nude.
- Mi piace sempre di più. Questo culo lo voglio tutto per me.- afferma prima di staccarsi da lei per poi invitarla a salire in macchina.
Entrati nell'abitacolo le viene riconsegnata la borsetta con dentro il solo asciugamano smarrito il giorno precedente e controllando meglio, per fortuna, anche l’abbonamento del bus.
Dopo aver quindi messo in moto, i due partono.
Il silenzio regna per tutto il viaggio e solo di fronte casa di Giulia, l'uomo la saluta a suo modo.
- Ciao puttanella. Ora scommetto che vai a masturbarti.. ma non esagerare troppo... -
Chiusa la portiera, l'auto riparte ed ancora una volta la ragazza cade in ginocchio per riprendersi da tutte queste emozioni.
Giunta in casa, non ha nemmeno il tempo di chiudere a chiave la porta che nella camera da letto, il suo cellulare sta già squillando.
Il numero è nuovamente anonimo e sapendo già di chi si possa trattare, risponde senza esitazione.
- Pronto ? -
- Ciao morettina! - saluta ridacchiando.
- Ho dimenticato qualcosa ? - domanda all'uomo non sapendo cos'altro dire.
- No affatto. Però, oggi eri troppo vestita per i miei gusti e stavo pensando che domani ti voglio perfetta. - risponde senza dilungarsi troppo.
Ancora una volta, non ha il tempo di replicare e l'uomo ha già interrotto la chiamata.
- Ma più nuda di così.... - si lamenta guardandosi allo specchio con quel vestiario già striminzito.
Ancor prima di fare la doccia, decide quindi di perlustrare l'armadio in cerca di qualcosa di consono.
Ci vuole più di mezzora prima di riuscire nel suo intento e quando guarda sul letto quegli straccetti, quasi le prende un colpo. Già, perché il suo abbigliamento di domani sarà composto da un piccolo ed aderente top nero che termina con una banda elastica poco al di sotto dei seni, un micro perizoma praticamente inesistente ed un paio di shorts in jeans a vita talmente bassa da mostrare per intero il filo del perizoma che corre lungo la circonferenza vita.
Dopo questa ennesima "prova" che devasta sempre più il suo self-control, Giulia passa il resto della serata in una specie di trans in cui la mattina successiva, svegliata di soprassalto dal telefono che squilla, non si ricorda assolutamente cosa sia successo.
Nuda, come è suo solito stare, salta giù dal letto e senza nemmeno guardare il display, risponde con tono assonnato.
- Si. - riesce a balbettare con gli occhi ancora chiusi.
- Ehi morettina! Stavi ancora dormendo? Scommetto che ieri sera hai fatto la maialina. -
Quella voce e quelle parole la svegliano quasi di soprassalto riportando il suo cuore a ritmi frenetici.
- N...No... in realtà sono andata a dormire presto - riesce a dire con un accentuato imbarazzo.
- Non ci credo. Comunque, volevo sapere se ti depili - risponde di getto facendola arrossire
- S... Si, sempre - risponde a fatica
- Anche la passera? - domanda ancora ridacchiando
- mmm.. e... ma... Si - risponde iniziando ad andare nel pallone
- Molto bene… Le puttanelle come te mi piacciono tutte lisce - conclude interrompendo la chiamata.
Rimane ferma e immobile.
Quasi le manca il respiro.
- Cazzo..... - riesce ad esclamare prima di dirigersi in cucina per far colazione.
Quasi come fosse in cerca di conferma, mentre mangia allontana leggermente la sedia dal tavolo e spalancate le gambe, controlla che sia realmente depilata. In breve riceve conferma dai suoi occhi che vedono la patata gonfia, umida ma completamente priva di peli.
- Mi sto eccitando ancora prima di partire.... cazzo... - impreca ancora mentre torna alla sua colazione.
Una volta concluso, torna in camera da letto e preso un grosso respiro, si veste con quei pochi abiti che ha scelto.
I primi problemi li trova appena uscita di casa, nell'attesa del bus, un'auto passa e suona ripetutamente il clacson. Quando poi arriva in paese, oltre diverse auto che rallentano, alcuni uomini che attendono con lei il bus faticano molto a non rivolgerle continuamente sguardi pieni di bramosia.
Tutto questo imbarazzo, finisce solo dopo i quaranta minuti di viaggio, quando finalmente si inoltra nel boschetto e raggiunto il solito posticino tra i cespugli si cambia indossando un bikini azzurro.
Anche oggi sente rumori provenienti dal bosco, ma quasi senza farci caso, dopo aver steso con cura l'asciugamano, si tuffa subito in acqua dimenticando ogni cosa.
Oggi il sole non è molto presente, l'acqua è più fresca del solito e quando si decide a sdraiarsi in spiaggia, dopo poco meno di mezzora, si addormenta come un sasso.
Non sa quanto tempo sia passato, ma ad un certo punto, viene svegliata da un leggero vociferare.
Quando si rende conto di non essere più sola, alza la testa ed a pochi passi da lei trova due ragazzi in pantaloncini e maglietta che seduti stanno fumando e con il capo volto verso di lei la fissano quasi fossero ipnotizzati.
In imbarazzo per la scena che si mostra ai suoi occhi, cerca di risvegliarli facendo un cenno di saluto con la mano.
- Ciao - risponde uno dei due con uno scatto
- Ciao - risponde l'altro con lo sguardo di chi è stato colto sul fatto
Di tutta risposta i due si voltano verso il mare tornando a parlare tra loro.
Inizia ad essere tardi e Giulia decide per un ultimo tuffo prima di andare a cambiarsi, così, dopo essersi alzata, si sgranchisce e quasi correndo passa di fronte i due ragazzi prima di tuffarsi.
Sente i loro sguardi, sa di essere fissata anche quando si è tuffata e sta nuotando per andare a largo, ma non vuole guardarsi indietro.
Dopo diverso tempo, quando finalmente decide di tornare a riva, i due sono spariti.
Come suo solito, recupera l'asciugamano da terra ed una volta inoltrata nella boscaglia, raggiunge il suo camerino tra i cespugli.
Si spoglia, si asciuga con cura in ogni parte del corpo e quando raggiunge con la mano i suoi abiti, si accorge che qualcosa non va.
Il perizoma era in cima ai vestiti, come primo indumento che avrebbe rimesso, eppure, ora non c'è. Agitata, cerca meglio, ma niente da fare, non lo trova.
Si convince così che a rubarlo siano stati quei due in spiaggia e che dopo aver scovato il suo nascondiglio, sia da diversi giorni che la spiano. Da quando precisamente, ha iniziato a sentire trambusto tra gli alberi e qualcosa in lei diceva che non erano semplici animali.
- Mi avranno vista sicuramente nuda mentre mi cambiavo - ipotizza nervosamente mentre raggiunge la fermata del bus.
Per il nervoso accumulato non fa quasi caso alle auto che passando le strombazzano o a quelle che addirittura rallentano e nervosamente attende l'arrivo del suo calvario giornaliero.
Anche sta volta, quando sale i gradini, la solita colonia estiva riempie di ragazzi scalmanati e urlanti il bus. Con calma inizia a camminare lungo il corridoio in cerca dell'uomo e solo al fondo, lo trova ad attenderla sorridendo.
Sta per sedersi quando improvvisamente viene fermata.
- Troppi ragazzini, siediti al mio posto - ordina dopo essersi alzato e posizionato nel corridoio attende lo scambio del posto.
Una volta seduti, l'uomo non tarda ad importunarla.
- Vestita così, vuoi far venire il cazzo duro a tutti quelli che ti vedono? Da cosa mostri, oggi non hai messo le mutandine? - domanda e senza attendere risposta, infilandosi con una mano tra il sedile e la sua schiena nuda, raggiunge gli shorts in jeans ed una volta infilato all'interno può constatare che non porta altro. Lei non ha il coraggio di raccontargli cosa sia successo e per timore che rincari maggiormente la dose, decide di stare in silenzio convincendolo così che la scelta è stata sua.
- Sei proprio una puttanella - afferma ritraendo la mano ma senza smettere di fissarla.
Giulia non reagisce, ancora una volta si pietrifica di fronte a quest'uomo che non conosce esitazione ed ancora una volta esegue quando le viene ordinato di allargare le cosce.
Per tutto il resto del viaggio, i due non parlano.
- Seguimi -
Questo è l'ordine che Giulia riceve quando scendono alla loro fermata.
Senza esitazione cerca di stare al passo e come al solito si dirigono nel vicolo dove trovano l'auto posteggiata.
- Ma questa bella morettina ha un nome ? - domanda l'uomo che appoggiandosi sul cofano la richiama a sé con un gesto della mano.
- Giulia - risponde rapida quando sono a poche spanne di distanza.
- ... e quanti anni hai ? - domanda carezzandole la pancia nuda.
- Ventuno - risponde altrettanto rapida quanto la mano di lui che si posa sul seno sinistro.
- Sei giovane, figa e fai già la puttanella - afferma prendendo possesso anche dell'altro seno.
- Non sei del posto, vero? - domanda palpando senza sosta iniziando così a farla mugolare.
- N.....no - risponde a fatica mentre le vengono strizzati i capezzoli attraverso il top.
- E... cosa ci fai.... qui ? - domanda accentuando la stretta.
- Ahhh.. sono qui... vengo...ahh.. due mesi l'anno... da sola.... ahhh.... per studiare e andare al mare - risponde tutta d'un fiato
L'uomo finalmente molla la presa dai capezzoli e scendendo con le mani lungo i fianchi, si ferma poco sopra gli shorts.
- E....e perché......fai la troietta con gli sconosciuti? Hai così tanta voglia di cazzo? - domanda aprendole il bottoncino ed abbassando la zip posta sul pube depilato.
Nel panico, la ragazza è combattuta tra scappare lontano e attendere cosa quest'uomo le vorrà fare. Basta una piccola strusciata di cosce per farle capire che lì in mezzo è fradicia e carica di voglia. Nella mente, scene di puro terrore si susseguono, ma qualcosa là sotto, quasi come ricevesse una supplica le fa trovare la volontà di non fuggire.
- Per me è la prima volta che mi lascio avvicinare da uno sconosciuto. - risponde cercando di calmarsi, mentre le mani di lui sono nuovamente ferme sui fianchi.
- Allora è per questo che hai la pelle d'oca e tremi - afferma muovendosi lentamente con le mani su e giù.
- Hai paura? - domanda ancora
- Si - risponde muovendo ripetutamente il capo e lasciando che le mani di lui continuino l'opera.
- Ma se hai paura, perché non scappi urlando? - domanda spostandosi rapidamente a palpare il culo da sopra gli shorts che iniziano a scivolare verso il basso.
- Non lo so - risponde sentendo quello straccetto scendere sempre di più.
- Tutte le volte che ci vediamo mi fai venire il cazzo duro. Non hai idea di quante seghe mi sono dovuto fare per colpa tua - risponde infilandosi all'interno per prendere possesso delle chiappe nude con entrambe le mani.
Dopo quel cambio brusco, Giulia si sente ben presto più nuda del previsto.
L'uomo ridacchia e senza smettere di palparla si avvicina con il viso al pube ormai nudo in quanto quel minuscolo indumento è caduto alle caviglie.
- Peccato sia ormai buio, mi sarebbe piaciuto vedere quanto sbrodola la tua passera. - fatta una breve pausa in cui le assesta uno sculaccione, si avvicina ancora di più con il viso e la annusa respirando a pieni polmoni.
- Sai di vacca pronta ad essere montata. - afferma sculacciandola ripetutamente su entrambe le chiappe prima di alzarsi in piedi ponendosi di fronte a lei.
- Hai il ragazzo? - domanda stringendole il mento con una mano.
- No - riesce a rispondere a fatica, con il cuore che batte a mille ed il fiato corto.
- Da quanto tempo è che non scopi ? - domanda avvicinandosi con il volto al suo.
- Da tanto - risponde tremando mentre sente la mano libera dell'uomo raggiungere nuovamente il culo.
- E da quanto tempo invece non ti masturbi? - domanda ridacchiando senza smettere di palparla.
- Qualche sera fa - risponde con grande imbarazzo.
- Ah si? E a cosa pensavi ? - domanda assestandole uno sculaccione notevolmente forte.
- Ahhh... a.. pensavo... pensavo a queste cose che mi fai ... - risponde singhiozzante, quasi sul punto di piangere per lo sculaccione e totalmente sconvolta dall'eccitazione che le ha provocato dire questa frase.
- Quindi hai paura di me... però la sera ti sgrilletti pensando a quello che ti faccio - riassume ridendo e sculacciandola nuovamente.
A tale affermazione, quando riceve l'ennesimo sculaccione, dalla bocca di Giulia esce uno strano, lungo e tremante lamento.
- Adesso ti metti a fare versi da cagna in calore? - domanda quando ormai il vicolo è talmente buio da riconoscere solo più la sagoma di chi ha di fronte.
- Ma io.. - tenta di rispondere quando viene prontamente zittita da un ennesimo ordine.
- Vestiti ed entra in auto - detto questo si stacca da lei aspettando che si rivesta.
- Bene ora possiamo andare - afferma mentre la ragazza si sta ancora allacciando gli shorts.
L'allarme dell'auto viene disabilitato, i due entrano rapidamente nell'abitacolo ed una volta chiuse le portiere, l'auto parte.
Durante il tragitto, i due sembrano tranquillizzarsi e dopo qualche minuto di silenzio, l'uomo torna a fare domande.
- Adesso ho voglia di sapere tante cose di te. – Afferma ridacchiando prima di proseguire
- Quindi in questa casa dove ti porto, sei tutta sola ? - domanda senza togliere gli occhi dalla strada.
- Si. Ma tra un mese e mezzo torno a casa. - risponde con tranquillità, quasi stesse discutendo con un semplice amico.
- Cosa fai quando arrivi a casa ? - domanda con tono curioso.
- Faccio sempre la doccia visto che vado al mare, poi ceno e poi dopo aver guardato un po’ di televisione in salotto me ne vado a dormire. - risponde stupendosi quasi di come descrive tutto nel dettaglio.
- Mi hai detto che studi. Ma se sei sempre in giro, come fai ? - domanda dubbioso staccando di tanto in tanto gli occhi dalla strada per sbirciare come al solito le tette o le cosce.
- Studio nei weekend e quando fa tempo brutto. Basta questo, tanto mi sono già portata avanti - risponde sicura di sé.
- Hmmmm.. e quando sei in casa.....di solito come ti vesti? - domanda ridacchiando fissandola con sguardo da vero pervertito.
- Ecco beh... dipende - risponde con imbarazzo non sapendo cosa dire.
- Dimmi la verità - ordina secco.
- Non... non mi vesto - risponde quasi sottovoce diventando rossa in volto.
- Quindi in casa sei sempre tutta nuda? - domanda con stupore.
- Si .... - risponde sottovoce affondando nel sedile per l'imbarazzo.
- Che troietta - afferma ridendo prima di iniziare a diminuire la velocità.
- Scendi. A domani - ordina giunti di fronte casa.
Scesa dall'auto e richiusa la portiera, fa appena in tempo ad accennare un saluto con la mano che l'uomo è già ripartito.
Senza muoversi di un solo passo, guardando l'auto allontanarsi da lei, con la stessa mano ora si infila negli shorts e raggiunta la passera, si rende conto di grondare umori.
Entra in casa quasi di corsa ed appena chiude la porta dietro di sé, si appoggia ad essa mentre si spoglia con gli occhi chiusi ed il fiato corto e poi, dopo esser scivolata in terra con le cosce spalancate, la sua mano raggiunge la passera. Le dita si infilano all'interno, prima una, poi due, poi addirittura tre ed in breve, un frenetico ditalino la fa quasi urlare, sfogando così tutta la sua voglia sul freddo pavimento.
Ancora scossa e priva di forze, si addormenta così e solo dopo diverse ore, ripresi i sensi , si alza, si lava molto lentamente, mangia svogliatamente poche cose e poi si butta nel letto addormentandosi come un sasso.
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