Mia cognata
di
Vixen
genere
saffico
Avere un fratello di sette anni più grande di me si è rivelato, col tempo, veramente proficuo.
Mi riferisco ovviamente alla quantità incredibile di informazioni sul sesso che, volente o meno, il mio fratellone lasciava per casa, sotto forma di giornaletti porno, chiacchere tra amici nella sua stanza puntualmente origliate di nascosto, uscite dalla doccia nudo come un verme incurante della mia presenza.
Questo per far capire che ho cominciato abbastanza presto a sapere sul sesso molte più cose delle mie coetanee.
Esperienze dirette, però, niente. Fino ai sedici anni, almeno, quando il mio corpo dimostrava molto di più dell'età che avevo. Mora, occhi verdi, un metro e sessantuno per 48 kg, bel viso (dicono) e una sincera terza misura di reggiseno, che per una della mia statura è decisamente abbondante… questo tanto per darvi un'idea di come sono (e a tutt'oggi non sono cambiata molto…). Ma veniamo alla mia storia…
Il primo segnale l'avevo avuto quell'estate, al mare, quando la fidanzata di mio fratello, che oggi è sua moglie, venne a trovarlo per un paio di giorni. Bellissima. 22 anni, bionda, occhi azzurri quasi trasparenti, un viso angelico ma con espressione decisamente maliziosa e un fisico da urlo, un buon metro e settantacinque modellato da anni di pallavolo semiprofessionistica e tanto nuoto.
Che un tipo così possa anche essere una gran porca può sembrare davvero troppo, ma aspettate la fine!
Eravamo al mare, dicevo, e ricordo che passammo due giorni divertentissimi tra bagni, spiaggia, balli e giochi di ogni tipo… fu mentre ero in cabina, a cambiarmi il costume dopo il bagno in mare, che sentii bussare.
- Un attimo… -dissi- …mi sto cambiando…
- Fammi entrare, Katya, devo prendere le chiavi della macchina dalla borsetta…
- Ma mi sto cambiando, aspetta!
- E dai! Non ti vergognerai mica di me?
E visto che effettivamente non mi vergognavo, la lasciai entrare.
Iniziò ad armeggiare con la borsetta mentre io aspettavo che trovasse ciò che cercava per potermi spogliare… solo alcuni mesi dopo avrei capito che quella delle chiavi dell'auto era solo una scusa! Infatti ci stava mettendo troppo ed io sentivo un po' freddo… decisi allora di rompere gli indugi e mi sfilai il reggipetto del bikini, avvolgendomi però subito nel telo da mare per asciugarmi…
- Posso aiutarti?
Io le davo la schiena e senza aspettare la risposta lei mi mise le mani sulle spalle ed iniziò a strofinarmi senza troppa delicatezza, scendendo piano piano sulla schiena.
- Sposta i capelli, che ti asciugo il collo…
Potevo fare benissimo da sola, ma il tono della sua voce non lasciava molto spazio a discussioni…
- Le mutandine del costume le tieni su bagnate o te le cambi? Toglile, dài.
E con un gesto meccanico, pur sempre coperta dal telo, le sfilai… non so se ero più imbarazzata per il fatto di essere potenzialmente nuda davanti a lei o se perchè le sue mani mi stavano strofinando il sedere e le cosce, asciugandomi con decisione…
In quel momento la vedevo probabilmente come una sorella maggiore che si prende cura della più piccola, ma si percepiva, in quell'angusto spazio, una sorta di emozione crescente, che spostava tutto verso un rapporto molto più complesso che quello tra due sorelle…!
- Girati! -mi disse, prendendomi per le spalle e facendomi ruotare verso di lei.
E io, ancora protetta dal telo che mi avvolgeva, mi girai, scoprendo di non avere il coraggio di guardarla negli occhi… fu quella mia esitazione, credo, a portarla ad osare: con rude dolcezza mi sfilò il telo dalle mani e lo fece cadere a terra, lasciandomi tutta nuda di fronte a lei.
A questo punto forse sono stata io a commettere un errore. Dovrebbe venire istintivo coprirsi, con le mani, le parti intime. E invece io sono rimasta lì come un salame a farmi guardare, le braccia distese lungo i fianchi, pensando: «…se proprio hai voglia di vedermi, eccomi qua». Furono cinque secondi interminabili, fino a quando non mi decisi a sollevare lo sguardo verso di lei scoprendo che mi osservava con un'espressione che non le avevo mai visto… come se le piacessi!
Sentendomi le guance farsi infuocate mi coprii il seno (era lì che i suoi occhi di ghiaccio mi fissavano con insistenza) e lei uscì senza dire una parola.
Nei mesi successivi nè io nè lei accennammo mai a quello che era successo, e l'inizio della scuola mi fece pian piano dimenticare quello strano episodio. Intendiamoci: sapevo benissimo cos'è una lesbica e avevo visto un sacco di foto estremamente interessanti (eccitanti?) sull'argomento nella «biblioteca privata» di mio fratello, ma mi sentivo molto più attratta dai ragazzi che non dalle ragazze… credo, senza eccessiva presunzione nè falsa modestia, di poter rappresentare una larga fetta dell'universo femminile affermando che verso quell'età si inizia ad avere una fame di cazzo esagerata! E uso il termine "fame" non a caso, in quanto la mia grande curiosità era il sesso orale, che a tutt'oggi rimane la mia vera grande passione… fu proprio in quell'autunno che feci il mio primo pompino… ma non divaghiamo, questo potrebbe diventare argomento di un altro racconto…
L'inverno era alle porte, il primo quadrimestre stava per emettere i primi verdetti scolastici, e il compleanno della mia futura cognata stava per arrivare.
Non ci potevo credere: ero invitata anch'io alla festa!
Con una veemenza che oggi mi fa pensare al fatto che anche lui avesse immaginato qualcosa, mio fratello si oppose alla mia partecipazione avanzando ogni genere di scusa… ma non aveva fatto i conti nè con la mia disperata protesta, nè col caratterino pepato della sua fidanzatina che, tagliando corto, disse che alla sua festa invitava chi le pareva e poche storie.
Io ero emozionatissima: avrei passato la notte fuori casa con un sacco di ragazzi tutti più grandi di me e avrei dato il braccio destro per essere in perfetta forma!
Parrucchiera per fare un po' di riccioli, una camicetta nuova, bianca, di seta, trasparentissima e una gonna rossa di velluto, appena sopra il ginocchio… con un minimo di insistenza mia madre mi prestò le sue calze a rete e lasciò che mi truccassi un po'… sarebbe stata la notte più bella della mia vita!
E le mie fantasie non furono deluse. Mi divertii da matti e, visto che ero la più giovane della compagnia, tutti si prodigavano nel cercare di farmi sentire a mio agio… la mia futura cognata, in particolar modo, era attentissima a come stavo vivendo la festa… mi presentava a tutti, mi faceva ballare, ridere, cantare… ma soprattutto mi faceva bere. Non che fossi astemia, ma dopo la quinta coppa di spumante e le giravolte dell'ennesimo merengue iniziò a girarmi un po' la testa…
- Sei pallida, Katya, stai bene?
- Benissimo, mi diverto da matti, ma mi sta un po' girando la testa…
- Vieni con me, un po' d'aria fresca ti farà bene…
E infatti l'atmosfera era un po' troppo densa del fumo delle sigarette… uscite dal salone mi sentii subito meglio, ma fu l'impressione di un attimo! L'alcool stava facendo il suo lavoro ed ebbi un leggerissimo cedimento alle ginocchia. Fu velocissima nel sorreggermi e a condurmi verso il bagno dove, con la scusa di farmi respirare meglio iniziò a sbottonarmi la camicetta.
Prima che io potessi esprimere qualsiasi ribellione mi aveva già abbassato il reggiseno e mi massaggiava con dolcezza… i miei capezzoli risposero immediatamente al suo tocco diventando duri come sassi e lei non poteva che interpretarlo come un segnale positivo: iniziò a succhiarmeli avidamente, stringendomi le tette fino ad avvicinarli l'uno all'altro e prendendoli in bocca tutti e due.
Quando sentii che con una mano mi stava risalendo lungo le cosce tentai una timida reazione con l'unico risultato di farmi mordere i capezzoli…
Era una sensazione meravigliosa.
- Senti… forse… è meglio se smetti… io non voglio… tu non… io non…
- Parli troppo.
E mi baciò.
Sentire la sua bocca sulla mia mi diede una scarica di adrenalina sufficiente a darmi la forza di allontanarla da me, ma lei mi abbracciò e tirandomi i capelli mi fece ruotare la testa verso di lei, offendole nuovamente la bocca, dove riprese a baciarmi, infilando la sua lingua tra le mie labbra.
La mia ridicola reazione finì lì. Accettai la sua lingua e lasciai che giocasse con la mia… e lei, sentendosi vicina alla conquista, mi liberò dall'abbraccio che mi imprigionava tornando a tormentarmi i capezzoli, senza togliere la lingua dalla mia bocca.
Io mi stavo eccitando in un modo incredibile… ero chiusa in bagno con una ragazza bellissima che mi stava facendo sua… le sue mani mi esploravano il seno mentre la sua lingua lavorava la mia bocca… risposi all'abbraccio e lei mi portò le mani sui suoi seni… ci palpavamo le tette baciandoci e io mi stavo anche bagnando le mutandine… le passai la mia lingua e lei me la succhiò avidamente, quasi mi faceva male, e io sentii le sue mani abbandonare le mie tette per tornare sotto la mia gonna…!
Quando la sua mano destra riuscì ad infilarsi sotto le calze e da lì a trovare l'elastico delle mutandine, smise di baciarmi. Iniziò a masturbarmi guardandomi negli occhi e io non ci potevo credere… ero lì con il seno nudo, la fidanzata di mio fratello che mi faceva un ditalino mondiale, eccitata in un modo pazzesco, e non riuscivo a reagire, respingerla, fare qualcosa!
- Ma senti come sei bagnata, piccola…
Tirò fuori la mano dalla mia fica, sostituendo la sinistra alla destra… era tutta bagnata dei miei umori… e senza smettere di masturbarmi, sempre con gli occhi nei miei, iniziò a leccarsi le dita… poi le accostò alle mie labbra, invitandomi ad assaggiare… io tirai fuori la punta della lingua e lei ne approfittò per infialrmi tutto il suo dito medio in bocca… iniziai a succhiarlo come avevo visto nelle foto dei giornali di mio fratello, e la cosa dovette eccitarla un bel po', perché riprese a baciarmi con la lingua sempre insinuando le dita tra le nostre bocche. Il sapore della mia fica mi piaceva… mi masturbavo da più di due anni, ma non avevo mai assaggiato i miei orgasmi solitari!
Nel salone, nel frattempo, la festa continuava allegramente: tutti cantavano e ballavano e probabilmente nessuno aveva notato la nostra assenza… del resto erano passati poco più di cinque minuti…
La sua mano sinistra stava intando facendo un ottimo lavoro, e ricordo che pensai a cosa sarebbe successo se avessi avuto un orgasmo e che forse ero lesbica e che era bellissimo e che lei era una porca meravigliosa e che quando mi masturbavo non ero mica così brava, ed ero talmente immersa in questi pensieri che non mi accorsi subito del fatto che non mi stava più baciando.
Si inginocchiò, mi abbassò le calze e le mutandine e iniziò a passare la sua lingua tra i peli… strofinava la punta del naso sul clitoride ormai gonfio in modo impressionante… e poi sentii la sua lingua sulla mia fica. Non potevo resistere. Alzai un piede sopra il bordo della vasca e sentii la mia passerina schiudersi davanti alla sua lingua, che immediatamente si tuffò tra le mia labbra, penetrandomi delicatamente.
Dopo pochi istanti ebbi un orgasmo che quasi mi fece perdere l'equilibrio. Ero sconvolta. Sentivo vampate di calore salire dal ventre e raggiungermi la testa. Non credevo che si potesse godere così tanto. Soprattutto mi impressionava il fatto che lei stesse bevendo il mio orgasmo come se fosse la cosa più deliziosa dell'universo… sentivo che si aiutava con le mani nell'aprirmi la fica e che la sua lingua era instancabile…
Si alzò in piedi, e io vidi il suo viso impiastricciato del mio orgasmo… si avvicinò per baciarmi, ma io volevo sentire ancora il gusto dei miei umori e iniziai a leccarle la faccia… anche lei tirò fuori la lingua e ogni volta che ci incontravamo era un risucchiarsele l'una nella bocca dell'altra…
- Girati…!
Mi prese per le spalle e mi ruotò. Io abbassai il piede dal bordo della vasca e quasi caddi per terra.
Dopo due secondi sentii la sua lingua che mi insinuava tra le natiche, mentre con le mani me le allargava, facendo sì che il buchino del mio culetto le fosse ben visibile… sentire la sua lingua che mi entrava dentro fu davvero troppo ed ebbi un secondo orgasmo! Mi appoggiai al lavandino, spostando bene in fuori il culo, e le diedi così la possibilità di lavorarmi di lingua sia la fica che l'ano.
Beveva tutto, la troia, e io stavo impazzendo dal godimento… quando sentii che mi infilava un dito nel culo dovetti mordermi le labbra per non gridare… poi smise di colpo e mi disse:
- Scommetto che ti scappa la pipì…
Era vero. Stavo ignorando lo stimolo ma era da quando aveva iniziato a toccarmi che sentivo la vescica mandare segnali di allarme.
Prima che io riuscissi a rispondere mi fece sedere sul bordo della vasca, si inginocchiò davanti a me e mi invitò ad abbracciarla. Mi infilò un braccio tra le cosce e sentii la sua mano andare a stuzzicarmi la fica. Avvicinò la bocca alla mia e baciandomi sussurrò:
- Falla, ora…
Dopo qualche istante sentivo la sua mano che sguazzava nella mia urina, strofinandosi, tutta bagnata, sulle mie chiappe, insinuandosi di nuovo nel mio culetto, e facendomi godere per la terza volta nel giro di dieci minuti.
Quando finii di pisciare estrasse la mano e se la passò sotto il naso, inspirando l'aroma, e leccando le gocce che ancora la bagnavano… io ero decisamente disgustata da quello spettacolo osceno, ma dopo tre orgasmi ero quasi più sbronza che con lo spumante!
Si alzò in piedi e mi alzò con lei.
- Mi spiace, Katya, non volevo spingermi così avanti ma adesso non posso più resistere…
E prendendomi per mano mi trascinò fuori dal bagno, portandomi nella stanza accanto: la sua camera da letto. Io ero terrorizzata: qualcuno avrebbe potuto vederci! D'accordo che la casa era davvero grande e c'era un lungo corridoio tra il salone e il bagno dov'eravamo noi, ma il rischio era davvero altissimo! Doveva proprio essere fuori di testa dall'eccitazione!
Una volta in camera mi sentii (per così dire) al sicuro e l'eccitazione riprese il sopravvento. Ci spogliammo a vicenda, e in pochi secondi eravamo completamente nude. Lei si stese davanti a me, spalancando le gambe ed offrendomi la vista della sua meravigliosa fica bionda. Era ovviamente fradicia per l'eccitazione e credo che avesse già avuto un orgasmo mentre mi lavorava nel bagno.
- Dài, Katya, non resisto più…
E io abbassai la testa tra le sue cosce. Muovevo la lingua come l'avevo sentita muovere a lei e fui sommersa dal suo sapore… era diverso dal mio, più dolce, più delicato… mi piaceva da impazzire…
- È da quest'estate che ti desidero, Katya… sai cosa mi piace di te?
Io mi alzai dalla sua fica e mi strinsi le tette, senza rispondere.
- Esatto. Mettiti giù, adesso…
Mi distesi e lei mi salì sopra. Iniziò a strofinarsi la fica sui miei capezzoli, bagnandoli del suo succo, poi si fece più avanti e quasi mi si sedette in faccia… le potevo leccare la fica e con le mani cercavo di masturbarla, ma sentivo di non essere brava come lei…
- Non così, Katya… infilami dentro due dita… non sono mica una verginella…
E così feci. Iniziai a chiavarla con l'indice e il medio e dopo una decina di colpi lei si coprì il viso con un cuscino, soffocando l'urlo che le cresceva dentro per l'orgasmo torrenziale…
- Anche nel culo, per favore, anche nel culo…
E le mie due dita, abbondantemente lubrificate dai suoi umori, le scivolarono nell'ano fino in fondo. Era fantastico. Lei si girò, offrendomi lo spettacolo del suo culo, ed iniziammo un sessantanove pazzesco… "Fammi quello che ti faccio io…" disse, e quando mi leccava anch'io affondavo la lingua nella sua fica, quando mi esplorava l'ano con le dita io la inculavo con due dita…
Fu a quel punto che ci fu il patatrac.
La porta della camera si aprì ed entrò una sua amica che cercava il suo cappotto!
Io mi alzai, quasi scaraventandola per terra, con uno strillo da pazza: raccolsi con un unico gesto i miei vestiti e fuggii da quella stanza, piangendo per la vergogna, chiudendomi nel bagno a rivestirmi.
Non avevo il coraggio di uscire… continuavo a pensare alla figura tremenda che avevo fatto e a cosa sarebbe successo quando mio fratello l'avrebbe saputo… ero davvero disperata! Poi riuscii a calmarmi, mi lavai il viso, ripulii la vasca col getto della doccia dalla mia urina che ancora stagnava sul marmo bianco, presi il coraggio a due mani ed uscii.
Con mia enorme sorpresa non c'erano affatto le trenta persone che mi aspettavo dietro la porta ad additarmi e sputtanarmi. Il corridoio era vuoto, e dal salone ariivavano le voci e la musica della festa. Mi sentivo come se fossi appena sbarcata da un altro pianeta.
La porta della camera da letto era socchiusa, e non potei fare a meno di sbirciarvi dentro. Quello che vidi era al di là di ogni mia aspettativa, e a stento mi trattenni dal lanciare un grido di sorpresa: la mia futura cognata era ancora tutta nuda, e la sua amica, ancora vestita, la stava chiavando con un vibratore che a me sembrò mostruosamente grande.
Rimasi lì alcuni secondi senza riuscire a credere ai miei occhi; poi, prima che potessero accorgersi di me, tornai alla festa.
Dopo quella esperienza sconvolgente, di cui credo nessuno abbia mai saputo nulla, mia cognata (infatti sposò mio fratello quindici mesi dopo) non fece mai nessun accenno a quanto era successo, nè tentò più di avvicinarmi per sedurmi.
Non ho mai più avuto esperienze lesbiche fino a due anni fa; oggi ho ventotto anni e anch'io sono sposata, da cinque.
Sono passati dodici anni da quel giorno, e se questa storia vi è piaciuta potrei anche raccontarvi il resto…
Mi riferisco ovviamente alla quantità incredibile di informazioni sul sesso che, volente o meno, il mio fratellone lasciava per casa, sotto forma di giornaletti porno, chiacchere tra amici nella sua stanza puntualmente origliate di nascosto, uscite dalla doccia nudo come un verme incurante della mia presenza.
Questo per far capire che ho cominciato abbastanza presto a sapere sul sesso molte più cose delle mie coetanee.
Esperienze dirette, però, niente. Fino ai sedici anni, almeno, quando il mio corpo dimostrava molto di più dell'età che avevo. Mora, occhi verdi, un metro e sessantuno per 48 kg, bel viso (dicono) e una sincera terza misura di reggiseno, che per una della mia statura è decisamente abbondante… questo tanto per darvi un'idea di come sono (e a tutt'oggi non sono cambiata molto…). Ma veniamo alla mia storia…
Il primo segnale l'avevo avuto quell'estate, al mare, quando la fidanzata di mio fratello, che oggi è sua moglie, venne a trovarlo per un paio di giorni. Bellissima. 22 anni, bionda, occhi azzurri quasi trasparenti, un viso angelico ma con espressione decisamente maliziosa e un fisico da urlo, un buon metro e settantacinque modellato da anni di pallavolo semiprofessionistica e tanto nuoto.
Che un tipo così possa anche essere una gran porca può sembrare davvero troppo, ma aspettate la fine!
Eravamo al mare, dicevo, e ricordo che passammo due giorni divertentissimi tra bagni, spiaggia, balli e giochi di ogni tipo… fu mentre ero in cabina, a cambiarmi il costume dopo il bagno in mare, che sentii bussare.
- Un attimo… -dissi- …mi sto cambiando…
- Fammi entrare, Katya, devo prendere le chiavi della macchina dalla borsetta…
- Ma mi sto cambiando, aspetta!
- E dai! Non ti vergognerai mica di me?
E visto che effettivamente non mi vergognavo, la lasciai entrare.
Iniziò ad armeggiare con la borsetta mentre io aspettavo che trovasse ciò che cercava per potermi spogliare… solo alcuni mesi dopo avrei capito che quella delle chiavi dell'auto era solo una scusa! Infatti ci stava mettendo troppo ed io sentivo un po' freddo… decisi allora di rompere gli indugi e mi sfilai il reggipetto del bikini, avvolgendomi però subito nel telo da mare per asciugarmi…
- Posso aiutarti?
Io le davo la schiena e senza aspettare la risposta lei mi mise le mani sulle spalle ed iniziò a strofinarmi senza troppa delicatezza, scendendo piano piano sulla schiena.
- Sposta i capelli, che ti asciugo il collo…
Potevo fare benissimo da sola, ma il tono della sua voce non lasciava molto spazio a discussioni…
- Le mutandine del costume le tieni su bagnate o te le cambi? Toglile, dài.
E con un gesto meccanico, pur sempre coperta dal telo, le sfilai… non so se ero più imbarazzata per il fatto di essere potenzialmente nuda davanti a lei o se perchè le sue mani mi stavano strofinando il sedere e le cosce, asciugandomi con decisione…
In quel momento la vedevo probabilmente come una sorella maggiore che si prende cura della più piccola, ma si percepiva, in quell'angusto spazio, una sorta di emozione crescente, che spostava tutto verso un rapporto molto più complesso che quello tra due sorelle…!
- Girati! -mi disse, prendendomi per le spalle e facendomi ruotare verso di lei.
E io, ancora protetta dal telo che mi avvolgeva, mi girai, scoprendo di non avere il coraggio di guardarla negli occhi… fu quella mia esitazione, credo, a portarla ad osare: con rude dolcezza mi sfilò il telo dalle mani e lo fece cadere a terra, lasciandomi tutta nuda di fronte a lei.
A questo punto forse sono stata io a commettere un errore. Dovrebbe venire istintivo coprirsi, con le mani, le parti intime. E invece io sono rimasta lì come un salame a farmi guardare, le braccia distese lungo i fianchi, pensando: «…se proprio hai voglia di vedermi, eccomi qua». Furono cinque secondi interminabili, fino a quando non mi decisi a sollevare lo sguardo verso di lei scoprendo che mi osservava con un'espressione che non le avevo mai visto… come se le piacessi!
Sentendomi le guance farsi infuocate mi coprii il seno (era lì che i suoi occhi di ghiaccio mi fissavano con insistenza) e lei uscì senza dire una parola.
Nei mesi successivi nè io nè lei accennammo mai a quello che era successo, e l'inizio della scuola mi fece pian piano dimenticare quello strano episodio. Intendiamoci: sapevo benissimo cos'è una lesbica e avevo visto un sacco di foto estremamente interessanti (eccitanti?) sull'argomento nella «biblioteca privata» di mio fratello, ma mi sentivo molto più attratta dai ragazzi che non dalle ragazze… credo, senza eccessiva presunzione nè falsa modestia, di poter rappresentare una larga fetta dell'universo femminile affermando che verso quell'età si inizia ad avere una fame di cazzo esagerata! E uso il termine "fame" non a caso, in quanto la mia grande curiosità era il sesso orale, che a tutt'oggi rimane la mia vera grande passione… fu proprio in quell'autunno che feci il mio primo pompino… ma non divaghiamo, questo potrebbe diventare argomento di un altro racconto…
L'inverno era alle porte, il primo quadrimestre stava per emettere i primi verdetti scolastici, e il compleanno della mia futura cognata stava per arrivare.
Non ci potevo credere: ero invitata anch'io alla festa!
Con una veemenza che oggi mi fa pensare al fatto che anche lui avesse immaginato qualcosa, mio fratello si oppose alla mia partecipazione avanzando ogni genere di scusa… ma non aveva fatto i conti nè con la mia disperata protesta, nè col caratterino pepato della sua fidanzatina che, tagliando corto, disse che alla sua festa invitava chi le pareva e poche storie.
Io ero emozionatissima: avrei passato la notte fuori casa con un sacco di ragazzi tutti più grandi di me e avrei dato il braccio destro per essere in perfetta forma!
Parrucchiera per fare un po' di riccioli, una camicetta nuova, bianca, di seta, trasparentissima e una gonna rossa di velluto, appena sopra il ginocchio… con un minimo di insistenza mia madre mi prestò le sue calze a rete e lasciò che mi truccassi un po'… sarebbe stata la notte più bella della mia vita!
E le mie fantasie non furono deluse. Mi divertii da matti e, visto che ero la più giovane della compagnia, tutti si prodigavano nel cercare di farmi sentire a mio agio… la mia futura cognata, in particolar modo, era attentissima a come stavo vivendo la festa… mi presentava a tutti, mi faceva ballare, ridere, cantare… ma soprattutto mi faceva bere. Non che fossi astemia, ma dopo la quinta coppa di spumante e le giravolte dell'ennesimo merengue iniziò a girarmi un po' la testa…
- Sei pallida, Katya, stai bene?
- Benissimo, mi diverto da matti, ma mi sta un po' girando la testa…
- Vieni con me, un po' d'aria fresca ti farà bene…
E infatti l'atmosfera era un po' troppo densa del fumo delle sigarette… uscite dal salone mi sentii subito meglio, ma fu l'impressione di un attimo! L'alcool stava facendo il suo lavoro ed ebbi un leggerissimo cedimento alle ginocchia. Fu velocissima nel sorreggermi e a condurmi verso il bagno dove, con la scusa di farmi respirare meglio iniziò a sbottonarmi la camicetta.
Prima che io potessi esprimere qualsiasi ribellione mi aveva già abbassato il reggiseno e mi massaggiava con dolcezza… i miei capezzoli risposero immediatamente al suo tocco diventando duri come sassi e lei non poteva che interpretarlo come un segnale positivo: iniziò a succhiarmeli avidamente, stringendomi le tette fino ad avvicinarli l'uno all'altro e prendendoli in bocca tutti e due.
Quando sentii che con una mano mi stava risalendo lungo le cosce tentai una timida reazione con l'unico risultato di farmi mordere i capezzoli…
Era una sensazione meravigliosa.
- Senti… forse… è meglio se smetti… io non voglio… tu non… io non…
- Parli troppo.
E mi baciò.
Sentire la sua bocca sulla mia mi diede una scarica di adrenalina sufficiente a darmi la forza di allontanarla da me, ma lei mi abbracciò e tirandomi i capelli mi fece ruotare la testa verso di lei, offendole nuovamente la bocca, dove riprese a baciarmi, infilando la sua lingua tra le mie labbra.
La mia ridicola reazione finì lì. Accettai la sua lingua e lasciai che giocasse con la mia… e lei, sentendosi vicina alla conquista, mi liberò dall'abbraccio che mi imprigionava tornando a tormentarmi i capezzoli, senza togliere la lingua dalla mia bocca.
Io mi stavo eccitando in un modo incredibile… ero chiusa in bagno con una ragazza bellissima che mi stava facendo sua… le sue mani mi esploravano il seno mentre la sua lingua lavorava la mia bocca… risposi all'abbraccio e lei mi portò le mani sui suoi seni… ci palpavamo le tette baciandoci e io mi stavo anche bagnando le mutandine… le passai la mia lingua e lei me la succhiò avidamente, quasi mi faceva male, e io sentii le sue mani abbandonare le mie tette per tornare sotto la mia gonna…!
Quando la sua mano destra riuscì ad infilarsi sotto le calze e da lì a trovare l'elastico delle mutandine, smise di baciarmi. Iniziò a masturbarmi guardandomi negli occhi e io non ci potevo credere… ero lì con il seno nudo, la fidanzata di mio fratello che mi faceva un ditalino mondiale, eccitata in un modo pazzesco, e non riuscivo a reagire, respingerla, fare qualcosa!
- Ma senti come sei bagnata, piccola…
Tirò fuori la mano dalla mia fica, sostituendo la sinistra alla destra… era tutta bagnata dei miei umori… e senza smettere di masturbarmi, sempre con gli occhi nei miei, iniziò a leccarsi le dita… poi le accostò alle mie labbra, invitandomi ad assaggiare… io tirai fuori la punta della lingua e lei ne approfittò per infialrmi tutto il suo dito medio in bocca… iniziai a succhiarlo come avevo visto nelle foto dei giornali di mio fratello, e la cosa dovette eccitarla un bel po', perché riprese a baciarmi con la lingua sempre insinuando le dita tra le nostre bocche. Il sapore della mia fica mi piaceva… mi masturbavo da più di due anni, ma non avevo mai assaggiato i miei orgasmi solitari!
Nel salone, nel frattempo, la festa continuava allegramente: tutti cantavano e ballavano e probabilmente nessuno aveva notato la nostra assenza… del resto erano passati poco più di cinque minuti…
La sua mano sinistra stava intando facendo un ottimo lavoro, e ricordo che pensai a cosa sarebbe successo se avessi avuto un orgasmo e che forse ero lesbica e che era bellissimo e che lei era una porca meravigliosa e che quando mi masturbavo non ero mica così brava, ed ero talmente immersa in questi pensieri che non mi accorsi subito del fatto che non mi stava più baciando.
Si inginocchiò, mi abbassò le calze e le mutandine e iniziò a passare la sua lingua tra i peli… strofinava la punta del naso sul clitoride ormai gonfio in modo impressionante… e poi sentii la sua lingua sulla mia fica. Non potevo resistere. Alzai un piede sopra il bordo della vasca e sentii la mia passerina schiudersi davanti alla sua lingua, che immediatamente si tuffò tra le mia labbra, penetrandomi delicatamente.
Dopo pochi istanti ebbi un orgasmo che quasi mi fece perdere l'equilibrio. Ero sconvolta. Sentivo vampate di calore salire dal ventre e raggiungermi la testa. Non credevo che si potesse godere così tanto. Soprattutto mi impressionava il fatto che lei stesse bevendo il mio orgasmo come se fosse la cosa più deliziosa dell'universo… sentivo che si aiutava con le mani nell'aprirmi la fica e che la sua lingua era instancabile…
Si alzò in piedi, e io vidi il suo viso impiastricciato del mio orgasmo… si avvicinò per baciarmi, ma io volevo sentire ancora il gusto dei miei umori e iniziai a leccarle la faccia… anche lei tirò fuori la lingua e ogni volta che ci incontravamo era un risucchiarsele l'una nella bocca dell'altra…
- Girati…!
Mi prese per le spalle e mi ruotò. Io abbassai il piede dal bordo della vasca e quasi caddi per terra.
Dopo due secondi sentii la sua lingua che mi insinuava tra le natiche, mentre con le mani me le allargava, facendo sì che il buchino del mio culetto le fosse ben visibile… sentire la sua lingua che mi entrava dentro fu davvero troppo ed ebbi un secondo orgasmo! Mi appoggiai al lavandino, spostando bene in fuori il culo, e le diedi così la possibilità di lavorarmi di lingua sia la fica che l'ano.
Beveva tutto, la troia, e io stavo impazzendo dal godimento… quando sentii che mi infilava un dito nel culo dovetti mordermi le labbra per non gridare… poi smise di colpo e mi disse:
- Scommetto che ti scappa la pipì…
Era vero. Stavo ignorando lo stimolo ma era da quando aveva iniziato a toccarmi che sentivo la vescica mandare segnali di allarme.
Prima che io riuscissi a rispondere mi fece sedere sul bordo della vasca, si inginocchiò davanti a me e mi invitò ad abbracciarla. Mi infilò un braccio tra le cosce e sentii la sua mano andare a stuzzicarmi la fica. Avvicinò la bocca alla mia e baciandomi sussurrò:
- Falla, ora…
Dopo qualche istante sentivo la sua mano che sguazzava nella mia urina, strofinandosi, tutta bagnata, sulle mie chiappe, insinuandosi di nuovo nel mio culetto, e facendomi godere per la terza volta nel giro di dieci minuti.
Quando finii di pisciare estrasse la mano e se la passò sotto il naso, inspirando l'aroma, e leccando le gocce che ancora la bagnavano… io ero decisamente disgustata da quello spettacolo osceno, ma dopo tre orgasmi ero quasi più sbronza che con lo spumante!
Si alzò in piedi e mi alzò con lei.
- Mi spiace, Katya, non volevo spingermi così avanti ma adesso non posso più resistere…
E prendendomi per mano mi trascinò fuori dal bagno, portandomi nella stanza accanto: la sua camera da letto. Io ero terrorizzata: qualcuno avrebbe potuto vederci! D'accordo che la casa era davvero grande e c'era un lungo corridoio tra il salone e il bagno dov'eravamo noi, ma il rischio era davvero altissimo! Doveva proprio essere fuori di testa dall'eccitazione!
Una volta in camera mi sentii (per così dire) al sicuro e l'eccitazione riprese il sopravvento. Ci spogliammo a vicenda, e in pochi secondi eravamo completamente nude. Lei si stese davanti a me, spalancando le gambe ed offrendomi la vista della sua meravigliosa fica bionda. Era ovviamente fradicia per l'eccitazione e credo che avesse già avuto un orgasmo mentre mi lavorava nel bagno.
- Dài, Katya, non resisto più…
E io abbassai la testa tra le sue cosce. Muovevo la lingua come l'avevo sentita muovere a lei e fui sommersa dal suo sapore… era diverso dal mio, più dolce, più delicato… mi piaceva da impazzire…
- È da quest'estate che ti desidero, Katya… sai cosa mi piace di te?
Io mi alzai dalla sua fica e mi strinsi le tette, senza rispondere.
- Esatto. Mettiti giù, adesso…
Mi distesi e lei mi salì sopra. Iniziò a strofinarsi la fica sui miei capezzoli, bagnandoli del suo succo, poi si fece più avanti e quasi mi si sedette in faccia… le potevo leccare la fica e con le mani cercavo di masturbarla, ma sentivo di non essere brava come lei…
- Non così, Katya… infilami dentro due dita… non sono mica una verginella…
E così feci. Iniziai a chiavarla con l'indice e il medio e dopo una decina di colpi lei si coprì il viso con un cuscino, soffocando l'urlo che le cresceva dentro per l'orgasmo torrenziale…
- Anche nel culo, per favore, anche nel culo…
E le mie due dita, abbondantemente lubrificate dai suoi umori, le scivolarono nell'ano fino in fondo. Era fantastico. Lei si girò, offrendomi lo spettacolo del suo culo, ed iniziammo un sessantanove pazzesco… "Fammi quello che ti faccio io…" disse, e quando mi leccava anch'io affondavo la lingua nella sua fica, quando mi esplorava l'ano con le dita io la inculavo con due dita…
Fu a quel punto che ci fu il patatrac.
La porta della camera si aprì ed entrò una sua amica che cercava il suo cappotto!
Io mi alzai, quasi scaraventandola per terra, con uno strillo da pazza: raccolsi con un unico gesto i miei vestiti e fuggii da quella stanza, piangendo per la vergogna, chiudendomi nel bagno a rivestirmi.
Non avevo il coraggio di uscire… continuavo a pensare alla figura tremenda che avevo fatto e a cosa sarebbe successo quando mio fratello l'avrebbe saputo… ero davvero disperata! Poi riuscii a calmarmi, mi lavai il viso, ripulii la vasca col getto della doccia dalla mia urina che ancora stagnava sul marmo bianco, presi il coraggio a due mani ed uscii.
Con mia enorme sorpresa non c'erano affatto le trenta persone che mi aspettavo dietro la porta ad additarmi e sputtanarmi. Il corridoio era vuoto, e dal salone ariivavano le voci e la musica della festa. Mi sentivo come se fossi appena sbarcata da un altro pianeta.
La porta della camera da letto era socchiusa, e non potei fare a meno di sbirciarvi dentro. Quello che vidi era al di là di ogni mia aspettativa, e a stento mi trattenni dal lanciare un grido di sorpresa: la mia futura cognata era ancora tutta nuda, e la sua amica, ancora vestita, la stava chiavando con un vibratore che a me sembrò mostruosamente grande.
Rimasi lì alcuni secondi senza riuscire a credere ai miei occhi; poi, prima che potessero accorgersi di me, tornai alla festa.
Dopo quella esperienza sconvolgente, di cui credo nessuno abbia mai saputo nulla, mia cognata (infatti sposò mio fratello quindici mesi dopo) non fece mai nessun accenno a quanto era successo, nè tentò più di avvicinarmi per sedurmi.
Non ho mai più avuto esperienze lesbiche fino a due anni fa; oggi ho ventotto anni e anch'io sono sposata, da cinque.
Sono passati dodici anni da quel giorno, e se questa storia vi è piaciuta potrei anche raccontarvi il resto…
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