Inferno o paradiso Ottavo episodio
di
Davide Sebastiani
genere
dominazione
La commissaria si congedò dalla sua amica e uscì dalla stanza mentre
Filippo si chiedeva cosa avessero le due donne da confabulare tanto. Era ovvio
che stessero parlando di lui ma non era riuscito a comprendere molto. Quando
qualcuna di quelle amazzoni si rivolgeva a lui scandendo bene le parole, non
aveva difficoltà a capire, ma se parlavano tra di loro in modo veloce non
riusciva più a capire la maggior parte dei concetti esposti. Per di più,
stavolta le due donne avevano parlato anche a voce bassa e questo aveva reso
impossibile per lui captare qualcosa di quel discorso. In ogni caso aspettò
pazientemente che Marzia facesse ritorno pensando per tutto il tempo a come
uscire fuori da quella situazione. Non vedeva però via d'uscita. Da qualche
parte ci doveva pure essere una porta d'accesso, una porta dimensionale o
comunque diavolo si potesse chiamare quella cosa che poteva farlo tornare sano
e salvo a casa sua. Ma in che modo avrebbe dovuto cercarla? Non era uno
scienziato e non aveva la più pallida idea di come fosse giunto in quel
posto, figuriamoci se sapeva come andarsene. Pensò ai suoi genitori, a sua
fratello, agli amici, e gli venne un groppo alla gola. Non li avrebbe più
rivisti e soprattutto loro non avrebbero mai saputo che fine lui avesse fatto.
Il tempo passò lento con i pensieri di Filippo che andavano inevitabilmente
sulla situazione che stava vivendo, quando finalmente la poliziotta si
presentò nuovamente nella stanza con le braccia piene di sacchetti
“ Ho faticato a trovare qualcosa della tua taglia, sei così alto” esordì
Marzia porgendo uno dei pacchi al ragazzo “Ecco, indossa questo. E poi
tagliati la barba per bene” concluse dandogli un'altra busta contenente il
necessario per radersi e per lavarsi i denti indicandogli la porta che era
rimasta chiusa e uscendo pudicamente dalla stanza. Filippo rimase da solo.
Provò ad alzarsi e notò immediatamente come il ginocchio gli desse solo un
leggero fastidio ma che riusciva a camminare abbastanza bene, poi si diresse
verso la porta indicatagli da Marzia e trovò effettivamente il bagno. Almeno
quello era apparentemente normale e lo usò per radersi e per lavarsi, quindi
ritornò dove c'era il letto ed aprì la busta che conteneva gli abiti
traendone fuori delle cose strane che il ragazzo fece fatica ad immaginarsi
addosso a lui. L'intimo era un perizoma maschile che indossò sorridendo e che
copriva ben poco delle sue parti intime, ma i pantaloni erano di una fibra
elastica che lo fasciavano in modo per lui disgustoso e la camicia era della
stesso tessuto e colore, un grigio perla chiarissimo. Sopra alla camicia
Marzia gli aveva comprato una giacca che però gli stava un po' corta di
maniche ma che aveva almeno un senso logico. Infine un cappotto lungo di color
antracite che era la cosa più normale tra quelle indossate e degli orrendi
stivali con un tacco piuttosto considerevole. Andò davanti allo specchio
rimanendo di sasso. Ma che schifo di moda c'era in quel posto, lui che era da
sempre abituato a vestire in jeans e scarpe da tennis. Chissà come avrebbero
riso i suoi amici vedendolo vestito in quella maniera. Marzia e Flavia però
non erano di questo parere ed appena entrarono rimasero a bocca aperta
“ Sei incantevole” gli disse la poliziotta avvicinandosi a lui e
sistemandogli il collo della camicia.
“ Io mi trovo ridicolo invece” rispose Filippo
“ Non sono di tuo gusto? Eppure sono vestiti di gran moda tra i giovani”
“ Non lo metto in dubbio. Ma la mia concezione di moda è diversa da questa.
Comunque la ringrazio per avermi comprato tutte queste cose”
“ Non devi ringraziarmi” tagliò corto la commissaria” ho preso l'impegno di
prendermi cura di te e lo sto facendo. E poi mi ha fatto piacere. Ora andiamo
però perché devo accompagnarti a casa mia e poi tornare in ufficio a
lavorare e abito piuttosto lontano”
Filippo si diede un’altra occhiata disgustata allo specchio. Avrebbe voluto spaccarlo dalla rabbia per ciò che vedeva ma soprattutto per la sua assurda situazione ma poi guardò le due altissime donne e si calmò. Ancora non poteva prevedere le loro reazioni e un senso di impotenza lo pervase. Si avvicinò a Marzia con la testa china e la commissaria lo accarezzò teneramente
“ Vedrai che tutto si sistemerà. Non devi preoccuparti di nulla” La dottoressa Flavia rincarò la dose
“ Vai tranquillo, sei in buone mani” Filippo sorrise. Era assolutamente pazzesco quello che gli stava accadendo e se non fosse stato così preoccupato per i suoi cari in pensiero per lui, avrebbe goduto ogni istante di quello che stava vivendo, delle attenzioni e delle lusinghe che quelle donne straordinarie gli facevano. Alzò la testa per guardare la bella commissaria e poi attese che la donna gli dicesse cosa fare. Tutto sommato, non sembrava essere sgradevole dipendere da una donna del genere.
Per commenti, scrivete a
davidmuscolo@tiscali.it
Filippo si chiedeva cosa avessero le due donne da confabulare tanto. Era ovvio
che stessero parlando di lui ma non era riuscito a comprendere molto. Quando
qualcuna di quelle amazzoni si rivolgeva a lui scandendo bene le parole, non
aveva difficoltà a capire, ma se parlavano tra di loro in modo veloce non
riusciva più a capire la maggior parte dei concetti esposti. Per di più,
stavolta le due donne avevano parlato anche a voce bassa e questo aveva reso
impossibile per lui captare qualcosa di quel discorso. In ogni caso aspettò
pazientemente che Marzia facesse ritorno pensando per tutto il tempo a come
uscire fuori da quella situazione. Non vedeva però via d'uscita. Da qualche
parte ci doveva pure essere una porta d'accesso, una porta dimensionale o
comunque diavolo si potesse chiamare quella cosa che poteva farlo tornare sano
e salvo a casa sua. Ma in che modo avrebbe dovuto cercarla? Non era uno
scienziato e non aveva la più pallida idea di come fosse giunto in quel
posto, figuriamoci se sapeva come andarsene. Pensò ai suoi genitori, a sua
fratello, agli amici, e gli venne un groppo alla gola. Non li avrebbe più
rivisti e soprattutto loro non avrebbero mai saputo che fine lui avesse fatto.
Il tempo passò lento con i pensieri di Filippo che andavano inevitabilmente
sulla situazione che stava vivendo, quando finalmente la poliziotta si
presentò nuovamente nella stanza con le braccia piene di sacchetti
“ Ho faticato a trovare qualcosa della tua taglia, sei così alto” esordì
Marzia porgendo uno dei pacchi al ragazzo “Ecco, indossa questo. E poi
tagliati la barba per bene” concluse dandogli un'altra busta contenente il
necessario per radersi e per lavarsi i denti indicandogli la porta che era
rimasta chiusa e uscendo pudicamente dalla stanza. Filippo rimase da solo.
Provò ad alzarsi e notò immediatamente come il ginocchio gli desse solo un
leggero fastidio ma che riusciva a camminare abbastanza bene, poi si diresse
verso la porta indicatagli da Marzia e trovò effettivamente il bagno. Almeno
quello era apparentemente normale e lo usò per radersi e per lavarsi, quindi
ritornò dove c'era il letto ed aprì la busta che conteneva gli abiti
traendone fuori delle cose strane che il ragazzo fece fatica ad immaginarsi
addosso a lui. L'intimo era un perizoma maschile che indossò sorridendo e che
copriva ben poco delle sue parti intime, ma i pantaloni erano di una fibra
elastica che lo fasciavano in modo per lui disgustoso e la camicia era della
stesso tessuto e colore, un grigio perla chiarissimo. Sopra alla camicia
Marzia gli aveva comprato una giacca che però gli stava un po' corta di
maniche ma che aveva almeno un senso logico. Infine un cappotto lungo di color
antracite che era la cosa più normale tra quelle indossate e degli orrendi
stivali con un tacco piuttosto considerevole. Andò davanti allo specchio
rimanendo di sasso. Ma che schifo di moda c'era in quel posto, lui che era da
sempre abituato a vestire in jeans e scarpe da tennis. Chissà come avrebbero
riso i suoi amici vedendolo vestito in quella maniera. Marzia e Flavia però
non erano di questo parere ed appena entrarono rimasero a bocca aperta
“ Sei incantevole” gli disse la poliziotta avvicinandosi a lui e
sistemandogli il collo della camicia.
“ Io mi trovo ridicolo invece” rispose Filippo
“ Non sono di tuo gusto? Eppure sono vestiti di gran moda tra i giovani”
“ Non lo metto in dubbio. Ma la mia concezione di moda è diversa da questa.
Comunque la ringrazio per avermi comprato tutte queste cose”
“ Non devi ringraziarmi” tagliò corto la commissaria” ho preso l'impegno di
prendermi cura di te e lo sto facendo. E poi mi ha fatto piacere. Ora andiamo
però perché devo accompagnarti a casa mia e poi tornare in ufficio a
lavorare e abito piuttosto lontano”
Filippo si diede un’altra occhiata disgustata allo specchio. Avrebbe voluto spaccarlo dalla rabbia per ciò che vedeva ma soprattutto per la sua assurda situazione ma poi guardò le due altissime donne e si calmò. Ancora non poteva prevedere le loro reazioni e un senso di impotenza lo pervase. Si avvicinò a Marzia con la testa china e la commissaria lo accarezzò teneramente
“ Vedrai che tutto si sistemerà. Non devi preoccuparti di nulla” La dottoressa Flavia rincarò la dose
“ Vai tranquillo, sei in buone mani” Filippo sorrise. Era assolutamente pazzesco quello che gli stava accadendo e se non fosse stato così preoccupato per i suoi cari in pensiero per lui, avrebbe goduto ogni istante di quello che stava vivendo, delle attenzioni e delle lusinghe che quelle donne straordinarie gli facevano. Alzò la testa per guardare la bella commissaria e poi attese che la donna gli dicesse cosa fare. Tutto sommato, non sembrava essere sgradevole dipendere da una donna del genere.
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