Galeotta fu la crociera

di
genere
tradimenti

Era fine agosto; io e mio marito ci stavamo godendo una meritata, piacevole vacanza in una crociera all-inclusive di una settimana, e il clima era fantastico. Era ormai il quarto giorno del nostro viaggio nel Mediterraneo, e nonostante fosse ormai tarda notte ero lì nel letto della nostra cabina, ad occhi aperti, senza riuscire a riaddormentarmi. Così, poiché mi stavo annoiando a rimanere lì senza far niente, decisi di uscire dalla cabina e fare due passi sul ponte. Indossai un pareo, senza nient'altro sotto; la sensazione della stoffa sottile, semitrasparente, che si posava sulla mia pelle nuda, increspandosi e carezzando le mie morbide curve, era deliziosa. Non mi preoccupai troppo di non avere un costume da bagno o altri indumenti sotto il pareo, dato che era ancora molto presto, circa le quattro di mattina, e fuori il sole non era ancora sorto, per cui non si sarebbe notato nulla in trasparenza, e comunque non avevo intenzione di restare fuori per troppo tempo.
Prima di uscire mi osservai, illuminata da una tenue luce esterna, nello specchio a figura intera della cabina, facendo scorrere le dita sul mio corpo, prosperoso e direi molto ben messo nonostante la mia ormai non più verde età. Diedi una rapida occhiata a mio marito, che si stava rigirando nel letto bofonchiando nel sonno, quindi raggiunsi la porta e uscii.

Mi recai sul ponte della nave. Mentre passeggiavo tra le pedane deserte, pensai che probabilmente una nuotata mi avrebbe aiutata a prendere sonno. Così mi diressi verso le piscine; essendo molto presto, e non essendo ancora spuntata l'alba, l'area era deserta e completamente immersa nei dolci colori del cielo che iniziava a rischiararsi. Inspirando profondamente e godendomi quella sensazione, mi immersi nell'acqua con tutto il pareo, rilassandomi ed isolandomi per qualche minuto in un piccolo mondo tutto mio. Dopodiché, già più rilassata, pensai di fare anche un giro nella spa.
Raggiunsi la zona dell'idromassaggio, e lì, poiché il mio pareo era ormai già bagnato, mi immersi in una delle vasche senza togliermelo di dosso. Appoggiata al bordo della vasca, chiusi gli occhi e mi godetti ancora una volta l'ambiente tranquillo e silenzioso, mentre l'acqua calda mi carezzava il corpo. Ero completamente tranquilla, persa in quel luogo pacifico e silenzioso.
Dovetti essermi abbioccata, quando a un certo punto sentii qualcosa scorrermi lungo il braccio. Era chiaramente il tocco gentile di una mano.
"Sono così felice che anche tu sia qui!" dissi ridendo, con gli occhi ancora chiusi, pensando che mio marito mi avesse seguita. Seguì un lungo momento di silenzio, quindi proseguii: "Che ne dici, ti andrebbe di scoparmi qui nell'idromassaggio?" chiesi, sempre sorridendo.
Dopo una nuova, prolungata pausa di silenzio, ebbi finalmente la mia risposta.
"Sì, mi piacerebbe molto…!".
Quella però non era la voce di mio marito!

Immediatamente aprii gli occhi, e con sorpresa vidi uno sconosciuto, alto e ben piazzato, che sedeva vicino a me nella vasca, sorridendo! Era completamente nudo, e guardando verso il basso non potei non notare il cazzo più lungo e grosso che avessi mai visto. Ci fissavamo, ma nessuno dei due parlava. Ero paralizzata, combattuta tra la voglia di scappare e l'estrema eccitazione che mi tratteneva lì accanto a lui… quando a un tratto lui mi prese per mano e, tirandomi fuori dall'idromassaggio, mi condusse nuovamente alle piscine. Dato che mi sembrava inoffensivo (e del resto, se avesse voluto violentarmi, lo avrebbe già fatto mentre ero ad occhi chiusi nella vasca), ho voluto fidarmi di lui… continuai a seguirlo, camminando insieme a lui, mano nella mano, finché giungemmo alla piscina dei bambini. Lì mi lasciò la mano, mi prese il viso tra le mani e mi baciò. Era una sensazione meravigliosa… mentre spingeva la sua lingua in modo seducente nella mia bocca, fino ad arrivarmi quasi in gola, accarezzava il mio corpo nudo attraverso il mio indumento bagnato. Mi sentivo stranamente, selvaggiamente eccitata, sentivo la mia figa contrarsi e inumidirsi tra spasmi di eccitazione. Sempre in silenzio, lui mi guardava da su in giù e viceversa, i suoi occhi vagavano sul mio corpo coperto solo da un pareo reso trasparente e aderente dall'acqua, denudandomi con lo sguardo.
I miei capezzoli, ormai durissimi, spiccavano contro il tessuto velato del pareo. I suoi occhi, attenti e famelici, non se li lasciarono sfuggire, e rimasero lì ad ammirarli per un po', prima che lui si chinasse a slacciare il nodo che teneva su il mio unico capo di vestiario, e cominciasse a scollarlo via dal mio corpo, rivelando per prima cosa i miei enormi seni, dorati dall'esposizione al sole. I miei grossi capezzoli rosa spiccavano come ciliegie davanti ai suoi occhi. Il pareo, gradatamente separato dal mio corpo come se fosse un'etichetta adesiva, continuava a cascare verso il basso, finendo a terra e lasciando la mia completa nudità in piena visuale, nella luce soffusa dell'alba. Il cuore mi batteva forte… di più, mi martellava nel petto mentre lo guardavo osservarmi con ammirazione, e le sue mani si posavano sulle mie tette, accarezzando la mia pelle morbida e umida e provocandomi un formicolìo lungo la schiena. Le sue mani si spostarono lungo il mio corpo umido, e ora gravitavano lente e metodiche sopra e attorno alle mie natiche, mentre lui, sospirando profondamente, tormentava dolcemente il mio viso e il mio collo, baciando, leccando e mordicchiando, così provocando altri brividi nella mia schiena tremolante per l'eccitazione.

Rimasi così, stranamente immobile, desiderosa e in attesa di qualsiasi sua iniziativa, mentre i suoi polpastrelli viaggiavano lungo le curve dei miei fianchi fino a raggiungere il mio pube liscio e rasato, trovando presto le labbra della vagina gonfie e sensibili. Trovandola umida, lui mi sorrise e fece scivolare due dita all'interno. I miei occhi si chiusero e la mia bocca si aprì, mentre ansimavo per respirare. Roteando i miei fianchi a ritmo costante, alla fine gli afferrai il polso con le mani e lo tenni lì fermo, aggrappandomi a lui mentre fui colta di sorpresa da un orgasmo improvviso, e mentre lui continuava a giocare con il mio piccolo, stretto bocciolo rosa, la mia eccitazione aumentava sempre di più, facendomi venire ancora e ancora.
Con pensieri di sesso illecito in mente, mi inginocchiai davanti a lui ed afferrai la sua grossa mazza, guidandola tra le mie labbra, mentre gli tendevo avanti e indietro la sensibile pelle elastica dell'asta, dura come un piolo di legno. Mi sentivo sempre più sicura, sempre più determinata, le farfalle della paura e dell'eccitazione si acquietavano piano nel mio stomaco. Vincendo un ultimo brivido, chiusi gli occhi e tutti gli altri pensieri abbandonarono la mia mente. Avvolsi le mie dita intorno a quella enorme erezione; tutto ciò che contava per me a quel punto era quel grosso tarello pulsante, mentre continuavo a infilare in bocca quelli che dovevano essere ben più di venti centimetri, e belli grossi, di delizioso cazzone duro di uno sconosciuto.
Alternavo i miei movimenti tra il succhiargli l'uccellone con infinita, delicata passione, inglobando quanto più potevo del suo sesso, e il leccare la sua intera lunghezza su e giù, ancora e ancora, godendo del potere che avevo su di lui.

All'improvviso lui mi mise una mano sulla nuca, tirandomi più vicino e tenendomi ferma contro di lui… stava sborrando! Sentii il suo corpo tendersi e la sua calda mazza di carne sobbalzare nella mia gola, prima di sentire il sapore del suo sperma caldo in bocca.
Cercando il più possibile di ignorare il fatto che ero in apnea, in quanto il suo enorme coso pulsante mi rendeva difficile respirare, mi misi a giocare con le sue palle, tastandogliele e strizzandogliele con delicatezza mentre lui me le svuotava in gola; quindi con le mani afferrai le sue chiappe sode, tirandole a me e costringendolo a rimanere saldato col suo pube alla mia bocca, mentre ascoltavo il suo respiro pesante nel silenzio del primo mattino. Quando alla fine sentii il suo orgasmo calmarsi, gli estrassi l'uccellone dalla mia bocca, riprendendo finalmente fiato, impugnandolo e leccandogli via le perle di sperma ancora rimaste, prima che le sue labbra trovassero ancora una volta le mie.
Mi ha risollevata in piedi e mi ha baciata, senza paura, le nostre labbra appiccicate le une alle altre, i nostri corpi incollati insieme come un tutt'uno.

Dopo non molto lo desiderai di nuovo, in un avido desiderio del suo corpo e soprattutto del suo enorme cazzo. Lo tirai a me, e lui, capendo cosa volevo, poggiò la sua mano sul mio seno e poi da lì la fece scendere verso il basso, sulla mia zona pubica… lì lo sentii muovere le sue dita contro la mia fessura pulsante, per poi spingerle dentro la mia figa, ormai dolente per il desiderio.
Uscimmo dalla piscina e ci sdraiammo sul bordo. Mi avvicinai al suo enorme arnese e strofinai il denso liquido prostatico, che trasudava copioso dal buco della sua grossa cappella, lungo tutta la sua mazza, massaggiandogliela sensualmente mentre la sentivo riprendere vigore sotto la presa della mia mano. Dopo un po' lui si sollevò e si piazzò sopra di me, mentre ancora giocava con le mie enormi tette e i miei capezzoli turgidi. Osservando la sua espressione lussuriosa mi dimenai sotto di lui, tentando di sfuggirgli ma senza troppa convinzione. Lui allora sorrise e mi bloccò con decisione, con facilità, premendo il suo corpo contro il mio sul pavimento della piscina, e le sue labbra calde contro le mie. Allora mi sono abbandonata a lui, completamente, in attesa di qualunque cosa volesse farmi.
Avvolsi le mie gambe attorno alle sue cosce, contorcendomi sotto di lui mentre ci muovevamo insieme. Il suo enorme arnese era intrappolato tra i nostri corpi frementi, e lui cominciò a strofinarlo sul mio addome muovendo il bacino come se mi stesse scopando, spingendolo contro la mia fessurina e strusciandolo sopra di essa, stuzzicandomi il clitoride e le labbra vaginali fino a farmi impazzire. Ero così eccitata che gemevo in attesa di quello che sarebbe venuto dopo. La mia testa ondeggiava da un lato all'altro, mentre le sue mani scivolavano tra i nostri corpi e raggiungevano le mie tettone, abbrancandole, stringendole e usandole come punto di appoggio, mentre le labbra della mia figa venivano pian piano allargate dal movimento alternato di tutta la lunghezza del suo enorme cazzo. I miei gemiti si trasformarono in gridolini di piacere involontario, che riecheggiarono lungo la piscina vuota mentre lui continuava a strofinarsi avanti e indietro contro il buco umido della mia figa che pulsava selvaggiamente, inviando scosse di piacere dal clitoride lungo tutto il mio corpo.
Inconsciamente mi stavo dimenticando di mio marito che stava dormendo nella nostra cabina, non molto lontana dal ponte piscine, con la porta-finestra aperta da cui avrebbe potuto sentirmi gemere, quasi urlare, mentre ero impegnata in quell'illecita attività sessuale con un altro uomo mai visto prima di allora. Per fortuna era mattina presto e lui è un tipo piuttosto pigro, quindi le possibilità che ciò potesse effettivamente succedere erano poche… ma comunque il brivido di essere vista o sentita da lui mentre facevo sesso con uno sconosciuto era travolgente.

Con la mente persa in pensieri lussuriosi, mi strinsi abbracciandomi a lui, annodando le mie gambe dietro la sua schiena e impigliando le mie dita nei suoi folti capelli castani mentre lo baciavo con foga e con passione. Ma presto dovetti lasciarlo andare e interrompere il bacio per prendere una boccata d'aria, travolta da un potente, squassante piacere che mi mi stava devastando il corpo… tremavo e gemevo, forte come non avevo mai provato prima! E non ero nemmeno stata penetrata! Il mio corpo si dimenava e si contorceva per i potenti brividi, mentre la luce del giorno cominciava a illuminare i nostri corpi nudi, lì a bordo piscina… di tanto in tanto lui mi baciava, e io mi stringevo ancora di più, accoccolandomi nel mio abbraccio mentre continuavo a godere, e mi ritrovai a desiderare che quel momento continuasse per sempre. Ma naturalmente non poteva essere così, volevo di più.
Ma lui, evidentemente, non aveva intenzione di smettere di tomentarmi con le sue tentazioni erotiche.

La luce dell'aurora stava ormai sempre più rischiarando l'aria, rendendo la nostra situazione sempre più a rischio, quando lui, sollevatosi da me, mi mise a quattro zampe e mi spinse da dietro sulla schiena, premendomi di petto contro il pavimento della piscina, in modo che le mie natiche svettassero verso l'alto. Il suo dito indice tracciò delicatamente la curva della mia schiena inarcata, scomparendo lentamente nel solco tra le mie chiappe sode, dove lo fece scorrere per un po', dolcemente, avanti e indietro. Quindi il suo polpastrello trovò il mio buchetto stretto, reso umido dai miei succhi viscosi che, colati tra le mie natiche, lo avevano lubrificato. Con la schiena incurvata all'indietro, e le tettone pressate contro il suolo, mi sentivo avvampare dal desiderio mentre lui spingeva il suo dito, un po' alla volta, sempre più a fondo nell'anello stretto del mio ano. Poi lo tolse e tra le chiappe adagiò il suo grosso cazzo, che, sempre grazie agli abbondanti succhi sbrodolati in precedenza dalla mia figa, scivolò tra di esse facilmente. L'eccitazione sessuale, a quel punto, mi stava travolgendo come un fiume in piena… cominciai a dimenarmi come una cavalla alla monta, mentre il suo enorme cazzo sfregava contro il mio buco del culo e la pelle delle natiche attorno ad esso, arrossandola e rendendola molto sensibile. Mentre mi teneva per i fianchi, con le sue palle che sbattevano contro la mia figa, lo sconosciuto alle mie spalle si muoveva lentamente e sensualmente, facendomi quasi gridare per tutto il tempo mentre pompava il suo randello nel solco tra le mie chiappe premute attorno ad esso, una spinta dopo l'altra dopo l'altra. Mentre i nostri corpi dondolavano avanti e indietro, impegnati in quella specie di spagnola fatta col culo, mi sono sentita travolgere con forza ancora una volta da un orgasmo che mi provocò brividi e tremori in tutto il corpo.

La luce cominciava a riempire il cielo, ed entrambi ci rendemmo conto che era meglio togliere il disturbo prima che qualcuno più mattiniero degli altri potesse sorprenderci lì nudi a fare sesso. Raccolsi il mio pareo fradicio dal bordo della piscina e me lo rimisi addosso, con lui che mi aiutò a infilarmici dentro. Ci baciammo di nuovo e ci allontanammo… il tutto senza dire una parola.
Rientrata nella mia cabina, mi scollai di dosso il vestito fradicio e, abbandonatolo ai piedi del letto, strisciai di nuovo accanto a mio marito, che ancora dormiva beatamente. Mi riaddormentai tenendolo tra le mie braccia.

Mi risvegliai diverse ore più tardi, col sole che filtrava attraverso il balconcino, dolcemente avvolta dalle braccia del mio legittimo consorte, sentendo le sue dita che mi accarezzavano il corpo. Stringendomi a sé, mi sussurrava quanto mi amasse e quanto fosse entusiasta di trascorrere questo periodo di vacanza insieme. Trovavo le sue carezze sulla mia pelle incredibilmente stimolanti, forse anche per via dello stato di estrema eccitazione in cui ancora mi trovavo dopo la mia infernale sessione erotica di quel primo mattino, e mentre lui mi scopava, e sentivo il suo meraviglioso, familiare cazzo dentro di me darmi finalmente piacere, pensai tra me e me a quel giovane sconosciuto che mi aveva stuzzicata da morire. Il ragazzo doveva essere davvero molto orgoglioso di se stesso, visto che era riuscito a farmi venire così intensamente, e così tante volte, nonostante non ci fosse stata alcuna penetrazione tra di noi!
Quando io e mio marito scendemmo a fare colazione, stavo ancora pensando a che stallone potesse mai essere tra le lenzuola, e a come avrei potuto fare ad avere una nuova sessione di sesso con lui, questa volta, chissà, magari senza limitarci alle stimolazioni…! Cattivissima io… ihihihih…!

*** *** ***

Quel pomeriggio stesso, avevo appena finito di fare una doccia e stavo guardando fuori dalla finestra della mia cabina, avvolta solo in un asciugamano, quando sentii la porta della nostra cabina aprirsi e poi chiudersi alle mie spalle. Sapevo che mio marito era uscito circa 15 minuti prima, forse era sceso a fare una passeggiata sul ponte, o magari un po' di esercizio nella palestra della nave, non so… comunque i suoi passi, che sentivo sempre più vicini a me, mi confermavano che il mio uomo era tornato in cabina. Magari aveva dimenticato qualcosa, chissà. Decisi di tentarlo un po', così feci scorrere giocosamente la mano sul mio seno sinistro, stingendolo delicatamente con intento invitante, mentre continuavo a guardare la vastità del mare fuori dal balconcino. Non sentendo più l'aria fresca del ventilatore alle mie spalle, dedussi che fosse subito dietro di me. Lo sentivo vicino, poi un bacio sul collo e un braccio che mi avvolgeva la vita e si posava sul mio ventre. La cosa mi eccitò all'istante. Sorrisi e mi diressi verso il letto, con lui appiccicato alla mia schiena, sempre abbracciato alla mia vita.
"Vieni qui, amore…" gli ho detto.
Una volta raggiunto il letto, ci siamo sdraiati, l'una accanto all'altro, lui sempre alle mie spalle. Lo sentii raggiungere delicatamente con la bocca la mia spalla e baciarmela, poi risalì pian piano verso il collo, le orecchie, le guance, e percorrendo il profilo del mento mi raggiunse la bocca, mentre intanto, con le mani, mi apriva l'asciugamano, che scivolò via dal mio corpo nudo finendo ai piedi del letto. Mi carezzava, dolcemente e sempre più audacemente, avvolgendo le sue mani attorno alla mia vita. Ero impressionata, mi stava facendo eccitare in maniera così rapida, immediata, come non aveva mai fatto! Lo sentii chinarsi ulteriormente verso di me, e tutta eccitata chiusi gli occhi e girai la testa all'indietro per incollare le mie labbra alle sue. Gli feci scorrere la mia mano sulla guancia e poi sulla testa, raggiungendo la sua nuca e tirandolo leggermente verso di me. Ci siamo baciati, con dolcezza infinita.
Tutto quel toccarci e volerci mi aveva fatto indurire i capezzoli… e dopo pochi istanti, come se mi avesse letto nel pensiero, una sua mano aveva raggiunto le mie tette e aveva cominciato a stuzzicarmele, una dopo l'altra, mentre l'altra mano indugiava sul mio ventre ormai palpitante di piacere. Emisi un gemito di puro godimento, interrompendo il nostro bacio ma godendo della sensazione della barba del suo viso contro la mia guancia. Continuavo a tenere gli occhi chiusi per amplificare le diverse, incredibili sensazioni che provavo intorno a me.

Poi la sua mano scivolò più in basso, raggiungendo l'interno delle mie cosce, e le mie gambe si richiusero quasi istintivamente.
Mi ci volle un attimo per realizzare ciò che avevo appena fatto, quasi che stessi negando al mio maritino di toccarmi tra le gambe. Mi sentii in colpa, dovevo scusarmi con lui.
"Oh, amore mio, mi dispiace…" dissi mentre aprivo lentamente gli occhi, "…io non… aaaaahhh!!".

Rivolto lo sguardo verso di lui, mi resi conto di aver appena condiviso uno dei momenti probabilmente più intimi e pieni di passione della mia vita non con mio marito, ma con un altro uomo… era lo sconosciuto di quella mattina presto! Ma come diavolo aveva fatto a trovarmi, a scoprire quale fosse la mia cabina… e soprattutto, come diavolo aveva fatto ad entrare?! In quel preciso momento, però, i miei pensieri erano altri! Ero spaventata, mi sentivo quasi violata nella mia riservatezza.
Mi alzai rapidamente per prendere qualcosa con cui ricoprirmi, ma mentre lo stavo facendo lui mi avvolse un braccio attorno alla vita e mi strinse nuovamente a sé. Ancora in preda alle sensazioni di piacere di poco prima, non riuscivo a lottare contro di lui. «Non è giusto, dannazione, prendermi così di sorpresa mentre stavo tranquilla e rilassata…», pensavo! Riuscii a voltarmi e a mettere le mani sul suo petto, spingendomi via da lui e riuscendo a crearmi un po' di spazio… ma non abbastanza per riuscire a coprirmi col mio asciugamano.
Lui riuscì ad afferrarmi meglio e a tenermi stretta abbracciata a lui… ammetto che imtimamente quell'abbraccio in cui mi stava avviluppando mi piaceva, ma la mia vera preoccupazione era per il fatto che il mio legittimo consorte poteva tornare in cabina in qualunque momento, non sapendo io dove fosse andato. Lui prese a strofinare la sua guancia sulla mia, carezzandomela con la sua barbetta curata, così simile a quella di mio marito e che mi aveva tratta in inganno… poi mi baciò sulla spalla e sul lato del collo. Quando tornò a guardarmi negli occhi, e si chinò a cercare la mia bocca, compresi che la nostra conoscenza intima era a quel punto ormai inevitabile… così cedetti, e lasciai finalmente cadere le mani dal suo petto.

Inclinai leggermente la testa e mi abbandonai, ricambiando il suo bacio. Il suo sapore era così buono, e anche il suo profumo era fantastico. Le nostre bocche unite si cercavano golosamente, le nostre lingue giocavano tra loro appassionatamente, ormai senza più alcun freno. Mi mise le mani sulla schiena e mi strinse più forte a sé, mentre intanto si sbilanciava leggermente all'indietro, verso il letto, trascinandomi con sé. Dovetti appoggiare le mani sul letto, ai lati del suo corpo, per evitare di franargli addosso con tutto il peso… ma poi mi sono adagiata su di lui, continuando a baciarlo con gioia.
Ad un tratto lui mi fece rotolare sulla schiena, intensificando ancora i suoi baci. Ci sapeva fare, era un baciatore divino, sapeva lavorarmi proprio bene con la lingua, mentre mi ravanava la bocca e me la spingeva a esplorarmi la gola. Feci scorrere le mie dita tra i suoi capelli castani, mentre me lo divoravo di baci, poi mi ribaltai nuovamente, riportandomi sopra di lui.
"Mmmm… mi piace come mi baci…" mi complimentai con lui, mentre sollevavo leggermente il mio viso e il mio petto dal suo. Lo osservai meglio; visto alla luce del giorno, aveva dei lineamenti del viso molto belli. Per la prima volta notai anche il suo abbigliamento: indossava una maglietta bianca, dei jeans blu molto chiari con degli strappi, e un paio di snickers blu. Un abbinamento che mi piaceva moltissimo.

Lanciandogli un ghigno perfido, mi sollevai di dosso a lui e gli afferrai una gamba, raggiungendo una delle sue scarpe e iniziando a sfilargliela… e mentre lo facevo lui capì e si sfilò via anche l'altra. Ero ansiosa, anzi di più, smaniosa di riprendere da dove ci eravamo interrotti… così, non appena ebbe finito, lo spinsi nuovamente giù sul letto mio e di mio marito, e montai sopra di lui ancora una volta. Poi mi sporsi all'indietro, tirandolo con me in posizione seduta, e gli sfilai la maglietta di dosso.
La luce piena che riempiva l'ambiente della cabina mi permise finalmente di osservare bene il fisico di quello sconosciuto: il suo petto era sodo, con muscoli tonici, come quello di un atleta, i suoi capezzoli perfetti, i suoi addominali ben definiti, i suoi occhi gli occhi azzurri più belli di sempre. Gli diedi un bacio sulle labbra mentre sollevavo il mio bacino dal suo, così da potergli sbottonare e aprire i pantaloni. Timidamente lui fece scorrere le sue mani sui miei fianchi e poi di nuovo giù, appoggiandole sulle mie natiche. Emisi un gemito sommesso, inclinando la testa all'indietro; poi mi misi di nuovo a sedere su di lui, che, sollevandosi, prese il mio seno destro nella sua bocca e iniziò a succhiarlo e a mordicchiarlo dolcemente. Una improvvisa scossa di piacere si impadronì di me… gli misi una mano sulla nuca e lo strinsi dolcemente al mio petto. Lui, di riflesso, portò le sue braccia intorno alla mia schiena e mi strinse in un altro dei suoi abbracci caldi, avvolgenti, che mi facevano impazzire. Sentivo i miei succhi colare dalla mia figa bagnata, e lui deve averli avvertiti sul suo addome e sul suo grembo, sul quale mi ero ormai sistemata bella comoda. Quasi nello stesso momento, lui ha allentato la presa del suo braccio su di me, e portandolo davanti a me, è andato immediatamente ad afferrare con la mano l'altro mio seno, massaggiandolo e tormentandolo piacevolmente.
Ero scioccata; questo ragazzo sembrava capace di leggermi nella mente, di intuire i miei desideri, di capire cosa riuscisse a darmi piacere e quando! Emisi il mio ennesimo gemito rauco di piacere, e cominciai a strusciarmi più forte sul suo bacino… e in quel momento avvertii, attraverso la stoffa dei suoi jeans, il suo grosso randello, ormai irrigidito, pulsare e premere in mezzo alle mie gambe voluttuose, come se cercasse disperatamente di liberarsi per partecipare anche lui al nostro vivace corpo-a-corpo.

In quel momento mi balenò nella mente un pensiero che mi fece sentire frustrata, quasi sconfitta… quel fantastico ragazzo, che avevo incontrato solo poche ore prima, mi aveva stuzzicata e provocata sessualmente sul ponte piscine, all'aperto, facendomi raggiungere parecchi orgasmi senza nemmeno penetrarmi… e anche in quel momento, lì nella cabina mia e di mio marito, era stato in grado di tenermi costantemente sul filo del piacere, facendomi gemere, ansimare, sbrodolare… e io invece non ero riuscita a farlo godere se non una volta sola, e per giunta solo con la mia bocca…?! No, non era giusto… ora volevo sentirlo venire, questo ragazzo, e in una diversa apertura!
Allungai le mani dietro la mia schiena e, afferrati i suoi jeans, glieli tirai giù lungo le gambe, quanto bastava per dare al suo enorme cazzo lo spazio per muoversi liberamente. Come un serpente risvegliatosi da un pisolino, la sua magnifica asta si sollevò dal suo corpo come una molla; la cappella era gonfia, lucida di liquido viscoso e trasparente. Mi sono subito sentita invadere da un desiderio di lussuria… e a quel punto poco mi importava se, nel frattempo, mio marito fosse tornato e mi avesse sorpresa a cavalcare quello sconosciuto nel letto della nostra cabina; la mia ormai era una questione di orgoglio, dovevo farlo godere e lo avrei fatto!

Avvolsi le mie dita intorno al grosso cazzo che pulsava sotto di me, con le sue vene bluastre che gli disegnavano la pelle in rilievo. Il mio pollice e il mio medio non riuscivano a toccarsi, per quanto era grosso. Lo fissavo ipnotizzata… finalmente, in modo chiaro, alla luce del giorno, potevo valutarne meglio la lunghezza… doveva essere più o meno 25 centimetri. Era assolutamente delizioso.

Puntai la sua cappella all'imbocco della mia figa. Emettendo un lungo, continuo gemito di piacere, mi calai piano su di lui… sentivo la mia passerina avvinghiarsi, centimetro dopo centimetro, alla grossa asta che la stava riempiendo… lo sentivo molto più grosso di quanto sembrasse guardandolo da fuori. La sensazione era incredibile.
Ogni agonizzante centimetro che invadeva il mio passaggio umido mi faceva sentire sempre più piena… mi sentivo spaccare in due da quel grosso cazzo.
"Mmmmmhh… oooohhh…" sospirai mentre affondavo sempre più sopra di lui.
Quando sentii la punta della sua enorme mazza raggiungere il fondo, bussando all'ingresso della mia cervice, mi sfuggì un gemito di piacere liquido, dolce, sensuale: non avevo mai provato quella sensazione fino a quel momento, e improvvisamente cominciai a tremare per il piacere. Sentivo, però, che l'enorme tarello del ragazzo non era ancora completamente dentro… allungai la mano tra le mie cosce, e sentii che mancavano ancora diversi centimetri! E io volevo anche quelli! Dimenai i miei fianchi, ondeggiandoli, spingendomi in basso per un paio di volte, pur di prendere dentro tutto il suo membro… e più agitavo i miei fianchi, più sentivo l'orgasmo crescermi dentro e invadermi il corpo, a partire dal mio basso ventre così abbondantemente farcito di uomo.
Dopo alcuni minuti di tutto quel dimenarmi, sentii finalmente le mie labbra bagnate toccare l'inguine di lui. Ce lo avevo tutto dentro. In quel momento quel ragazzo era completamente mio! La sua cappella era letteralmente schiacciata contro la mia cervice, pareva quasi volermela sfondare… e questo ha innescato letteralmente un terremoto nel mio corpo! Ho goduto praticamente urlando, mentre le mie pareti vaginali si contraevano per gli spasmi di piacere, sigillando l'enorme cazzo del mio giovane amante dentro di me.
Era bastata la semplice penetrazione per farmi impazzire in quel modo!
Sono rimasta lì seduta sopra di lui per qualche istante, un po' per riprendermi da quello scioccante orgasmo e un po' per godermi la sensazione di sentirmi ripiena come un tacchino a Natale.

Mi raddrizzai su di lui, gli afferrai i polsi e gli portai le braccia sopra la testa, tenendolo puntellato al letto con le mani sui suoi avambracci, quasi immobilizzandolo… anche se sapevo che era impossibile per me immobilizzare un giovane uomo così possente e dotato. Lui però ha capito, ed ha accettato di buon grado il suo stato di sottomesso, lasciandomi avere il controllo e facendomi sentire la più forte della coppia. Adoro stare sopra… la posizione a cavalcioni è la mia preferita, mi permette di gestire la profondità e il ritmo dell'amplesso come più mi piace. Anche a mio marito piace molto: lui adora guardare le mie tettone che mi ondeggiano pesantemente sul petto mentre sobbalzo su di lui.
"Mmmm… ho proprio bisogno di una bella scopata…", ansimai, guardando il mio sconosciuto amante negli occhi con uno sguardo di voluttuosa determinazione, prima di iniziare a ondeggiare avanti e indietro sul suo pube, in un lento ritmo ondulatorio, col suo enorme cazzo duro ben piantato nella mia fighetta pulsante, strofinando il clitoride sul suo bacino. Lui mi teneva per i fianchi, giù premuta su di sé, per non perdere il contatto tra i nostri sessi completamente uniti tra di loro.

Mentre lo cavalcavo lentamente, volli giocare a stuzzicare ancora di più il mio giovane stallone; guardandolo negli occhi, cominciai a palparmi i seni e a strizzarmeli mentre mi mordevo sensualmente le labbra.
Ebbi una prima, potente scarica orgasmica in corpo quando lui si sollevò e prese in bocca uno dei miei capezzoli eretti, leccandolo e succhiandolo e dedicandosi ad esso con passione. Gli afferrai la testa, cullandogliela contro il mio petto ansimante, tenendo il mio seno schiacciato contro la sua bocca.
"Succhiami le tette… oddio, succhiami le tette…" gli sibilavo all'orecchio.
Quando poi lui allungò le mani e mi afferrò entrambe le tette, sentii come una scarica elettrica lungo la schiena, alla quale reagii in modo piuttosto rumoroso.
"Ooooohh… sto per godere di nuovo…" esclamai con voce tremula, proprio un attimo prima di raggiungere un orgasmo sconquassante, che scosse il mio corpo come se qualcuno mi stesse prendendo a spintoni. Non stavo solo tremando, stavo letteralmente sobbalzando in preda alle scosse di piacere.
Venivo in continuazione, godendo con una serie di "ooooh", "oddìo", "mmmm" e gemiti vari. I miei ansimi e sospiri di piacere riempivano la cabina, e potevano chiaramente essere sentiti da chiunque attraverso gli infissi aperti del balconcino… anche da mio marito, eventualmente, rivelandogli la mia tresca erotica. Ma a me non importava granché, intontita com'ero dal piacere che stavo provando. In quel momento per me era come se al mondo ci fossimo solo io e il mio sconosciuto amante.

Dopo un po', lui fece un'altra cosa che mi sorprese e sconvolse allo stesso tempo: inarcò tutto il corpo e, tenendomi per i fianchi, mi sollevò dal letto e si mosse su e giù tenendomi sospesa in equilibrio sul suo pube. Mi sono ritrovata piantata con tutto il peso del mio corpo sul suo enorme cazzo, che a quel punto pareva davvero volermi trapassare la cervice e finirmi nell'utero! Una scarica orgasmica improvvisa mi fece tremare come una foglia al vento… cominciai a singhiozzare, in quanto la pressione di quel gigantesco bastone di carne sul mio diaframma mi rendeva difficile anche respirare.
Sentivo che stava per arrivare un orgasmo da paura! Cercai senza successo di liberarmi, di staccarmi da lui… non che ne avessi l'intenzione, ma l'orgasmo che stava arrivando, ne ero sicura, era così intenso che mi avrebbe fatto male… ma ero ancorata e completamente piena del suo rigido, grosso palo di carne che mi teneva infilzata come una cernia. Continuai a inarcare la schiena. L'orgasmo che venne mi costrinse a urlare come una matta per il piacere. La mia schiena si inarcava ancora di più, premevo con tutta me stessa sul suo grembo e lui si muoveva insieme a me, per assicurarsi che la sensazione continuasse, fin quasi a farmi svenire dal piacere.
Alla fine lui mi sorrise e si rimise giù sdraiato sul letto; gli crollai addosso, con il suo enorme cazzo sempre dentro di me. Mentre lui mi sussurrava all'orecchio chiedendomi se mi fosse piaciuto, la mia unica risposta fu una serie di forti, stremati gemiti. Era stata una sensazione dannatamente fantastica.

Mentre tornavo lentamente a terra dopo il mio viaggio nell'orbita del piacere, il mio pube ricominciò a muoversi su di lui in maniera istintiva, quasi inconscia, avanti e indietro e con movimenti circolari, strusciando il mio clitoride gonfio sul suo bacino. Sentivo piccole scosse di assestamento scaricarsi nel mio corpo, mentre il respiro pesante e affaticato dello sconosciuto sotto di me giungeva alle mie orecchie. Rimasi lì ansimante per qualche altro secondo, cercando di riprendere fiato.
Ero così felice. Gli sorrisi e gli chiesi come si sentisse. Con mio grande stupore, lui inclinò la testa all'indietro e poi mi disse che stava benissimo, che era meraviglioso per lui stare lì sotto di me, dentro di me.
Accasciata com'ero su di lui, col mio bacino che continuava a muoversi come se avesse una mente propria, mi strinsi forte al mio amante con tutto il mio corpo, ancora sotto shock per l'incredibile, sconvolgente, appagante orgasmo che mi aveva appena fatto provare… lui era felice, io ero felice, noi due eravamo felici!
Era il miglior sesso che avessi mai fatto.

A quel punto decisi che era il momento di farlo venire, e di ripagarlo così delle innumerevoli volte che lui aveva fatto venire me.
Ricominciai a scoparmelo, sempre cavalcandolo, ma stavolta sporgendomi all'indietro e sostenendomi con le braccia sulle sue gambe, riempiendogli così gli occhi della visione delle mie appetitose tettone in tutto il loro splendore. Non lo lasciavo mai uscire più di un paio di centimetri da me. Avevo preso un certo ritmo, ma poi realizzai che forse avevo sbagliato i miei calcoli: quella angolazione era troppo, dannatamente stimolante per il mio punto G. Non ero sicura di riuscire a farlo godere prima che lui facesse godere ancora una volta me, e non una sola volta.
Iniziai a dimenarmi selvaggiamente e a far sobbalzare il culo, tremando mentre la mia figa stretta divorava ritmicamente il gigantesco siluro di quel giovane uomo sconosciuto fino a quella mattina, e del quale ancora non sapevo nulla. I miei gridolini e i miei gemiti diventavano sempre più forti, più intensi.
Improvvisamente lui, come se avesse capito la mia difficoltà, mi afferrò i fianchi e li scosse su di sé quasi con violenza, strofinando il mio clitoride sul suo inguine con un movimento rapido e circolare, e prima di rendermi conto di ciò che stesse facendo stavo urlando a squarciagola. Probabilmente tutta la nave, a quel punto, aveva sentito le mie urla di disperato piacere. Il mio corpo tremava forte, mentre lui si manteneva completamente dentro di me, col mio clitoride che sfregava inesorabilmente sul suo pube.
Mi chinai nuovamente in avanti e mi aggrappai al suo petto e alle sue spalle. Riuscivo a malapena a rimanere cosciente. Quel ragazzo stava facendo sì che quella fosse una scopata che non avrei mai più dimenticato.

Stavamo andando avanti così da quasi un'ora, prima che quel fantastico esemplare di maschio finalmente iniziasse a cedere. Intontita da quella marea, anzi di più, da quell'oceano di orgasmi, quasi non mi rendevo conto che il suo enorme coso stava pulsando nella mia figa come un matto! Lui mi afferrò per i fianchi e si inarcò, affondando il suo cazzo palpitante dentro di me, per un'ultima volta, e poi lo sentii esplodermi dentro. Avvertii un getto di sperma caldo irrompere nella mia figa ed invadermi l'utero come un torrente impetuoso. Che sensazione stupenda! Che uomo fantastico!
Il suo carico era così abbondante che fuoriuscì dalla mia figa quasi con uno spruzzo, finendo sul suo addome e sul mio, mentre lui continuava a scaricarsi nel profondo del mio grembo, con potenti spruzzi caldi, finché non si fu completamente svuotato.

Eravamo entrambi madidi di sudore. Mentre ero lì che respiravo pesantemente, dolcemente adagiata con tutto il mio corpo sopra il suo, mi accorsi che non sentivo quasi più i muscoli delle gambe, e che il mio addome e la mia passerina mi dolevano, distrutti da tutti quei tanti, troppi orgasmi.
Quando mi fui ripresa un po', mi sollevai da lui e, mentre il suo cazzo scivolava fuori dalla calda prigione in cui lo avevo tenuto stretto per ben oltre un'ora, lui, prima di sfilarsi completamente da me, mi piazzò una mano sulla fighetta glabra, tappando la fuoriuscita del suo seme da dentro di me. Probabilmente lo aveva fatto per impedire che finisse sul letto, e quindi per evitare di lasciare tracce… ma mi piace pensare che fosse per favorire una mia eventuale gravidanza. Fatto sta che me l'ha tenuta lì per tutto il tempo che siamo rimasti insieme sopra il letto, baciandoci, flirtando e, ora che il ghiaccio tra noi era rotto, parlando di tutto quello che ci veniva in mente.
In quel momento capii che quello per me non sarebbe stato un episodio isolato.

In tutto questo, mi ero completamente dimenticata di mio marito e del pericolo che potesse tornare in cabina e scoprire che lo avevo tradito… fino a quando il telefono della cabina non ha squillato: era lui, che mi chiedeva di raggiungerlo giù nella zona del ponte dove si trovava la sala da pranzo, per andare a cena insieme. Gli risposi che lo avrei raggiunto subito dopo aver fatto una doccia, che ovviamente ho fatto insieme al mio giovane e dotato amante.
Ci siamo rivestiti, gli ho dato un ultimo bacio, dolce e appassionato, e gli ho fatto promettere che ci saremmo rivisti ancora prima della fine della crociera. Ormai il biscottino era pronto, e sarebbe stato meglio cuocerlo dentro al forno finché ero calda… cioè, finché era caldo.
di
scritto il
2024-07-26
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